Dalla Redazione Fintech

Quando la passione la incontri la riconosci…ed è Fintastico!Intervista a Fabrizio Villani, Co-Founder Fintastico.com

Fabrizio vieni considerato come uno dei più grandi esperti di fintech nel nostro Paese. Come vedi il trend dello sviluppo del FinTech dopo il Covid-19 in Italia?

F.V. Gli esperti vanno e vengono, gli appassionati che continuano ad approfondire e studiare giorno dopo giorno senza sentirsi mai arrivati, rimangono. È innegabile che la “digitalizzazione forzata” alla quale siamo stati sottoposti negli ultimi mesi ha portato ad una accelerazione dell’intero Paese sul digitale, prova ne è il boom degli acquisti online e della ricerca di formazione in modalità elearning.

Un accelerazione c’è stata anche per alcuni dei principali verticali FinTech, basti pensare al boom delle piattaforme di donation crowdfunding per supportare le campagne di aiuto lanciate da ONG o attori del terzo settore o il confronto, le piattaforme di P2P lending o anticipo fattura che permettono alle imprese di ottenere liquidità in tempi brevi rispetto ai canali tradizionali e le challenger banks o mobile banks, banche che nascono senza filiali fisiche o dipendenti ma che sono accessibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7 direttamente dal palmo della nostra mano attraverso lo smartphone, comodamente seduti sul divano di casa.

In alcuni Paesi, c’è un supporto concreto da parte dell’intero ecosistema (banche/assicurazioni, regolatori, governo, investitori professionali, etc.) nel far crescere e prosperare il settore della finanza alternativa o fintech che non viene vissuto solo come un nemico pronto a rubare quote di mercato agli attori tradizionali ma come un partner utile con il quale collaborare in un’ottica di open innovation e innovazione.

Le nuove regole delle quali si è già dotata l’Europa (es. PSD2), dovrebbero favorire una maggiore interazione tra attori tradizionali e attori più innovativi, con il focus sul miglioramento dei prodotti/servizi per i clienti. Spero che nell’adozione fattuale, non solo delle direttive europee ma anche delle possibili regole interne (es. sandbox regolamentare), ci siano quegli elementi che hanno permesso e stanno permettendo ad altri partner Europei di far prosperare all’interno dei loro Paesi l’industry del FinTech creando non solo nuove imprese ma anche posti di lavoro. Guardando al FinTech, tra gennaio-maggio del 2020 si sono registrati € 412 milioni di finanziamenti alle PMI (con un incremento di circa 4,5 volte rispetto ai primi cinque mesi del 2019) ed un incremento di aziende finanziate passate da 660 nei primi cinque mesi del 2019 a 2080 nel 2020. La strada sembra ormai segnata.

Che cosa è Fintastico.com?

F.V. Fintastico è una guida per consumatori e imprese nel mondo del FinTech. Mettiamo in contatto consumatori e PMI alla ricerca di soluzioni finanziarie/fintech che possono integrare o completare la loro attuale offerta bancaria e assicurativa di tipo tradizionale, con prodotti e servizi offerti da questi nuovi players regolati e completamente digitali che sono le FinTech.

I vantaggi per imprese e consumatori sono la riduzione del tempo di ricerca sui motori di ricerca della soluzione che meglio risponde ai loro bisogni finanziari, mentre le imprese fintech o anche incumbents (banche/assicurazioni) con nuovi servizi digitali e trasparenti garantiamo una audience qualificata. Una situazione win-win.

Come giudichi l’adozione della tecnologia nel settore immobiliare? (Cultura/Investimenti)

F.V. Nel settore immobiliare si devono ancora digitalizzare i processi principali: la catena logistica, la fornitura o la distribuzione. In generale, si tratta di processi tradizionalmente manuali e la tecnologia aiuterà a elaborare grandi quantità di dati per accelerare il processo decisionale.

Le imprese PropTech (startup che utilizzano la tecnologia per migliorare o reinventare completamente uno o più processi/aspetti del settore immobiliare) consentono, ad esempio, la valutazione in tempo reale o la gestione di diversi beni immobili. Grazie alle nuove tecnologie è possibile ottenere risultati con maggiore velocità ed efficienza. La strada è ancora lunga da fare, come è già successo nel FinTech e nell’InsurTech, prima bisognerà investire tempo e risorse nell’educare il mercato immobiliare e i suoi diversi stakeholders.

Perché il PropTech é incluso nel FinTech?

F.V. Il FinTech, la crasi di finance e technology ovvero la finanza tecnologica, spesso anche indicata come finanza alternativa o anche su wikipedia si trova (ahimè) tradotta come tecnofinanza è la “madre” di tutti i cambiamenti che hanno riguardato il settore bancario/finanziario dalla precedente crisi del 2007/2008.

