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Prospettive del mercato dei mutui residenziali: aziende di credito caute

CRIF ed Efma hanno presentato a Parigi i risultati di un nuovo studio congiunto sul mercato europeo del credito alle famiglie e sugli impatti stimati derivanti dall’adozione della proposta da parte della Commissione Europea di direttiva sul credito relativa agli immobili residenziali. Tramite questionari e interviste dirette, l’indagine CRIF-Efma ha coinvolto manager di primarie aziende di credito, sia player locali che istituti di livello internazionale, operanti in 13 differenti paesi europei.

Il 77% di coloro che hanno risposto alla ricerca provengono da banche generaliste mentre il 23% da istituzioni finanziarie e intermediari creditizi specializzati. Lo studio ha anche presentato un focus sui processi interni e sulle linee guida di business adottate dagli istituti di credito europei per la gestione dei portafogli di mutui residenziali nell’attuale contesto di mercato. Nel complesso, la ricerca evidenzia una significativa fragilità del mercato dei mutui residenziali, sia dal punto di vista dell’offerta che della domanda, dovuta a una situazione macroeconomica ancora sfavorevole e a una sostanziale erosione dei margini sui prodotti.

In termini di trend di mercato osservati nel 2011, il 51% degli intervistati ha dichiarato un calo nella domanda di prestiti e dei volumi equivalente a quello del 2010. Lo scenario del mercato dei mutui è visto dagli operatori di settore come particolarmente in difficoltà, con i requisiti di Basilea 3, la carenza di liquidità e l’incertezza circa il superamento della congiuntura economica negativa che contribuiscono a incrementarne la debolezza.

In particolare, secondo il 54% dei partecipanti la crisi di liquidità sarà uno dei fattori chiave che avrà un impatto negativo sulle nuove erogazioni di credito anche nel prossimo futuro, mentre il 46% ha dichiarato che i requisiti di capitale influenzeranno negativamente l’offerta di mutui. Di conseguenza, le aspettative per il 2012 non sono incoraggianti: solo il 18% degli operatori, infatti, ritiene che nell’anno in corso si registrerà un incremento nel volume di finanziamenti rispetto al 2011, mentre il 41% si aspetta un calo.

Relativamente alle previsioni su come potrebbe evolvere il mercato dei mutui sulla scia dell’adozione della direttiva, se fosse confermato l’attuale testo proposto – che introduce misure per un efficiente e unico mercato competitivo e promuove la stabilità finanziaria – i manager intervistati ritengono che gli impatti saranno sicuramente numerosi e significativi. Per la maggioranza dei rispondenti (61%) uno sviluppo di canali alternativi di erogazione sarà improbabile così come cambiamenti nella relazione tra enti erogatori e compagnie di assicurazione (46%), mentre una quota del 50% prevede un miglioramento nella consapevolezza dei consumatori rispetto al loro livello di indebitamento e nella capacità di confrontare differenti offerte di credito, oltre a una crescita della fiducia verso gli enti creditori.

D’altro canto, le disposizioni riguardo il calcolo del tasso annuo effettivo globale (APCR) sono generalmente considerate dai lenders come più efficaci nel migliorare la qualità e la trasparenza del mercato dei mutui, così come – per una quota del 50% di rispondenti – la regolamentazione degli intermediari creditizi e la supervisione sulle istituzioni non creditizie. Quest’ultima disposizione è ritenuta essere uno degli elementi contenuti nella proposta di direttiva che avrà il maggior impatto sul mercato perché si ritiene che tali nuove regolamentazioni porteranno una maggior qualità del credito erogato attraverso questi canali, a fronte di volumi inferiori di finanziamenti intermediati da queste tipologie di operatori.

Per quanto riguarda le valutazioni immobiliari, inoltre, la proposta di direttiva non presenta significativi cambiamenti rispetto alle regolamentazioni vigenti; ciononostante, nella ricerca Efma-CRIF è stata chiesto ai partecipanti la propria opinione e valutazione nel caso tali disposizioni fossero introdotte in forma di norma: secondo il 48% dei rispondenti, i lenders otterrebbero benefici significativi da una disposizione per la quale all’interno degli Stati membri venisse assicurato l’impiego da parte degli enti erogatori di valutatori in grado di dimostrare competenze e qualità compliant con gli standard nazionali e internazionali di valutazione, trasferendo inoltre in maniera chiara obbligazioni e responsabilità sulla rete di periti.

In aggiunta, il 74% dei partecipanti alla ricerca ritiene che dovrebbe essere incoraggiata la possibilità per gli enti erogatori di accedere e utilizzare fonti informative indipendenti e certificate per verificare redditi, risparmi e altre obbligazioni finanziarie del cliente. È interessante notare come la percentuale di coloro che dichiara di non essere particolarmente interessato a questo aspetto appartiene ai gruppi bancari con sede centrale in Francia. Dal punto di vista delle informazioni utili alla valutazione dell’affidabilità creditizia, la stragrande maggioranza degli operatori intervistati (il 74%, per la precisione) ritiene che poter accedere a informazioni sulle effettive capacità di spesa dei prestatari avrebbe un effetto positivo sulla valutazione di concessione di un mutuo.

