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Barometro Crif della domanda di prestiti da parte delle famiglie

Nel mese di settembre 2012 l’andamento della domanda dei prestiti da parte delle famiglie italiane (nel suo aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati) conferma per il secondo mese consecutivo un dato positivo, facendo registrare un +6% rispetto allo stesso periodo del 2011. Il dato cumulativo relativo al terzo trimestre dell’anno si attesta sul +1%, come non accadeva dal lontano 2008, e consolida una tendenza iniziata a partire da maggio ed interrottasi solamente nel mese di luglio.

“Evidentemente è ancora presto per dire se siamo di fronte all’avvio di una reale inversione di tendenza – commenta Simone Capecchi, Direttore Sale & Marketing di CRIF – anche perché lo scenario dei consumi da parte delle famiglie, specie di quelli di beni durevoli, rimane molto fragile. A questo riguardo dobbiamo infatti considerare che il dato aggregato delle domande di prestiti a partire dal 1 gennaio dell’anno risulta ancora negativo, più precisamente pari a -5% rispetto ai primi 9 mesi del 2011”.

Analizzando l’andamento della domanda aggregata nei primi nove mesi dei vari anni rispetto ai precedenti si evidenzia, però, come il dato negativo rilevato nel 2012 (-5%) si stia avvicinando a quelli più contenuti degli anni precedenti (rispettivamente -3% per il 2011, -4% per il 2010), rispetto al -9% del 2009 quando l’avvento della crisi economica rappresentò un elemento di forte discontinuità rispetto alle dinamiche pre-crisi.


Confrontando il numero delle domande di prestiti nei primi 9 mesi del 2012 con quello del 2008, quindi prima che la congiuntura economica negativa si consolidasse, emerge un decremento complessivo del -20%.

Entrando maggiormente nel dettaglio e distinguendo la domanda nelle due tipologie di prestiti (sempre considerando i dati ponderati sui giorni lavorativi rispetto allo stesso mese del 2011), emerge come a settembre 2012 siano stati i prestiti personali a far registrare ancora un calo, con un -1%, rispetto al +12% dei prestiti finalizzati, che riporta in positivo il valore complessivo dei dati.

Per quanto riguarda la durata del prestito richiesto, si evidenzia una sostanziale stabilità rispetto al recente passato: la classe oltre i 5 anni continua a risultare la più richiesta con una quota di quasi il 23% del totale, seguita dalla fascia compresa tra i 2 e i 3 anni (con una quota pari a quasi il 20%) e da quella fino ad 1 anno (con il 19%).
Disaggregando l’analisi, per i prestiti finalizzati la classe di durata maggiormente richiesta risulta essere quella fino a 1 anno, con quasi un terzo del totale, mentre per i prestiti personali la durata oltre i 5 anni è quella predominante (oltre il 41% del totale).

Considerando invece la distribuzione per classi di importo, per i prestiti finalizzati si conferma il trend di redistribuzione verso i ticket più bassi (sotto i 5.000 euro si concentra infatti oltre il 70% della domanda complessiva, fascia in forte crescita rispetto al 2011). Di conseguenza anche l’importo medio totale risulta in calo e si attesta su un valore inferiore a quello del cumulato nei primi nove mesi dell’anno scorso (4.819 euro del 2012 contro i 5.351 euro del 2011).


Anche per i prestiti personali è in atto una redistribuzione verso gli importi più bassi: le fasce di importo tra i 5.000 e i 20.000 euro continuano infatti a essere quelle in cui si concentra la maggior parte della domanda arrivando a una quota di quasi il 59% della domanda complessiva. Anche per i prestiti personali l’importo medio cumulato nei primi nove mesi dell’anno risulta in diminuzione e si attesta a 11.819 euro contro i 12.253 dello stesso periodo del 2011.


Analizzando infine l’età dei soggetti richiedenti prestiti, nel complesso di prestiti personali e prestiti finalizzati, nei primi nove dell’anno in corso quella in cui si è concentrata la maggior parte della domanda rimane quella compresa tra i 35 e i 44 anni, con oltre il 26% del totale.

“In un contesto caratterizzato dalla perdurante incertezza derivante dalla crisi economica ancora irrisolta e da un clima di fiducia che resta su valori minimi – conclude Capecchi – si può ipotizzare che gli italiani anche nel prossimo futuro saranno ancora fortemente condizionati nelle scelte di indebitamento. Dobbiamo però considerare che, nel complesso, la situazione finanziaria delle famiglie italiane risulta ancora sostanzialmente solida, in virtù di una ricchezza composta per la maggior parte da attività a basso rischio e, soprattutto, da un tasso di indebitamento ancora sotto controllo per quanto in aumento. Alla luce di queste evidenze, appare però oltremodo fondamentale che i consumatori abbiano una chiara consapevolezza del ruolo che il livello di sostenibilità finanziaria e la propria storia creditizia assumono nella valutazione da parte di banche e società finanziarie ai fini dell’erogazione del credito”.

 


Fonte:

Crif

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