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Crisi, la contrazione della liquidità minaccia le imprese europee: indagine annuale European Payment Index

L’indagine European Payment Index è stata effettuata su oltre 8.000 imprese nel primo trimestre del 2012 in 28 paesi Europei.

Principali risultati EUROPA:

• Il 57% delle aziende intervistate dichiara di aver problemi di liquidità a causa dei ritardi di pagamento, un dato in aumento del 10% rispetto allo scorso anno. Ma esiste una grande differenza fra i diversi paesi. In Grecia le aziende con problemi di liquidità sono il 96% mentre in Finlandia solo il 37%.

• Le perdite su crediti hanno raggiunto il valore di 340 miliardi di Euro. Nel 2011, il 2,8 % del fatturato totale delle aziende non è stato pagato.

• L’Europa è divisa. La Germania, la più grande potenza economica europea, ha visto diminuire le perdite su crediti del 17% rispetto all’anno precedente attestandosi al 2,0%, il livello più basso dal 2008. Il Regno Unito, la terza economia europea, invece mostra un trend negativo. Le perdite su crediti sono aumentate del 9% attestandosi al 3,5%.

• Anche i paesi nordici mostrano un trend positivo. In Finlandia le perdite su crediti sono diminuite del 16% attestandosi al 1,6%. Il valore più basso in Europa. In Svezia , Danimarca e Norvegia le perdite su crediti sono diminuite di circa il 10%.

• I paesi più colpiti dalla crisi finanziaria hanno tutti riportato un aumento delle perdite su crediti. La Grecia ha raggiunto il valore di 5,9% ( +20%) e la situazione è altrettanto preoccupante in Bulgaria e Romania. Anche Portogallo, Polonia e Ungheria e mostrano segnali negativi con un peggioramento rispettivamente del 13%, 14% e 17%.

• In media, i tempi contrattuali di pagamento per il settore B2B si sono ridotti passando da 36 a 32 giorni ma il ritardo rimane a quota 20 giorni. • Il 94% delle aziende europee ritiene che, nei prossimi 12 mesi il rischio di pagamento aumenterà o rimarrà stabile.

Principali risultati ITALIA:

• Il 70% delle aziende in Italia soffre di problemi di liquidità a causa dei ritardi di pagamento. Un incremento del 6% rispetto allo scorso anno.

• Le perdite su crediti sono rimaste stabili al 2,6% del fatturato. Una cifra pari a 40,52 miliardi di euro.

• In media, i tempi contrattuali di pagamento per il settore B2B si sono ridotti passando da 69 a 65 giorni ed anche i gironi di ritardo si sono accorciati passando da 34 a 31 giorni.

• Nel confronto europei l’Italia detiene due primati negativi. Quello di “peggiore pagatore” nel settore B2C con il tempo di pagamento di 75 giorni e nel settore della Pubblica Amministrazione dove il tempo di pagamento si attesta a 180 giorni. I migliori pagatori, in tutti i mercati, si confermano ancora una volta i finlandesi.

• Il 96% delle aziende italiane ritiene che, nei prossimi 12 mesi il rischio di pagamento aumenterà o rimarrà stabile. Gli ottimisti sono solo il 4%.

La ricerca European Payment Index pubblicata da Intrum Justitia, riporta che le imprese europee sono gravemente schiacciate da problemi di liquidità a causa dei ritardi di pagamento e le perdite su crediti hanno raggiunto il valore di 340 miliardi di Euro. Le economie dell’ Europa riportano storie molto diverse. La Germania, ed i paesi nordici riportano risultati molto migliori rispetto ai paesi dell’area meridionale e dell’est. “L’indagine EPI 2012 mostra che il divario fra i vari paesi europei è ulteriormente cresciuto. Una percentuale allarmante di aziende in paesi come la Grecia, il Portogallo e la Spagna devono affrontare problemi di liquidità a causa dei ritardi di pagamento. Le perdite su crediti continuano ad aumentare, Grecia, Bulgaria, Romania e Slovenia riportano valori superiori al 5%. Questo significa che in questi paesi le aziende perdono un euro per ogni venti di fatturato. Ed anche economie importanti come Regno Unito e Polonia hanno risentito di forti perdite su crediti.” commenta Davide Magri, Amministratore Delegato di Intrum Justitia Italia.

