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Cerved Credit all’esame di Bain e dei fondi

Grandi manovre in corso su Cerved Credit Management, la divisione del gruppo specializzata nella gestione dei crediti. Nelle prossime settimane potrebbero infatti concretizzarsi delle manifestazioni d’interesse.

Cerved è al lavoro con Mediobanca per finalizzare un mandato volto alla valorizzazione della business unit che al 30 giugno scorso aveva in gestione 53,3 miliardi di crediti, di cui 43,8 miliardi deteriorati e il resto performing.

Al momento, Cerved non avrebbe preso una decisione definitiva sulla sua controllata: tra le opzioni allo studio ci sarebbero la vendita dell’intera divisione, l’integrazione con un altro operatore per valutare una successiva Ipo o l’individuazione di un partner industriale che possa favorire lo sviluppo del business.

Nelle prossime settimane potrebbero però concretizzarsi delle manifestazioni d’interesse. Il dossier è infatti all’esame di diversi fondi di private equity: in campo ci sarebbero Bain Capital Credit, Cerberus e Apollo. Alla finestra ci sarebbero anche soggetti strategici come doValue (la ex-doBank), più impegnata sulla crescita estera, ma anche il gruppo Prelios, che tuttavia in questa fase è al lavoro per finalizzare l’operazione da circa 10 miliardi di incagli con Intesa Sanpaolo.

La divisione Npl Cerved Credit Management vale il 35% dei ricavi del gruppo e il 29% dell’ebitda. Nei sei mesi la divisione Credit management ha contabilizzato ricavi per 86,7 milioni (+30,5%) e un Ebitda di 30,9 milioni (+39,3%). Il gruppo può contare anche su una divisione credit information (146,8 milioni di ricavi a giugno) e un’altra dedicata alle marketing solutions (14,5 milioni): negli ultimi mesi è stato attivo nell’m&a rilevando Euro Legal Services, Mitigo Servizi e il 30,7% del capitale di Mbs.

Gli analisti hanno cominciato a stimare il valore della divisione, quando la scorsa settimana sono emersi i primi rumors sul mandato a Mediobanca. Secondo una primaria Sim milanese, la divisione Credit Management viene «valutata circa 385 milioni di euro».

Commentando qualche settimana fa con gli analisti i risultati del primo semestre, il Ceo Andrea Mignanelli aveva dichiarato: «Faremo del nostro meglio per cogliere le opportunità». Proprio il manager aveva indicato le tre opportunità: come acquisire altre società di gestione oppure vendere la propria business unit oppure ancora favorire un processo di aggregazione. Tutto il settore, del resto, sta vivendo una fase di fermento: con il primo passo mosso da Banca Ifis e Credito Fondiario, che a luglio hanno avviato una trattativa per tentare di unire le forze.


Autore: Carlo Festa
Fonte: Il Sole 24 Ore