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Il CoronaBtp arriva con la fase 2

La chiamata dei risparmiatori a finanziare la ricostruzione arriverà con la fine del lockdown. Alla riapertura delle saracinesche, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, tutto dovrebbe essere pronto per il lancio del CovidBtp, il nuovo titolo di Stato pensato per finanziare la risposta all’emergenza Coronavirus. Benché oggi tracciare un identikit completo sia molto difficile, visto che lo strumento è un cantiere ancora aperto, si possono tracciare quelle che saranno le sue principali caratteristiche.

Innanzitutto si tratterà di un titolo molto semplice, proprio perché dedicato al grande pubblico, nominale e senza neanche l’indicizzazione all’inflazione. La sua durata sarà probabilmente di dieci anni, un po’ più del Btp Italia più a lunga scadenza (otto anni), un orizzonte che dovrebbe permettere di agire sulla leva dei rendimenti, che dovranno essere per forza di cose interessanti se davvero si vorrà cercare di attirare una folta platea di investitori retail, attenti ai ritorni sul capitale investito. L’altro driver per i piccoli è sentire che i risparmi sono al sicuro, per questo il Covid-Btp, potrebbe offrire qualche diversa forma di protezione del risparmio, rispetto per esempio al Btp Italia che protegge dal rischio inflazione. Infine potrebbe prevedersi qualche forma di premialità, che per il titolo indicizzato è stato il premio fedeltà (4 per mille) per la detenzione fino a scadenza.

Ovvio che il nuovo btp per il retail e il Btp Italia non dovranno cannibalizzarsi, per cui i dettagli scelti dovranno permettere un bilanciamento di portafoglio. Impossibile invece a oggi immaginare la cubatura dell’emissione di debutto, anche perché dovrà prima essere chiaro quale sarà l’ammontare complessivo da finanziare, che si conoscerà con certezza solo dopo il via libera al nuovo scostamento di bilancio, che il Parlamento è chiamato ad approvare venerdì prossimo. L’extra deficit dovrebbe questa volta essere nell’ordine dei 50 miliardi di euro di indebitamento per 80 miliardi di saldo netto da finanziare, che si aggiungeranno ai 25 miliardi autorizzati per il decreto Cura Italia.

Fonte: Milano Finanza