Le difficoltà economiche e finanziarie prolungate stanno avendo conseguenze molto pesanti. In Italia i principali effetti negativi della recessione sono stati contrazione della liquidità, riduzione delle vendite e restrizione del credito bancario. il 65% delle aziende ha dichiarato di aver avuto una contrazione della liquidità a causa della recessione. Oggi, alla sua ottava edizione, l’indagine EPI 2012 rivela che le aziende cercano di rispondere al problema della contrazione della liquidità riducendo i tempi contrattuali di pagamento. In media il periodo contrattuale in Europa per il settore B2B è diminuito da 36 a 32 giorni. Le aziende italiane sono in linea con questo trend decrescente e nel settore B2B il termine contrattuale medio è sceso da 69 a 65 giorni ed anche il ritardo di pagamento è migliorato passando da 34 a 31 giorni. “Le aziende in Europa ed anche in Italia stanno cercando di far fronte ai problemi di liquidità ponendo sempre maggiore attenzione alla credit policy ed al cash flow matching. Quindi cercano di pagare le loro fatture il più tardi possibile, chiedendo di farsi pagare il più presto possibile. La pressione sulla liquidità è cosi forte che le imprese, oltre ad accorciare le condizioni di pagamento hanno rivisto anche le proprie procedure interne. Oggi nessuno può più permettersi di aspettare a sollecitare i pagamenti. Questo spiega il miglioramento dei tempi di pagamento, che in Italia si registra nei segmenti B2B e B2C mentre rimane costante a 180 giorni per la Pubblica Amministrazione.” continua Davide Magri.

Le misure adottate dagli organismi europei ed internazionali per fermare la crisi finanziaria internazionale in generale e la crisi dell’euro in particolare si sono in gran parte incentrate sul salvataggio delle banche e del sistema finanziario. L’indagine, tuttavia, mostra che il 47 per cento delle imprese in Europa afferma di avere meno fiducia nelle banche e solo il 5 per cento è fiducioso di ricevere il sostegno finanziario per la propria attività. In Italia il 50% è meno confidente nell’appoggio da parte delle banche ed il 49% è rimasto stabile mentre solo l’1% è più ottimista. Questo dimostra che solo una piccola parte degli aiuti finanziari raggiunge effettivamente le imprese. “Il capitale circolante è vitale per l’economia nel suo complesso, ma se le ingenti somme spese per il salvataggio delle banche non si riversano alle imprese che producono beni e servizi, la strada della ripresa economica sarà una corsa lunga e difficile. La scarsa fiducia delle imprese nelle banche è molto preoccupante. Ma un dato ancora più sorprendente è che in Europa solo il 30% delle aziende è convinto di un efficace sostegno da parte del proprio governo nazionale, percentuale che, per le aziende italiane, scende al 5%” Conclude Davide Magri.

Le imprese hanno scarsa fiducia nelle banche e nella capacita di sostegno da parte dei governi e si sentono abbandonate a se stesse. Pertanto la situazione sembra offrire poche speranze di miglioramento nel prossimo futuro – il 94 per cento delle imprese in Europa ed il 96% in Italia ritiene che, nei prossimi 12 mesi, il rischio di pagamento aumenterà o rimarrà stabile. INFO L’indagine European Payment Index 2012, giunta alla sua ottava edizione, è stata condotta contemporaneamente in 28 paesi, tra gennaio e marzo 2012. L’indagine è stata condotta in forma scritta ed hanno risposto oltre 8000 le aziende. Il questionario è stato tradotto nelle rispettive lingue nazionali. Spedizione e raccolta dei questionari sono state condotte in modo decentrato da parte dei paesi interessati, mentre l’analisi è stata effettuata a livello centrale secondo le linee guida prestabilite. Tutte le informazioni sono state verificate ed i dati incerti non sono stati inclusi nella valutazione. Inoltre, non tutti i questionari inviati anonimamente sono state presi in considerazione per la valutazione. Le aziende nel Regno Unito ed Irlanda sono state intervistate online da una ditta specializzata


Fonte:

Quotidiano del Nord

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