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Crediti Pa e debiti fiscali: il modello per la compensazione

Arriva il modello di pagamento “F24 Crediti PP.AA.” per consentire la compensazione dei crediti verso la pubblica amministrazione con i debiti da contenzioso con il Fisco.

Con il provvedimento del 31 gennaio 2014 l’Agenzia delle Entrate ha approvato le relative specifiche tecniche per la trasmissione dei dati, nonché il modello di quietanza dei versamenti eseguiti con modalità telematiche mediante modello F24 e la relativa legenda.

Con il nuovo modello di versamento – si legge nel comunicato della Agenzia – è possibile compensare i crediti con i debiti da accertamento nei casi di adesione, acquiescenza, definizione agevolata delle sanzioni, conciliazione giudiziale e mediazione.

Questa opportunità, prevista per i creditori della Pa dal Dl 35/2013, ha avuto il suo compimento con il Dm dell’Economia e delle Finanze del 14 gennaio 2014.

Crediti certificati

I contribuenti possono compensare i crediti certificati dalla piattaforma elettronica predisposta dal Mef, vantati nei confronti di Stato, enti pubblici nazionali, Regioni, Province autonome di Trento e Bolzano, Enti locali ed enti del Servizio sanitario nazionale. Inoltre i crediti, relativi a somministrazioni, forniture e appalti, devono essere certi, liquidi, esigibili, non prescritti e maturati al 31 dicembre 2012.

Debiti da accertamento 

La compensazione può essere richiesta solo per i debiti derivanti da istituti definitori della pretesa tributaria e deflativi del contenzioso e, pertanto, esclusivamente nei casi elencati nella tabella allegata al Dm del 14 gennaio 2014 (accertamento con adesione, adesione al processo verbale di constatazione, adesione agli inviti dell’Ufficio, acquiescenza, definizione agevolata delle sanzioni, conciliazione giudiziale e mediazione). Nel medesimo decreto sono elencate tutte le condizioni da rispettare per perfezionare la procedura di compensazione.

F24 e quietanza nuovi 

La certificazione del credito andrà sempre indicata sul nuovo modello F24 Crediti Pa, nel campo “numero certificazione credito”. Il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 31 gennaio, pertanto, ha modificato anche la quietanza di pagamento, inserendo la voce relativa al numero di certificazione.


Fonte:

Il Sole 24 Ore

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