Lo scenario è ovviamente diverso nel resto della Lombardia, dove la società, relativamente alle città di Brescia, Bergamo e Monza, non registra “grandi variazioni nella richiesta di metrature e superfici per il retail, soprattutto a destinazione food. Molto diverso è invece il discorso per gli uffici”, per i quali Engel & Völkers parla di “richieste di metrature decisamente più contenute: complice lo smartworking, i ritardi nell’erogazione della cassa integrazione e la situazione di incertezza che avvolge molte società del terziario, purtroppo sono molti gli affittuari che stanno pensando di abbattere i costi fissi partendo proprio dal canone di locazione”. D’altra parte, “il lockdown e l’emergenza sanitaria hanno avuto una funzione di acceleratore di trend già in essere anche per location come le città secondarie della Lombardia”. Pensando in particolare a Bergamo, “oggi vediamo che a muovere le fila della ristorazione sono soprattutto imprenditori legati a brand e società più strutturate, magari con qualche punto vendita già aperto a Milano”. Per l’attrattività di queste città, sottolinea Engel & Völkers, è fondamentale la vicinanza al capoluogo: “Monza e Bergamo sono ritenute una valida alternativa residenziale per chi lavora a Milano ed è alla ricerca di un giusto equilibrio fra costo della vita e verde”. In generale, “è un dato di fatto che anche per queste location il lockdown ha avuto conseguenze importanti sullo sviluppo delle strategie di business. Chi ha potuto ed era già attivo prima dell’esplosione della crisi si è organizzato con il delivery e la consegna a domicilio, chi ha iniziato ora continua invece coi parametri classici”. A differenza di Milano, per il retail food “a Brescia, Bergamo e Monza non si è verificata un’impennata di richieste di ‘dark kitchen’, mentre a mutare è stata la tipologia dell’offerta: aumenta la verticalizzazione del prodotto culinario, quindi retailer che si specializzano in un determinato tipo di alimento per cui creano un format ad hoc, come il poke, la pasticceria siciliana o la pizza. In questo senso sta crescendo la cura al dettaglio e alla qualità, più che alla quantità e all’eterogeneità dell’offerta”.