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Pil: Istat, in terzo trimestre -0,2%, -2,4% anno

Nel terzo trimestre del 2012 il prodotto interno lordo e’ diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e del 2,4% nei confronti del terzo trimestre del 2011. Lo comunica l’Istat confermando la stima preliminare. Si tratta del quinto trimestre consecutivo in cui si registra un calo congiunturale della crescita.

Il terzo trimestre del 2012, precisa l’istituto di statistica, ha avuto due giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2011.

Rispetto al trimestre precedente, i principali aggregati della domanda interna sono diminuiti “in maniera significativa” – rileva l’Istat -, con cali dello 0,8% dei consumi finali nazionali e dell’1,4% degli investimenti fissi lordi (una contrazione, quest’ultima, determinata da una flessione del 4% della spesa per mezzi di trasporto, dell’1,4% degli investimenti in costruzioni e dello 0,8% della spesa per macchine, attrezzature e altri prodotti). Le importazioni sono diminuite dell’1,4%, mentre le esportazioni sono aumentate dello 0,5%.

La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,9 punti percentuali alla crescita del Pil: -0,6 punti i consumi delle famiglie, -0,1 la spesa della Pubblica Amministrazione (PA) e -0,2 gli investimenti fissi lordi. La variazione delle scorte e la domanda estera netta hanno contribuito positivamente alla variazione del Pil (rispettivamente 0,2 e 0,6 punti percentuali).

Nel terzo trimestre cresce solo il valore aggiunto dell’industria. E’ quanto emerge dai dati dell’Istat sul Pil. Il valore aggiunto ha segnato variazioni congiunturali negative nell’agricoltura (-6,7%), nelle costruzioni (-1,4%) e nel settore che raggruppa le attività del commercio, alberghi e pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni (-0,5%), mentre ha registrato un incremento nell’industria (+0,2%; +0,7% per l’industria in senso stretto)

La variazione è risultata nulla per il settore del credito, assicurazioni, attività immobiliari e servizi professionali e per il comparto degli altri servizi. In termini tendenziali si registrano invece solo segni meno: il valore aggiunto delle costruzioni è diminuito del 6,7%, quello dell’agricoltura del 5,1%, quello dell’industria in senso stretto del 3,9% e quello dei servizi dell’1,3%.


Fonte:

Ansa

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