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Cento miliardi sul piatto M&A, così riparte anche l’Italia

Torna la fiducia sulle prospettive di ripresa dell’economia globale. E con la fiducia come carburante, il business scalda i motori e si prepara a far ripartire la macchina dell’M&A. Gli amministratori delegati delle più importanti aziende globali, infatti, si dichiarano pronti a sviluppare strategie aggressive di crescita tramite acquisizioni nei prossimi 3 anni.

È questo uno dei risultati principali che emerge dalla 7a edizione della ricerca «KPMG CEO Outlook 2021», la ricerca annuale condotta tra fine giugno e inizio agosto su un campione di oltre 1.300 amministratori delegati di undici tra le principali economie globali, tra cui l’Italia, che guidano imprese con un fatturato superiore ai 500 milioni di dollari. Un terzo delle aziende intervistate ha ricavi superiori ai 10 miliardi di dollari. Nonostante la variante «Delta» determini ancora molte preoccupazioni, la maggioranza dei ceo interpellati esprime un livello di fiducia ormai su livelli pre-pandemia. Il 60% è positivo sulla crescita globale dei prossimi 3 anni. Un dato che rappresenta un significativo aumento rispetto al 32% registrato a inizio anno. Quasi 9 ceo su 10 (87%) stanno pianificando acquisizioni per accelerare la crescita.Lo slancio

Oltre alle acquisizioni, si punta anche su alleanze e joint venture. Per il 69% dei ceo quella delle alleanze e delle JV è una strada alternativa di crescita inorganica da seguire con convinzione. Questi risultati dimostrano che sul mercato c’è molta liquidità e che le aziende hanno bisogno di imprimere un’accelerazione al loro percorso di crescita, adottando strategie di crescita inorganica per espandersi in nuovi mercati o per acquisire asset complementari rispetto al loro core business. Ci aspettiamo che nella maggioranza dei casi si tratterà non di operazioni opportunistiche, ma di acquisizioni industriali di tipo «transformational», destinate cioè ad avere un impatto rilevante sul perimetro e sul modello di business delle imprese.

Il tema della sostenibilità rimane in cima all’agenda. Uno degli aspetti positivi emersi dall’esperienza del Covid-19 è l’attenzione ai criteri Esg che si posizionano al centro delle strategie di lungo termine delle aziende. Il 30% degli amministratori delegati investirà più del 10% dei ricavi globali della propria organizzazione in programmi e misure sostenibili. Su questo punto però i leader aziendali chiedono interventi pubblici per facilitare gli investimenti: in particolare, il 77% dei business leader ritiene fondamentale una qualche forma di incentivo fiscale da parte dei governi per il raggiungimento dell’obiettivo «net-zero».Vocazione verde

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Fonte: Il Corriere della Sera

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