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Debito – Pil ai massimi dal 1996

Brusca frenata della crescita economica nel 2011. Lo scorso anno il prodotto interno lordo italiano è aumentato solo dello 0,4%, sotto le attese del Governo che prevedeva un +0,6% (dati grezzi) e in netto rallentamento rispetto al +1,8% del 2010. Il dato è comunque incoraggiante se equiparato alla flessione del 5,5% manifestatasi nel 2009.

Nonostante la crescita degli ultimi due anni, nel 2011 il Pil in volume si è attestato su livelli ancora inferiori a quelli registrati negli anni precedenti la crisi economica del 2008-2009. I dati finora disponibili per i maggiori Paesi sviluppati mostrano un aumento del Pil in volume anche nel Regno Unito (0,9%), in Francia (1,7%), negli Stati Uniti (1,7%) e in Germania (3%) e una diminuzione solo in Giappone (-0,9%). La crescita del Pil nel 2011 è stata accompagnata da un aumento delle importazioni di beni e di servizi pari allo 0,4%, che ha determinato un incremento delle risorse disponibili pari allo 0,4%.

Dal lato degli impieghi è emersa, invece, una stazionarietà dei consumi finali nazionali e una flessione pari all’1,9% degli investimenti fissi lordi. Dal lato della domanda, sempre nel 2011, si è verificato un incremento del 5,6% nelle esportazioni di beni e servizi e una diminuzione dell’1,9% negli investimenti fissi lordi, mentre i consumi finali nazionali sono rimasti stazionari. Le importazioni sono aumentate dello 0,4%. A livello settoriale, il valore aggiunto ha registrato un aumento in volume pari all’1,2% nell’industria in senso stretto e allo 0,8% nei servizi, mentre le costruzioni hanno invece mostrato una flessione del 3,5% e l’agricoltura, silvicoltura e pesca dello 0,5%. Lo scorso anno il valore del Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.580 miliardi di euro correnti, con un aumento dell’1,7% rispetto all’anno precedente. Livelli record invece da 15 anni per il rapporto fra debito e Pil nel 2011. Il dato ha raggiunto il 120,1%, ai massimi dal 1996, a fronte del 118,7% nel 2010, del 116,1% nel 2009 e del 105,8% nel 2008. Il deficit-Pil invece è migliorato lo scorso anno. Secondo l’Istat, l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è sceso al -3,9% dal -4,6% del 2010.

Un dato in linea con la stima del Governo per il deficit-Pil 2011, che prevedeva un 3,8%. “Il calo del deficit è in linea con le nostre attese”, ha commentato Chiara Corsa di Unicredit. “Positivo anche il dato sull’avanzo primario. Complessivamente alla luce di questi dati il progetto del rientro del deficit nel 2013 tiene assolutamente, anche se forse sarà un po’ meno rapido rispetto alle previsioni, perché il governo si basa su stime di crescita che probabilmente andranno un po’ riviste al ribasso: il Governo prevede un deficit all’1,2% nel 2012 e a zero nel 2013 mentre secondo noi avremo 1,5% e zero, appunto un sentiero meno rapido, ma comunque un target che verrà raggiunto senza manovre aggiuntive”. Sul fronte del debito, ha proseguito la Corsa, “si è registrato un aumento, anche se questo 120,1% dovrebbe rappresentare il picco. Con i dati di oggi il sentiero di rientro di deficit e debito resta decisamente alla portata del governo, e siamo fiduciosi che non serviranno altri interventi sui conti pubblici”.

Nel 2011, poi, il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) è stato pari a 15.658 miliardi di euro correnti, valore pari all’1,0% del Pil. Il rapporto era pari a zero nel 2010 e a -0,8% nel 2009. Una delle poche note positive è la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil), che è risultata pari al 42,5%, in riduzione di 0,1 punti percentuali rispetto al 2010. Nel 2011 inoltre le entrate totali delle amministrazioni pubbliche, pari al 46,6% del Pil, sono salite dell’1,7% rispetto all’anno precedente (+1,1% nel 2010). Per chiudere in bellezza, le posizioni in derivati hanno prodotto maggiori interessi sul debito pubblico italiano pari a circa 2 miliardi nel 2011, mentre nel 2010 il saldo era stato sempre negativo e pari a circa 1,7 miliardi di euro.


Autore: Annalisa Vilardo – 02/03/2012
Fonte:

Milano Finanza

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