La maggioranza degli analisti aveva previsto un calo della redditività per le banche europee nel 2025 dovuto principalmente alla normalizzazione dei margini di interesse netti in seguito alla riduzione dei tassi di interesse.
Tuttavia, l’annuncio di un significativo aumento degli stimoli fiscali in Germania e l’impennata dei rendimenti obbligazionari in tutto il continente potrebbero mettere in discussione questa ipotesi e consentire alle banche di sostenere più a lungo livelli di redditività più elevati.
Pur avendo intrapreso un percorso di allentamento monetario, la BCE ha riconosciuto l’accresciuta incertezza e ha mantenuto una notevole flessibilità per le decisioni future. Le prospettive di un maggiore stimolo fiscale potrebbero alterare le dinamiche di crescita macroeconomica e di inflazione e indurre la banca centrale a mantenere i tassi di interesse a livelli più elevati di quanto previsto in precedenza. I movimenti di mercato della scorsa settimana, tra cui l’aumento dei rendimenti dei bund tedeschi, l’incremento delle aspettative sui tassi a lungo termine in tutta Europa e il rafforzamento dell’euro rispetto alle principali valute, sembrerebbero supportare questa tesi.
Con tassi più alti e curve dei rendimenti potenzialmente più ripide, le banche europee potrebbero continuare a beneficiare di spread commerciali più elevati più a lungo di quanto previsto in precedenza, prolungando la striscia di risultati positivi del 2022-2024. L’aumento dei tassi potrebbe indebolire la domanda di prestiti e comportare rischi per la qualità degli asset, ma non è detto che ciò avvenga se il contesto di tassi più elevati deriva da un contesto di crescita economica più forte. Il fatto che questo contesto favorevole di tassi positivi e di curva dei rendimenti inclinata positivamente si trasformi da ciclico a strutturale è importante per i profili di credito delle banche.
In un intervento recente, Marco Troiano, Head of Financial Institutions di Scope Ratings ha evidenziato come finora gli analisti dell’agenzia di abbiamo considerato l’aumento della redditività delle banche come temporaneo e destinato a invertirsi con la svolta del ciclo dei tassi. Per questo motivo, i rating, che valutano l’affidabilità creditizia delle banche nell’arco del ciclo, non hanno subito una diffusa migrazione verso l’alto. Tuttavia, se l’attuale contesto dei tassi dovesse consolidarsi, anche l’elevata redditività del settore sarebbe positiva per alcuni emittenti.
I maggiori vincitori in questo scenario sono le banche con quantità significative di depositi vincolati. Queste banche beneficiano di depositi meno sensibili ai prezzi, con conseguenti minori costi di finanziamento relativi in caso di aumento dei tassi di interesse, a sostegno di margini di interesse netti più elevati e della redditività complessiva. Al contrario, i modelli di business che si affidano in misura maggiore alla raccolta all’ingrosso o a depositi più sensibili ai prezzi possono subire pressioni, in quanto lottano per rimanere competitivi con l’aumento del costo della raccolta.
La maggioranza degli analisti aveva previsto un calo della redditività per le banche europee nel 2025 dovuto principalmente alla normalizzazione dei margini di interesse netti in seguito alla riduzione dei tassi di interesse.
Tuttavia, l’annuncio di un significativo aumento degli stimoli fiscali in Germania e l’impennata dei rendimenti obbligazionari in tutto il continente potrebbero mettere in discussione questa ipotesi e consentire alle banche di sostenere più a lungo livelli di redditività più elevati.
Pur avendo intrapreso un percorso di allentamento monetario, la BCE ha riconosciuto l’accresciuta incertezza e ha mantenuto una notevole flessibilità per le decisioni future. Le prospettive di un maggiore stimolo fiscale potrebbero alterare le dinamiche di crescita macroeconomica e di inflazione e indurre la banca centrale a mantenere i tassi di interesse a livelli più elevati di quanto previsto in precedenza. I movimenti di mercato della scorsa settimana, tra cui l’aumento dei rendimenti dei bund tedeschi, l’incremento delle aspettative sui tassi a lungo termine in tutta Europa e il rafforzamento dell’euro rispetto alle principali valute, sembrerebbero supportare questa tesi.
Con tassi più alti e curve dei rendimenti potenzialmente più ripide, le banche europee potrebbero continuare a beneficiare di spread commerciali più elevati più a lungo di quanto previsto in precedenza, prolungando la striscia di risultati positivi del 2022-2024. L’aumento dei tassi potrebbe indebolire la domanda di prestiti e comportare rischi per la qualità degli asset, ma non è detto che ciò avvenga se il contesto di tassi più elevati deriva da un contesto di crescita economica più forte. Il fatto che questo contesto favorevole di tassi positivi e di curva dei rendimenti inclinata positivamente si trasformi da ciclico a strutturale è importante per i profili di credito delle banche.
In un intervento recente, Marco Troiano, Head of Financial Institutions di Scope Ratings ha evidenziato come finora gli analisti dell’agenzia di abbiamo considerato l’aumento della redditività delle banche come temporaneo e destinato a invertirsi con la svolta del ciclo dei tassi. Per questo motivo, i rating, che valutano l’affidabilità creditizia delle banche nell’arco del ciclo, non hanno subito una diffusa migrazione verso l’alto. Tuttavia, se l’attuale contesto dei tassi dovesse consolidarsi, anche l’elevata redditività del settore sarebbe positiva per alcuni emittenti.
I maggiori vincitori in questo scenario sono le banche con quantità significative di depositi vincolati. Queste banche beneficiano di depositi meno sensibili ai prezzi, con conseguenti minori costi di finanziamento relativi in caso di aumento dei tassi di interesse, a sostegno di margini di interesse netti più elevati e della redditività complessiva. Al contrario, i modelli di business che si affidano in misura maggiore alla raccolta all’ingrosso o a depositi più sensibili ai prezzi possono subire pressioni, in quanto lottano per rimanere competitivi con l’aumento del costo della raccolta.