Il mese di settembre appena concluso ha fatto registrare una crescita nella domanda di mutui da parte delle famiglie pari a +7,3% rispetto allo stesso mese del 2012.
Si tratta del terzo mese consecutivo che si chiude in positivo, anche se in termini aggregati nei primi 9 mesi dellanno in corso il numero di richieste di mutui rimane ancora inferiore (-6,2%) rispetto al pari periodo dello scorso anno e sostanzialmente dimezzato rispetto agli anni precedenti.
Nello scorso mese di luglio avevamo rilevato con una certa sorpresa linaspettato ritorno al segno positivo per la domanda di mutui da parte delle famiglie dopo 2 anni e mezzo di una crisi che non sembrava avere fine. Oggi, al terzo segno positivo consecutivo sembrano consolidarsi i segnali di ripresa, che portano il dato aggregato relativo al 3° trimestre dellanno a segnare un incoraggiante +4,3% rispetto al corrispondente periodo del 2012 commenta Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di CRIF.
Dallanalisi condotta da CRIF risulta però che limporto medio dei mutui richiesti nei primi 9 mesi dellanno è stato pari a 127.685 Euro (contro i 131.576 Euro del pari periodo 2012), confermando un trend in contrazione da quattro anni a questa parte.
La dinamica rilevata risulta coerente anche analizzando la distribuzione delle domande in funzione dellimporto: nei primi 9 mesi del 2013, infatti, si registra un aumento solo per la fascia al di sotto dei 75.000 Euro, che cresce di quasi 2 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo 2012 (dal 24,70% al 26,7%). La fascia tra i 100 e i 150.000 Euro, invece, con il 29% delle domande di mutuo si conferma essere la preferita dagli italiani (con una quota sostanzialmente stabile rispetto al 2012).
Per quanto riguarda la durata dei mutui richiesti, dallanalisi emerge come sia la classe compresa tra i 25 e i 30 anni a risultare ancora la più richiesta (28,4% del totale, anche se in calo di 1,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno).
Relativamente alletà dei richiedenti, infine, la fascia compresa tra i 35 e i 44 anni si conferma essere quella prevalente, con una quota pari al 34,1% del totale, seguita da quella tra i 25 e i 34 anni (28,9%).
Anche se negli ultimi anni solamente un terzo delle compravendite è stato sostenuto dallaccensione di un mutuo, il ricorso al credito rimane fondamentale per finanziare gli investimenti immobiliari da parte delle famiglie. Per poter fare fronte ai propri debiti senza eccessivi affanni va però strettamente collegato allequilibrio economico-finanziario complessivo delle famiglie e alla certezza delle entrate conclude Capecchi -. A causa del deterioramento delleconomia reale, nellultimo anno e mezzo abbiamo registrato una inversione di tendenza della rischiosità del comparto, che è tornata ad aumentare, segnalando le crescenti difficoltà delle famiglie nel sostenere i debiti contratti. Laumentata rischiosità a sua volta influenza lofferta di credito e le condizioni di erogazione dei finanziamenti, che conseguentemente risultano poco favorevoli per effetto dellaumento degli spread a copertura delle maggiori perdite su crediti concessi.
Autore: Elena Botturi
Fonte:
CRIF
Il mese di settembre appena concluso ha fatto registrare una crescita nella domanda di mutui da parte delle famiglie pari a +7,3% rispetto allo stesso mese del 2012.
Si tratta del terzo mese consecutivo che si chiude in positivo, anche se in termini aggregati nei primi 9 mesi dellanno in corso il numero di richieste di mutui rimane ancora inferiore (-6,2%) rispetto al pari periodo dello scorso anno e sostanzialmente dimezzato rispetto agli anni precedenti.
Nello scorso mese di luglio avevamo rilevato con una certa sorpresa linaspettato ritorno al segno positivo per la domanda di mutui da parte delle famiglie dopo 2 anni e mezzo di una crisi che non sembrava avere fine. Oggi, al terzo segno positivo consecutivo sembrano consolidarsi i segnali di ripresa, che portano il dato aggregato relativo al 3° trimestre dellanno a segnare un incoraggiante +4,3% rispetto al corrispondente periodo del 2012 commenta Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di CRIF.
Dallanalisi condotta da CRIF risulta però che limporto medio dei mutui richiesti nei primi 9 mesi dellanno è stato pari a 127.685 Euro (contro i 131.576 Euro del pari periodo 2012), confermando un trend in contrazione da quattro anni a questa parte.
La dinamica rilevata risulta coerente anche analizzando la distribuzione delle domande in funzione dellimporto: nei primi 9 mesi del 2013, infatti, si registra un aumento solo per la fascia al di sotto dei 75.000 Euro, che cresce di quasi 2 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo 2012 (dal 24,70% al 26,7%). La fascia tra i 100 e i 150.000 Euro, invece, con il 29% delle domande di mutuo si conferma essere la preferita dagli italiani (con una quota sostanzialmente stabile rispetto al 2012).
Per quanto riguarda la durata dei mutui richiesti, dallanalisi emerge come sia la classe compresa tra i 25 e i 30 anni a risultare ancora la più richiesta (28,4% del totale, anche se in calo di 1,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno).
Relativamente alletà dei richiedenti, infine, la fascia compresa tra i 35 e i 44 anni si conferma essere quella prevalente, con una quota pari al 34,1% del totale, seguita da quella tra i 25 e i 34 anni (28,9%).
Anche se negli ultimi anni solamente un terzo delle compravendite è stato sostenuto dallaccensione di un mutuo, il ricorso al credito rimane fondamentale per finanziare gli investimenti immobiliari da parte delle famiglie. Per poter fare fronte ai propri debiti senza eccessivi affanni va però strettamente collegato allequilibrio economico-finanziario complessivo delle famiglie e alla certezza delle entrate conclude Capecchi -. A causa del deterioramento delleconomia reale, nellultimo anno e mezzo abbiamo registrato una inversione di tendenza della rischiosità del comparto, che è tornata ad aumentare, segnalando le crescenti difficoltà delle famiglie nel sostenere i debiti contratti. Laumentata rischiosità a sua volta influenza lofferta di credito e le condizioni di erogazione dei finanziamenti, che conseguentemente risultano poco favorevoli per effetto dellaumento degli spread a copertura delle maggiori perdite su crediti concessi.
Autore: Elena Botturi
Fonte:
CRIF