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Alle stelle il rischio sul debito bancario

Tempi duri per le banche europee. A pesare sulle loro azioni e obbligazioni non ci si mette solo l’esposizione ai titoli di Stato dei Paesi euro in difficoltà, ma anche la Commissione europea, con il piano di gestione delle crisi bancarie, in cui si prevede che siano gli stessi detentori di bond a sostenere l’onere di eventuali futuri dissesti, escludendo il sostegno degli Stati. Un progetto presentato la scorsa settimana a Bruxelles e in fase di consultazione sino al prossimo 3 marzo. Risultato? Gli spread dei Credit default swap sul debito delle principali banche europee, e con essi il costo di protezione dall’eventuale insolvenza degli istituti emittenti, in questi ultimi dieci giorni si sono letteralmente impennati. In particolare, l’indice i Traxx Senior financial di Markit ieri ha superato i 201 punti base dai 165 di fine dicembre (un aumento del 22%).

L’idea della Commissione è che, in caso di emergenza, le autorità di vigilanza nazionali d’imperio possano convertire in capitale o svalutare il debito subordinato ed eventualmente anche quello senior, in modo da evitare che a metter mano al portafoglio siano i governi. Un progetto che ha dato da pensare agli investitori in bond bancari, anche se le nuove condizioni sarebbero valide solo per i titoli di nuova emissione. C’è infatti una conseguenza diretta anche per i bond in circolazione, visto che la nuova normativa comporterebbe per le banche un aumento del costo della raccolta. Non stupisce, quindi, che per esempio una banca come Commerzbank, salvata dal governo tedesco con aiuti per 18,2 miliardi di euro, abbia visto balzare del 76% gli spread sui suoi Cds, dai 147 punti base di fine dicembre ai 258 di ieri. Ma anche i derivati di credito sulle banche italiane hanno corso: quelli su Mps sono balzati negli ultimi dieci giorni a 352 punti base da 263 (+34%), quelli su Unicredit sono arrivati a 234 pb da poco più di 190 (+23%) mentre per Intesa Sanpaolo lo spread è di 210 punti da circa 150 (+40%).


Autore: Stefania Peveraro
Fonte: Milano Finanza

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