Scelti per voi

La miccia spagnola dei crediti bancari a rischio insolvenza

Il 2011 sarà l’anno della verità per la Spagna e le sue banche. Sotto il cielo di Madrid c’è una mina inesplosa che rischia di deflagrare. E se ciò dovesse avvenire la crisi irlandese o quella greca apparirebbero come dei temporali estivi, rispetto alla bufera che provocherebbe una crisi del sistema bancario spagnolo. A lanciare l’allarme sono molti osservatori preoccupati dalle perdite potenziali celate nei portafogli crediti degli istituti.

Già la Banca di Spagna nei mesi scorsi aveva quantificato le sofferenze sui prestiti dell’universo bancario in 100 miliardi di euro, il 5,5% del totale dell’esposizione creditizia. Un livello che non si vedeva dal ’96. Fin qui i dati ufficiali, preoccupanti ma tutto sommato sotto controllo. Ma c’è un ma. I calcoli della banca centrale non tengono conto, come rileva uno studio di Ubs, di tutti i prestiti dubbi su cui c’è un rischio concreto di non rientro da parte dei debitori. Calcolato così il rischio perdite sale dal 5,5% a oltre il 10% del totale dei crediti. E a rendere concreto questo pericolo c’è la particolare natura del sistema bancario del paese. Con l’Irlanda, la Spagna è il paese che vanta la maggiore esposizione verso i privati, ma soprattutto il settore immobiliare. Solo questo comparto assorbe prestiti per il 40% del Pil spagnolo, un livello pari a 4-5 volte la media degli altri paesi dell’eurozona.

Ed è proprio la bolla immobiliare spagnola, che non accenna a spegnersi, la ragione dei timori per l’universo del credito, in particolare il sistema delle Caixa, le casse di risparmio particolarmente toccate dalla crisi. Le stime di Ubssono condivise dagli analisti di Barclays Capital che ricordano come gli stress test dell’estate scorsa abbiano previsto perdite potenziali per le banche spagnole comprese tra i 146 miliardi e i 173 miliardi di euro nello scenario più avverso. Stime ritenute ora superate in peggio. Secondo Barclays c’è da attendersi ben 200 miliardi di buco nei conti degli istituti. Quella cifra collima con le previsioni di Ubs che vedono le perdite potenziali a oltre il 10% dell’intero portafoglio crediti delle banche che ammonta a 1.850 miliardi.

Ma anche Moody’s non è particolarmente ottimista. Le prospettive per le banche restano negative perché le difficoltà del contesto economico si riverbereranno sul peggioramento della qualità degli attivi. Il tasso di disoccupazione al 20% resterà alto anche nel 2011, mentre la crescita del Pil, come prevedono gli analisti di UniCredit Research, non si spingerà oltre lo 0,5%. Resterà in territorio negativo al 6% il rapporto tra deficit e Pil. E soprattutto nel 2011 andrà rifinanziato debito per 150 miliardi di euro di cui la metà in capo alle banche. E così in un contesto macro-economico che stenta a riprendersi, la possibilità di un accumulo delle perdite nei portafogli delle banche si fa più concreta. Moody’smette il dito sul fragilissimo sistema delle casse di risparmio per le quali, nello scenario peggiore, giunge a stimare un rosso nei conti delle Caixa di ben 140 miliardi di euro. Sono stime previste in casi di forte stress del sistema e non è detto che ciò accada. Ma di certo gli occhi dei governanti dell’eurozona e dei banchieri centrali saranno puntati in questo inizio del 2011 su Madrid e le sue vicissitudini.


Autore: Fabio Pavesi
Fonte: Il Sole 24 ore

Credit Village è oggi il punto di incontro e riferimento - attraverso le sue tre aree, web, editoria, eventi - di professionisti, manager, imprenditori e operatori della gestione del credito. Nasce nel 2002 con l’intento di diffondere anche in Italia, così come avveniva nel mondo anglosassone, la cultura del Credit e Collection Management.