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Con la crisi si ritorna a pedalare

Nel corso della 13-esima conferenza nazionale sul Mobility Management e la mobilità sostenibile a Bologna, il sottosegretario alle Infrastrutture e dei Trasporti, Erasmo D’Angelis, ha presentato un risultato davvero di rilievo: In Italia si vendono più biciclette che automobili.

Un dato estremamente importante specie se si considera che gli italiani hanno un tasso di penetrazione, ossia il numero di automobili presenti in circolazione, pari al 62% e sono soliti utilizzare l’auto anche solo per comprare il pane sotto casa a 50 metri.

Un fenomeno significativo che non si verificava da ben 48 anni, praticamente da una generazione, non si può parlare di puro ritorno al passato, ma piuttosto di un cambiamento di rotta determinato, molto probabilmente, dalle ristrettezze economiche delle famiglie.

La crisi ha, infatti, portato molte famiglie italiane a dover fare i conti a fine mese, essere proprietari di un’automobile è divenuto troppo oneroso, tra carburante, ormai arrivato alle stelle, assicurazioni, tra le più care d’Europa, bollo, revisioni periodiche e parcometri, l’auto è divenuta quasi un lusso che pesa moltissimo sul bilancio famigliare.

Sta di fatto che il boom delle bici pare aver condotto verso una rivoluzione silenziosa delle due ruote, D’Angelis osserva “per la prima volta in 48 anni la bici ha superato l’automobile come vendite: nel 2011 i veicoli immatricolati in Italia sono infatti 1.748.000 circa e le biciclette 1.750,000, nel 2012 i veicoli 1.400.000 e le biciclette 1.650.000“

La bici non offre solo benefici in termini di salute e stato infatti  già dimostrato in America che può ridare il giusto slancio all’economia, specie  a quella locale.

Come? in America è stato coniato il termine Bikenomics, derivante appunto dalle parole inglesi bike, bicicletta ed Economics economia, due sembrano essere le ragioni principali: la bici  favorisce il risparmio, per i motivi sopra menzionati, e quindi consente alle famiglie di disporre di un reddito maggiore, prima utilizzato per “mantenere” l’automobile. Una liquidità aggiuntiva che le famiglie potrebbero decidere di investire nei consumi, favorendo quindi un economia da tempo ferma.

In secondo luogo, è stato dimostrato che muovendosi in bici si apprezzano maggiormente i negozi vicini alla propria residenza, consentendo così il rilancio dei negozietti spesso “schiacciati” dai grandi supermercati. Chi utilizza la bici fatica molto meno a trovare parcheggio e torna ad apprezzare le vetrine, questo quanto emerso da uno studio del Dipartimento dei Trasporti di New York, che afferma appunto che i ciclisti tendono a fare acquisti nei negozi locali più di una volta al mese, per questo, investire nella costruzione di nuove ciclabili significherebbe investire soprattutto nell’economia locale.

Confidiamo che il governo non si inventi una nuova tassa sui ciclisti per fare cassa, e che punti invece sulla messa in costruzione e in sicurezza delle piste ciclabili, al fine di dare il giusto slancio ad un ‘economia che potrebbe ripartire proprio dalle 2 ruote.


Autore: Erica Venditti
Fonte:
Redazione Credit Village

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