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Nexi chiude su Nets: nasce il leader europeo da 2,9 miliardi di ricavi

A sei settimane dall’accordo con Sia, Nexi si concede il bis e chiude su Nets. I due gruppi hanno deciso la fusione, per dare forma a «una piattaforma con scala unica e presenza in oltre 25 paesi». Le sinergie ‘cash’ ricorrenti stimate sono di circa 170 milioni annui a regime, che vanno ad aggiungersi ai 150 milioni stimati per la fusione con SIA. Dalle due operazioni straordinarie nasce una realtà da circa 2,9 miliardi di ricavi e 1,5 miliardi di Ebitda.

L’accordo sottoscritto valuta Nets 7,8 miliardi di Enterprise Value e circa 6 miliardi diEquity Value. Agli azionisti di Nets andrà il 39% in Nexi + Nets (o del 31% se si considera Nexi + Nets + SIA). Gli attuali azionisti di Nexi avranno una quota di azionariato pro-forma pari al 61% in Nexi + Nets (o del 48% se si considera Nexi + Nets + SIA).

L’obiettivo dell’operazione è «conseguire un profilo superiore di profittabilità e generazione di cassa su larga scala, con resilienza del business ulteriormente rafforzata grazie alla diversificazione geografica, all’esposizione all’e-commerce e alla concentrazione della base clienti significativamente ridotta». Inoltre il nuovo gruppo si troverà «in una posizione unica per cogliere ulteriori future opportunità di crescita organica e inorganica in Europa». Insomma lo shopping potrebbe non essere finito.

Alla guida

Tra le sinergie che la fusione produrrà «circa 95 milioni saranno di minori costi operativi derivanti dalla razionalizzazione dell’IT e delle piattaforme tecnologiche, in aggiunta alla creazione di centri di servizi di eccellenza condivisi e al procurement centralizzato; circa 60 milioni di sinergie di ricavo, di cui 40 milioni a livello di EBITDA; circa 35 milioni di sinergie di capex ricorrenti». Questi risparmi, prevede Nexi si raggiungeranno per «oltre l’80% a livello di EBITDA nel 2024». I costi di integrazione complessivi sono stimati pari a circa una volta il totale delle sinergie cash ricorrenti annue.

Processo in due tappe

Nel quadro più grande dell’operazione con SIA il gruppo prevede «ricavi aggregati pro-forma al 2020 pari a circa 2,9 miliardi, un EBITDA pari a 1,5 miliardi e Operating Cash Flow pari a 1,2 miliardi». Se l’integrazione Nexi-SIA partirà già nel 2021 con pieno focus sull’Italia, successivamente nel 2022 verrà avviata l’integrazione Nexi-Nets. Da subito invece «verrà dato avvio ad un set ben definito di iniziative congiunte». Dal punto di vista finanziario oltre alla valutazione fatta per gli azionisti di Nets ci sarà «un potenziale earn-out fino a 250 milioni, che potrà essere pagato nel 2022 tramite nuove azioni emesse da Nexi subordinato alla performance dell’EBITDA 2021 di Nets».

La governance

Il nuovo gruppo sarà controllato, al closing di entrambe le fusioni con Nets e SIA, da CDP al 17%, Hellman & Friedman al 16%, Advent International & Bain Capital al 10%, Mercury UK al 10%, Intesa Sanpaolo al 5%, GIC al 3% con un flottante pari a circa il 38% che rimarrà quotato su Borsa Italiana. La ‘nuova’ Nexi, dopo la fusione con Nets sarà sempre guidata da Paolo Bertoluzzo e Michaela Castelli rimarrà presidente: l’attuale Group CEO di Nets, Bo Nilsson, diventerà membro non-esecutivo del cda e assumerà la carica di presidente di Nets. Hellman & Friedman (che guida il consorzio di fondi che controllano Nets) nominerà anche un altro membro del Cda al completamento dell’operazione.

La pattuglia degli advisor

Nell’operazione Nexi è assistita da HSBC, Centerview, BofA Securities e Goldman Sachs come advisor finanziari, Legance e Linklaters come advisor legali, Bain&Co e Alix come advisor industriali, PWC come advisor per la due diligence finanziaria e contabile e KPMG come advisor per gli aspetti fiscali. Il Comitato per le Operazioni con parti correlate di Nexi si è avvalso del parere di Lazard e del prof. Gabriele Villa come advisor finanziari.e dello Studio Legale Galbiati, Sacchi e Associati come advisor legali. Nets è assistita da Credit Suisse e JP Morgan come lead financial advisors con Deutche Bank e Morgan Stanley come additional financial advisors, Freshfields Bruckhaus Deringer come advisor legale e Ernst&Young come advisor per la due diligence finanziaria e contabile e per gli aspetti fiscali. Mercury UK è assistita da Mediobanca, Citi e Barclays come advisor finanziari e da Pirola Pennuto Zei & Associati per gli aspetti fiscali.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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