In particolare, queste informazioni potrebbero comprendere dati esterni sulle abitudini di indebitamento, sul profilo di gestione dei crediti, sugli scoperti di conto e sull’utilizzo di credito revolving, sul livello complessivo di indebitamento e sulla propensione al credit shopping, al rifinanziamento e alla richiesta di credito a più di un istituto bancario. Inoltre, dalla ricerca è emerso che la recente crisi ha spinto i lenders – secondo il 41% dei rispondenti – a risviluppare i propri sistemi di rating interno con l’obiettivo di migliorare l’efficienza e le performance dei modelli utilizzati rispetto al nuovo scenario economico, evidenziando anche l’attenzione prestata da parte degli operatori alla valutazione della compliance dei rating interni sia rispetto ai requisiti normativi che al mutevole contesto economico. Inoltre, un altro 28% degli intervistati ha dichiarato che la propria organizzazione ha pianificato il risviluppo di tali sistemi entro i prossimi 12 mesi.

Seguendo la Direttiva sul Credito al Consumo approvata nel 2008, uno degli obiettivi dell’attuale proposta di direttiva sui mutui residenziali mira a promuovere pratiche di Responsible Lending e a garantire che la valutazione dell’affidabilità creditizia dei clienti sia gestita in maniera appropriata. A questo riguardo, gli indicatori di sostenibilità creditizia dovrebbero essere utilizzati non solo in fase di accettazione, ma andrebbero proficuamente estesi anche alla gestione del portafoglio per predire situazioni di insolvenza e permettere agli istituti finanziari di intervenire proattivamente.

“L’adozione della proposta di direttiva – le cui disposizioni per altro devono ancora essere approvate – possono certamente stimolare l’affermazione di principi di trasparenza e sostenibilità nell’erogazione di credito. Tuttavia ciò che l’attuale testo della proposta non affronta adeguatamente, e che può essere considerato il suo punto di maggior debolezza, riguarda proprio il ruolo e l’importanza della relazione prestatore-prestatario nell’ambito del prodotto mutui, in particolare visto il suo lungo periodo di maturità”, ha affermato Simone Capecchi, Director Finance Corporate Offer Italy and Western Europe di CRIF. “Questo studio fornisce una visione molto interessante sugli attuali atteggiamenti e attività nel settore dei servizi finanziari retail” – ha dichiarato Patrick Desmarès, Segretario Generale di Efma. “È chiaro che i lenders continuano ad essere cauti nel loro approccio al mercato dei mutui residenziali, e che si stanno adoperando verso una migliore qualità delle informazioni utile a supportare le proprie decisioni di erogazione e per analizzare come poter migliorare le valutazioni sull’affidabilità creditizia, non sono al momento della richiesta di un mutuo ma lungo tutta la relazione con il cliente, relativamente a ogni prodotto e per l’intera loro durata.”

La proposta di direttiva della Commissione Europea sul credito per gli immobili residenziali Per diversi anni la Commissione Europea si è impegnata in un riesame globale dei mercati UE dei mutui ipotecari residenziali, allo scopo di garantire il buon funzionamento del mercato unico. Il Libro bianco sull’integrazione dei mercati UE del credito ipotecario aveva già individuato elementi direttamente pertinenti alla concessione e accensione responsabile di mutui (ad esempio informativa precontrattuale, consulenza, valutazione del merito creditizio, rimborso anticipato e intermediazione creditizia) che ostacolavano il buon funzionamento del mercato unico.

Questi ostacoli, in particolare, impediscono l’esercizio dell’attività di credito in un altro Stato membro o ne aumentano i costi, a detrimento del consumatore. Il danno per il consumatore si concretizza nel calo di fiducia, nell’aumento dei costi e nella riduzione della mobilità dei clienti, a livello sia interno che transfrontaliero. Dati i problemi portati alla luce dalla crisi finanziaria e nel quadro degli sforzi intesi a garantire un mercato unico efficiente e competitivo, la Commissione Europea si è impegnata a proporre misure in merito alla concessione e accensione responsabile di mutui, compreso un quadro di riferimento affidabile sull’intermediazione creditizia.

In questo senso, la citata proposta di direttiva si propone un duplice obiettivo: in primo luogo mira a creare un mercato unico efficiente e competitivo nel quale i consumatori, i creditori e gli intermediari del credito possano godere di un elevato livello di protezione, promuovendo la fiducia dei consumatori, la mobilità dei clienti, l’attività transfrontaliera di creditori e intermediari del credito e la parità di condizioni. Rispettando, nel contempo, i diritti fondamentali sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, in particolare relativamente al diritto alla protezione dei dati personali. In secondo luogo la proposta di direttiva mira a promuovere la stabilità finanziaria, garantendo che i mercati del credito ipotecario operino in maniera responsabile.


Fonte:

CRIF-EFMA

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