Il terzo trimestre del 2023 ha portato ulteriori sfide al settore delle aste immobiliari in Italia, con dati che rivelano un calo significativo rispetto agli anni precedenti. Secondo le informazioni rese disponibili da Reviva, un’azienda con sede a Milano specializzata nella vivacizzazione delle aste immobiliari, il numero di aste registrate è sceso del 21% rispetto al terzo trimestre del 2022, con un totale di 114.846 aste. Questo rappresenta un calo ancora più marcato, pari al -38%, rispetto allo stesso periodo nel 2019. Questi dati sono in linea con quanto già osservato nel secondo trimestre del 2023, quando il settore ha registrato un calo del 21% rispetto all’anno precedente.

Il valore complessivo dell’offerta minima è anch’esso in diminuzione, con una cifra di 13,5 miliardi di euro, un calo del 30% rispetto allo stesso periodo del 2022. Questo rappresenta il peggior terzo trimestre dal 2019, escludendo l’anno 2020, quando le aste sono state sospese a causa dell’emergenza sanitaria.

Le aste immobiliari in Italia si suddividono in diverse tipologie, con il 35,3% delle aste riguardanti immobili non residenziali, il 53,3% residenziali e l’11,4% terreni. I prezzi medi degli immobili residenziali all’asta si sono attestati a 87.175 euro, mentre quelli non residenziali sono saliti a 170.724 euro e i terreni sono scesi a 94.438 euro, con un calo rispetto all’anno precedente.

Da un punto di vista geografico, il Nord Italia rappresenta il 33,2% delle procedure di asta, seguito dal Centro con il 25,7%, dal Sud con il 24,5% e dalle Isole con il 16,6%. Questo segna un trend in atto dal 2019, con una diminuzione della quota del Nord del 23,5% a favore di un aumento delle quote del Sud e delle Isole. Questa differenza è principalmente dovuta alle diverse tempistiche di chiusura delle procedure nei tribunali nelle varie regioni.

Un altro aspetto interessante è l’aumento delle vendite telematiche, che rappresentano il 40% del totale, un incremento rispetto al 37% dell’anno precedente. Tuttavia, solo il 33% delle aste si è svolto in modalità mista e il 27% presso il venditore. Questo trend potrebbe avere un impatto negativo sul valore delle aste, poiché le aste puramente telematiche sono spesso complesse e possono portare all’assenza di offerenti.

Le previsioni per il futuro non sono particolarmente rosee. Si stima che entro la fine del 2023 il numero di aste possa raggiungere tra 150.000 e 160.000, segnalando un aumento rispetto agli anni precedenti. Questo aumento delle aste è attribuito a cambiamenti nelle condizioni economiche e nei tempi di iscrizione delle procedure.

In conclusione, il mercato delle aste immobiliari in Italia sta attraversando un periodo di notevole cambiamento, con un numero significativo di aste in calo e un aumento delle vendite telematiche. È importante monitorare da vicino come questi cambiamenti influenzeranno il settore nei prossimi trimestri.

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