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La Camera dà il via libera alla riforma del lavoro

Via libera definitivo dalla Camera dei deputati al ddl di riforma del mercato del lavoro, che ora è legge. I sì sono stati 393, 74 i contrari, 46 gli astenuti. Dopo le due votazioni di martedì, l’aula di Montecitorio ha votato la quarta e ultima fiducia chiesta dall’esecutivo. Monti aveva raccomandato di approvare la riforma prima del vertice Ue del 28-29 giugno, per mostrare che l’Italia non è solo un Paese con i conti in ordine, ma che ha anche approvato quelle «riforme strutturali» senza le quali la Germania non vuole cedere alla messa in comune delle garanzie sul debito. Il presidente del Consiglio ha anche aggiunto che, subito dopo il voto finale, scriverà al presidente del Consiglio europeo, per sottolineare i «progressi» dell’Italia nelle riforme strutturali.

VOTO – Non sono mancate le stoccate contro il governo neanche nel corso delle dichiarazioni di voto sul ddl lavoro. «Sarete pure sobri. Ma siete solo dei sobri ricattatori politici e truffatori politici». Così il leader dell’Idv Antonio Di Pietro riferendosi al «presidente del consiglio che non c’è», alias Mario Monti.

POLEMICA – La giornata dell’ultimo passaggio alla Camera del disegno di legge Fornero sul lavoro, è stata particolarmente movimentata anche a causa della polemica scaturita dall’intervista di Elsa Fornero al Wall Street Journal. Il giornale americano aveva parlato di una riforma del lavoro inconcludente, capace solo «di svuotare il lago di Como con mestolo e cannuccia». Critiche a cui il ministro ha risposto in una lunga intervista: «Stiamo cercando di proteggere le persone, non i loro posti – ha detto Fornero -. L’attitudine delle persone deve cambiare. Il lavoro non è un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso il sacrificio». Il ministro ha fatto riferimento anche alla nuova disciplina dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, con la possibilità di licenziamento individuale per motivi economici da parte delle aziende.

L’INTERVISTA – Frasi che hanno fatto subito scattare dure critiche, nel giorno degli Stati Generali del Welfare con contestuale lancio di petardi e fumogeni tra manifestanti e agenti: «Le parole del ministro Fornero sono aberranti – il commento di Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista – il lavoro in Italia è un diritto costituzionale. Si rilegga gli articoli 1 e 4, tra i Principi fondamentali della nostra Carta». Concetto ribadito anche dalla Lega Nord: «Il lavoro è un diritto. Il ministro Fornero ha giurato sulla Costituzione o su Topolino?» si è chiesto il senatore del Carroccio, Gianvittore Vaccari. «Se i lavoratori per caso leggessero il Wall Street Journal di oggi – ha scritto Antonio Di Pietro sul suo blog – scoprirebbero che dal giorno alla notte hanno perso anche il diritto formale al lavoro. A quanto pare la badessa Fornero ha riscritto, tutta da sola e senza chiedere il permesso a nessuno, l’art. 1 della Costituzione. Cara professoressa, questa è un’asineria bella e buona» il commento del leader dell’Italia dei Valori.

LA PRECISAZIONE – Il ministro ha cercato poi di precisare il senso delle sue parole (così nell’originale: «We’re trying to protect individuals not their jobs. People’s attitudes have to change. Work isn’t a right; it has to be earned, including through sacrifice»): «Il diritto al lavoro non è mai stato messo in discussione come non potrebbe essere mai visto quanto affermato dalla nostra Costituzione. Ho fatto riferimento alla tutela del lavoratore nel mercato e non a quella del singolo posto di lavoro, come sempre sottolineato in ogni circostanza». DDL – Quasi metà del Pdl non ha votato la riforma Fornero. Dai tabulati della votazione sul provvedimento finale, risulta infatti che sono stati 87 i deputati del partito di Angelino Alfano che a vario titolo non hanno votato a favore del ddl. Del gruppo alla Camera fanno parte 209 deputati. Tra questi 7 hanno votato contro, 34 si sono astenuti, 11 erano in missione, 35 non hanno partecipato al voto. Via libera invece dal Pd: «Con l’approvazione alla Camera del disegno di legge – ha commentato in una nota Cesare Damiano, capogruppo Pd nella commissione Lavoro di Montecitorio – i partiti che sostengono il Governo hanno dimostrato la coerenza del loro impegno e l’alto senso di responsabilità nelle scelte».

MONTI – Soddisfatto il presidente del consiglio Mario Monti: «Ho apprezzato lo sforzo rilevante che il Parlamento ha fatto per approvare definitivamente la riforma entro oggi – ha detto – proprio per presentare l’Italia in modo migliore in questa importante e difficile vertice europeo» che si terrà giovedì e venerdì a Bruxelles.


Autore: Corinna De Cesare, Fabio Savelli
Fonte:

Corriere della Sera

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