A seguito di quella crisi, nata all’interno del settore bancario, una serie di imprenditori privati ha visto una gigantesca opportunità di business in digitalizzare (innovazione incrementale) o trasformare radicalmente (disruption) i servizi finanziari tradizionali. All’interno del settore FinTech, è ormai prassi diffusa, contemplare anche il verticale dell’InsurTech, quello del RegTech e quello del PropTech solo per citarne alcuni.

Nel caso del PropTech, nella mia visione che è anche il focus che adottiamo con Fintastico per questo settore, ci concentriamo sulle soluzioni PropTech che favoriscono l’incontro tra la domanda e l’offerta, diciamo quelle che per loro natura hanno un focus principalmente finanziario o monetario.

Ogni verticale del FinTech è un “mondo a parte” e se “esploso” il livello di dettaglio richiesto richiede approfondimenti e studi che come fintastico forniamo affiancando players che vogliono fare scouting di nuove soluzioni o entrare in contatto con startup per sviluppare insieme progetti interessanti o di open innovation, siamo un prezioso alleato per i dipartimenti di innovazione dei players più importanti.

Il PropTech, come altri verticali del FinTech, non si limita solo alle transazioni di tipo finanziario ma racchiude anche altre “anime”, a seconda delle visioni e degli scopi di approccio al settore, vengono contemplate all’interno del PropTech anche soluzioni che sfruttano la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR) per supportare la parte commerciale. Altro ambito è quello del contech (construction technology) che racchiude soluzioni digitali pensate per facilitare i processi di gestione di un cantiere o di realizzazione di un’opera, soluzioni pratiche che vengono utilizzate sul campo. Qualcuno include anche soluzioni tipiche della sharing economy che noi ci sentiamo di escludere dal mondo PropTech (es. AirBnb).

Il numero delle start up nel settore real estate in Italia é elevato rispetto ad altre aree del FinTech? E all’estero?

F.V. Secondo i dati diffusi da un fondo di investimento PropTech tedesco Proptech1 Ventures, attualmente in Europa ci sono circa 3.000 PropTech. Il Regno Unito ha circa 800 PropTech, 520 in Germania, 500 in Francia e 350 in Spagna. In Italia al momento abbiamo circa 60 PropTech.

Se guardiamo solo alle PropTech in ambito “finanziario”, il numero non è elevato rispetto ad altre aree del FinTech. Se prendiamo in considerazione anche soluzioni di AR/VR e il ConTech possiamo avvicinarci tranquillamente a un settore che ha dal mio punto di vista molti punti di contatto: l’InsurTech.

Entrambi i settori, hanno una forte componente umana che fa un po’ da perno sia del settore assicurativo che del settore immobiliare: gli agenti. In entrambi i casi, sia i primi che i secondi, fanno un po’ di “sano ostruzionismo”, cercando di limitare per quanto è in loro possesso e capacità l’avanzata, la crescita e l’adozione inesorabile della tecnologia anche nel loro settore. Un altro punto di contatto è il ruolo crescente che hanno le soluzioni di internet delle cose (IoT), nel caso immobiliare basta pensare alla domotica, in quello assicurativo alla telematica.

Il consiglio che mi sento di dare è di iniziare a pensare a come riconvertirsi. No, non sto dicendo di cambiare lavoro o settore, ma di come passare da agente immobiliare a agente PropTech. Stessa cosa accade nel FinTech, dove il vero salto di qualità lo faremo quando invece di avere consulenti finanziari incominceranno ad esserci consulenti FinTech.

Il cambiamento non piace a nessuno, ma vivere con le fette di salame sugli occhi non è la soluzione per affrontare i problemi che volenti o non volenti ci sono sempre. Rimboccarsi le maniche e reinventarsi o riscoprirsi, alcuni punti dai quali partire: aggiornamento professionale (upskilling), riqualificazione professionale (reskilling), formazione e sviluppo di una strategia di personal branding.

Ti aspetti una regolamentazione per il PropTech in Italia “coming soon”?

F.V. Ad oggi ci sono circa 22 Unicorn nel PropTech (ovvero società che sono state valutate dagli investitori per oltre un miliardo di dollari): 10 hanno sede negli Stati Uniti, con una valutazione di circa 70 miliardi di dollari e 12 hanno sede in Cina, con una valutazione di 25 miliardi di dollari. Molti unicorni hanno le loro origini in Europa, ma lasciano il vecchio continente a causa della frammentazione e della mancanza di standardizzazione che ancora esiste tra i diversi Stati Europei.

Nel 2018, 23 associazioni hanno unito le forze e creato una iniziativa Europea chiamata PropTech House. L’organizzazione finanziata dall’UE vuole rompere i silos e standardizzare i mercati europei PropTech a beneficio dell’industria e dei cittadini dell’UE. Non so cosa bolle in pentola, ma spero ovviamente in regolamentazioni che non facciano perdere all’Europa ulteriore terreno, tempo, posti di lavoro e business favorendo indirettamente altre aree geografiche.

 

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