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L’uso del contante costa all’Italia 24 miliardi all’anno

L’utilizzo del contante costa all’Italia circa 24 miliardi all’anno. Nonostante nel 2018 il numero di pagamenti al dettaglio effettuati con strumenti diversi dal contante sia cresciuto del 6,8% e, in generale, i pagamenti con carta pro capite siano aumentati del 16% rispetto al 2017, l’Italia è il 23esimo paese tra i 27 dell’Unione europea per transazioni con carta e moneta elettronica.

È quanto emerge da due studi sul contante realizzati all’Osservatorio digital innovation del Politecnico di Milano e dall’Osservatorio carte di credito e digital payments curato da Assofin, Nomisma e Ipsos con il contributo di Crif.I 24 miliardi di mancato gettito ipotizzati dal Politecnico provengono da un’elaborazione realizzata in collaborazione con l’Agenzia delle entrate: in Italia si stima che ogni anno ci sia una spesa totale in contanti di oltre 300 miliardi di euro; su queste cifre, l’Ade ha valutato che il 30% del contante viene utilizzato per pagamenti non tracciati, su questo 30% si ricava il mancato gettito di 24 miliardi.

In Europa le carte sono state utilizzate per 55 miliardi di pagamenti (+ 13%) per un totale di circa 2,2 trilioni di spesa. Dopo l’uscita della Gran Bretagna è la Francia a detenere il record, con oltre 13 miliardi di pagamenti elettronici effettuati. L’Italia, seppur con una crescita dei pagamenti con carta pro capite del 16% rispetto al 2017, risulta ancora uno dei fanalini di coda tra i 27 paesi dell’Unione europea: si parla di circa 65 pagamenti all’anno a testa, che valgono il 23° posto (di 27), proprio come lo scorso anno. E la situazione non sembra migliorare se pensiamo che chi ci sta dietro viaggia a tutt’altra velocità: la Romania cresce del 39%, la Grecia del 27% e la Bulgaria del 26%. In Italia, inoltre, il contante in circolazione rappresenta circa l’11,6% del pil.


Autore: Michele Damiani
Fonte: Italia Oggi

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