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Equitalia fa meno paura: la prima casa non si tocca

Nel “decreto del fare” che consta di 80 articoli, il capitolo più importante trattato dal Governo riguarda sicuramente i poteri di Equitalia, l’ente di riscossione più discusso. Il decreto prevede, infatti, un taglio significativo delle azioni che Equitalia potrà attuare nei confronti dei contribuenti morosi:

 

  • In primis stop all’esproprio dell’abitazione principale, il provvedimento mira a rendere da un lato più flessibile il rapporto tra il contribuente ed Equitalia e dall’altro a “mettere al centro il cittadino”, l’obiettivo è quello di insistere sempre nella lotta all’evasione ma senza attuare un atteggiamento punitivo. Non sarà dunque più possibile pignorare la casa, se l’immobile è adibito ad uso abitativo dal debitore che vi risiede anagraficamente e rappresenta per lui l’unica proprietà immobiliare; l’abitazione non deve ovviamente appartenere alla categoria lusso, restano escluse quindi le categorie catastali A/1 A/8 e A/9. Sale da 20 mila a 120 mila euro l’importo di debito al di sopra del quale è possibile procedere all’esproprio dell’abitazione principale

 

  • Altro aspetto fondamentale, specie in tempo di crisi, è la possibilità concessa ai cittadini morosi nei confronti del Fisco di rateizzare i debiti tributari, i contribuenti in affanno e con carenza di liquidità potranno infatti prolungare la rateizzazione dalle attuali 72 a 120 rate. Inoltre il beneficio non decadrà in caso di mancato pagamento di due rate consecutive, come avveniva fino ad oggi,  ma d’ora in poi si potrà continuare a pagare a rate, purché non vengano saltati 8 pagamenti nel corso del reso anche non consecutivi.

 

 

  • Altro tassello importante nel ridimensionamento dei poteri ad Equitalia è il limite di un quinto alla pignorabilità che viene esteso anche alle aziende, affinché non vengano pignorati i beni che sono necessari ad un’impresa per poter continuare nella propria attività produttiva. L’eventuale vendita all’asta dei beni pignorati, la cui custodia viene comunque affidata al debitore affinché non interrompa il proprio lavoro, non può avvenire prima di 300 giorni, lo scopo primario del Governo è quello di non compromettere i beni funzionali all’attività produttiva.

 

  • Eliminato l’aggio, ossia quella maggiorazione pari circa all’8% corrisposta come premio per la riscossione, dovuto ad Equitalia. Per ridurre il carico per il contribuente verranno rimborsati all’agenzia solo i costi fissi sostenuti nella sua attività.

 

  • Tra le altre novità del decreto, la possibilità di Equitalia di poter continuare a lavorare per i Comuni fino al 31 dicembre, in vista della formazione di un consorzio tra i Comuni che utilizzi la società di riscossione.

 

 

«Siamo a un successo storico per i contribuenti – ha commentato con soddisfazione Daniele Capezzone – e per un fisco davvero amico dei cittadini. È davvero una grande pagina, alla quale hanno concorso Governo e Parlamento. Ed è anche l’indicazione di un metodo positivo».


Autore: Erica Venditti
Fonte:
Redazione Credit Village

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