Banche e Imprese Credito e consumatori Dalla Redazione

lmpennata dei tassi di interesse, stabili le sofferenze bancarie. I dati di Bankitalia.

Continua l’impennata dei tassi di interesse sulle varie forme di finanziamento concesse dalle banche a famiglie e imprese. Secondo i dati pubblicati da Bankitalia nel mese di novembre i tassi di interesse sui nuovi mutui, comprensivi delle spese accessorie (Taeg), sono arrivati al 3,55% contro il 3,23% di ottobre, portandosi sui valori massimi da più di 8 anni. E i tassi di interesse sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono schizzati al 9,25% contro l’8,93% di ottobre. Per ritrovare lo stesso valore di tassi di interesse sui mutui bisogna tornare indietro a giugno 2014 mentre il livello più alto dei tassi sul credito al consumo si è registrato a marzo 2014. I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie hanno toccato il 2,94%, in aumento rispetto al 2,54 del mese precedente.

Rallenta la dinamica dei prestiti: a novembre i prestiti alle famiglie sono aumentati del 3,8% sui dodici mesi (4% nel mese precedente) e quelli alle società non finanziarie del 2,8% (contro il 3,1% nel mese precedente). I depositi del settore privato sono diminuiti dello 0,3% su base annua; la raccolta obbligazionaria è diminuita del 3,2% sullo stesso periodo dell’anno precedente (-6,0 ad ottobre). L’ultimo calo dei depositi più negativo di quello registrato a novembre si era avuto a gennaio 2012, quasi 11 anni fa, quando la variazione sui dodici mesi era stata pari a -0,79%. Un dato che registra le maggiori difficoltà a risparmiare riscontrate dalle famiglie italiane, strette tra l’aumento dell’inflazione e l’impennata delle bollette.

Stabili le sofferenze bancarie che ammontano a un totale di 34 miliardi di euro.

Purtroppo le prospettive non sono delle migliori e si prevedono altri aumenti dei tassi di interesse alla luce dell’ultima decisione della Banca centrale europea, presa lo scorso dicembre, di aumentare i tassi di interesse di ulteriori 50 punti base. Tale aumento non è considerato nei dati di Bankitalia che si fermano a novembre e ci si aspetta un altro rialzo già nel mese di gennaio.