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Pagare i debiti? Troppi ritardi le micro aziende sono più virtuose

Milano Le grandi aziende italiane peccano più delle piccole per mancanza di affidabilità nei pagamenti e si aggiudicano lo scettro di più morose del paese: solo 13 su cento pagano con puntualità i propri debiti. Al contrario sono le tante microimprese sparse qui e là per lo Stivale, a risollevare la media nazionale. Quasi la metà rispetta le scadenze. Tra le più virtuose in assoluto ci sono le imprese agricole: più di cinque su dieci (il 54,7%). E se il mondo rurale si distingue per serietà, dall’anno scorso è un po’ tutta l’Italia ad essere cambiata. Dopo quattro anni di segni meno e di morosità in aumento e dopo un terribile 2010 con appena il 37,5% delle imprese che rispettava le scadenze, adesso si è invertita la rotta. Il numero di aziende con i pagamenti in ordine nel 2011 è cresciuto di un 8,2%. E il trend positivo è proseguito anche nei primi tre mesi di quest’anno con il 47,6% delle imprese che non ha registrato ritardi nei pagamenti. Un dato sempre più vicino ai livelli pre-crisi quando metà degli imprenditori riusciva a saldare il debito entro i tempi. Eppure questi dati non possono ancora far parlare di ripresa. Seppure migliore della media europea (37,8% di virtuosi) quella italiana (45,7%) è ben lontana dagli standard tedeschi: in Germania 7 imprese su dieci pagano con puntualità. Ma soprattutto, le cifre emerse dallo studio “Pagamenti 2012” presentato la settimana scorsa a Milano da Cribis D&B — la società del gruppo Crif specializzata nelle business information — dicono che non è tutto oro quello che luccica. «Parte del miglioramento registrato a casa nostra — racconta l’amministratore delegato Marco Preti — è dovuta al fatto che il ritardo dei pagamenti si è sempre più istituzionalizzato, cioè è stato incorporato nei termini definiti per contratto tra le parti». Sono insomma sempre più diffusi gli accordi tra azienda creditrice e debitrice che prevedono tempi di pagamento più lunghi. Non a caso una ricerca effettuata lo scorso marzo dello stesso Cribis su un campione di oltre 500 credit manager italiani ha rivelato questa tendenza: nove intervistati su dieci ha ricevuto richiesta di allungare i termini di pagamento. Un problema per le Pmi sempre più a corto di liquidità. Se il problema si accentua quando il debitore è una grande impresa, soprattutto se ha sede nel sud del Paese, in Campania, Sardegna o Sicilia, regioni che sono in fondo alla classifica. Non brillano per virtù neanche le medie imprese (solo 25 su cento pagano nei termini prestabiliti) che seppure realtà meno numerose delle piccole imprese, sono quelle con maggiori volumi di forniture. Tra i migliori pagatori ecco invece le tante microimprese di cui è ricco il nostro territorio: le virtuose sono il 48,3%. In modo particolare prendono un buon voto in condotta quelle che hanno sede in Emilia Romagna perché in questa regione i pagamenti sono più puntuali che nel resto dello Penisola. Oltre alle imprese agricole tra le più affidabili ci sono quelle che offrono servizi finanziari. Mentre crescono i ritardi tra le aziende edili, dell’industria, del commercio all’ingrosso e dei trasporti. «Nella grande distribuzione, che muove volumi di acquisiti enormi — raccontano dal Cribis — i pagamenti puntuali sono invece inferiori al 22%». Il 48,6% delle aziende italiane che salda il proprio debito in ritardo, lo fa entro i primi trenta giorni dopo la scadenza dei termini. Mentre appena nel 4,9% dei casi i pagamenti avvengono entro i 90 giorni. «In questo primo trimestre 2012 — racconta l’ad Marco Preti — abbiamo notato che le aziende sono comunque sempre più attente proprio alla gestione dei tempi di pagamento, del credito commerciale e, più in generale, del working capital ». La crisi sta rendendo le imprese più responsabili, spiegano dal Cribis: «Molte di loro — conclude Preti — hanno investito in procedure e strumenti per intercettare i segnali di deterioramento dell’affidabilità dei partner e soprattutto sono riuscite a mantenere sotto controllo la capacità del proprio portafoglio clienti di generare ricavi, hanno messo in atto azioni di prevenzione per limitare il rischio e sono state capaci di fare previsioni sui flussi di cassa». Nel primo trimestre 2012 è stato notato che le aziende sono sempre più attente proprio alla gestione dei tempi di pagamento, del credito commerciale e, più in generale, del working capital


Autore: Stefania Aoi
Fonte:

La Repubblica

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