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Si consolida la domanda di credito da parte delle imprese

Nel segno della continuità rispetto a quanto fatto registrare negli ultimi mesi, il numero di domande di credito da parte delle imprese italiane (analizzato sulla base delle anagrafiche riconducibili sia a imprese individuali sia a società di persone e capitali) nel mese di Giugno appena concluso ha fatto segnare un incremento del +12% rispetto al corrispondente periodo 2011 ma, soprattutto, il dato aggregato riferito al I semestre dell’anno in corso si è assestato su un +4,7%, in deciso miglioramento rispetto ai primi 6 mesi del 2011, che invece avevano evidenziato una contrazione pari a -0,7%.

Per altro, questo dato risulta significativo anche nel confronto con il I semestre 2010, con un complessivo +3,9%. Risulta invece una contrazione pari a -4,9% rispetto al pari periodo 2009, quando la crisi economica si era da poco conclamata e le imprese avevano avuto una reazione sostanzialmente ‘di pancia’, con un picco di richieste motivato dal timore di un imminente razionamento del credito.

“La ricaduta della nostra economia, nella seconda parte del 2011, è arrivata quando le performance registrate erano ancora ben distanti da quelle dei periodi pre-crisi mentre, ad esempio, il trend nei Paesi emergenti già evidenziava come questi stessero uscendo rafforzati dalla crisi – commenta Enrico Lodi, Direttore Generale Credit Bureau Services di CRIF –. Questo ha ulteriormente accelerato il processo di selezione e riorganizzazione delle imprese italiane, già messe a dura prova dal deterioramento del quadro congiunturale a partire dalla fine del 2008. Evidentemente, la dinamica registrata relativamente alla richiesta di credito nel I semestre dell’anno in corso è fortemente condizionata dalla congiuntura economica ancora negativa ma le imprese sembrano voler reagire con vigore, non smettendo di rivolgersi agli istituto di credito per raccogliere le risorse necessarie a finanziare l’attività e superare definitivamente la crisi”.

Nel complesso le difficoltà maggiori sembrano essere concentrate soprattutto nei settori meno in grado di sostenere la competizione internazionale, in particolare quella portata dai paesi emergenti su prodotti a basso costo e ridotto valore aggiunto, oltre che sulle imprese più fragili per dimensione e capitalizzazione, caratterizzate da una minore disponibilità di risorse proprie e, quindi, con maggiore bisogno di sostegno. Ma l’incremento delle richieste di finanziamenti da parte delle imprese si incrocia con la sostanziale cautela da parte degli istituti di credito che, in questa fase ancora caratterizzata da una grande incertezza e da modeste prospettive di ripresa, a loro volta si trovano a dover fare i conti con i vincoli e i costi del funding, requisiti di capitale più stringenti e la rischiosità dei propri portafogli di clientela.

Del resto, gli avvenimenti che hanno contraddistinto questi ultimi mesi hanno avuto un peso fondamentale nell’andamento dei mercati e, di riflesso, delle politiche creditizie, con la crescita del rischio Paese che ha generato un aumento rilevante del costo della provvista e una inevitabile maggiore selettività sul fronte degli impieghi. 

Analizzando la distribuzione delle richieste di credito effettuate dalle imprese italiane nel loro complesso, dal Barometro CRIF si evince come, rispetto al I semestre 2011, nei primi 6 mesi dell’anno in corso ci sia stato un significativo spostamento verso le fasce di importo più elevate a scapito della classe fino a 5.000 €, che però ancora assorbe la quota maggiore di domande con il 35,8% del totale.

Nello specifico, per le ditte individuali la classe di richieste di credito fino a 5.000 € è scesa al 39,9% del totale rispetto ad un peso superiore al 51% fatto registrare nel I semestre 2011. Per le società, invece, il decremento di questa fascia di importo è più contenuto, pur passando dal 39,8% del 2011 al 33,1% attuale. Complessivamente, l’importo medio dei finanziamenti richiesti dalle imprese italiane nel semestre appena concluso è stato pari a 45.171 Euro a fronte dei circa 38.900 Euro del pari periodo 2011.

Analizzando nel dettaglio l’andamento delle richieste di credito da parte delle imprese a livello territoriale, le uniche regioni che nel I semestre 2012 hanno visto una contrazione rispetto al corrispondente periodo 2011 sono state il Lazio (-5%), le Marche (-2%) e la Sicilia (-2%). Il maggior incremento, invece, viene riscontrato in Sardegna (+17%), Liguria, Molise e Valle d’Aosta (per tutte +16%). “Dopo anni in cui si era assistito alla sistematica concentrazione delle richieste di credito nelle fasce di importo più contenuto, l’inversione di tendenza registrata nel I semestre 2012 può essere interpretata come un ulteriore segnale della necessità da parte delle imprese italiane, tradizionalmente sottocapitalizzate, di raccogliere sul mercato del credito le risorse necessarie a finanziare l’attività e gli investimenti – conclude Lodi -.

Del resto, la debolezza del quadro congiunturale si è riflessa anche nella progressiva erosione della redditività delle imprese e, conseguentemente, sulla loro capacità di autofinanziamento. Per questa ragione le imprese non hanno smesso di richiedere credito anche durante le fasi più drammatiche della crisi. Per superare questo difficilemomento sarebbe però necessario che le nostre imprese cercassero di ‘internazionalizzare’ anche le fonti di finanziamento, approvvigionandosi su mercati più liquidi e qualificandosi di fronte a nuovi investitori sulla base del proprio merito creditizio certificato, ad esempio, da un rating”.


Fonte:

CRIF

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