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La procedura online non rallenta le aste giudiziarie

L’attivazione del sistema delle aste telematiche, a partire da aprile del 2018, non ha inceppato le vendite. Anzi. Gli operatori e il mercato hanno assorbito la novità in modo eccellente. Dicono questo i dati raccolti dall’associazione dei concorsualisti di Milano ed elaborati da Frontis Npl.

Sotto esame ci sono i lotti di immobili residenziali, terreni e capannoni, relativi a procedure concorsuali pendenti, che hanno avuto almeno un tentativo di vendita nel corso del 2018: in totale, sono stati registrati 1.072 lotti per i quali è stato comunicato l’esito della vendita. Nel 2017 erano 873. Le aggiudicazioni sono state 384, poco meno del 36 per cento: una su tre.

Il valore totale a base d’asta è stato di circa 93,7 milioni di euro, mentre il prezzo di aggiudicazione si è attestato a 103,8 milioni: l’incremento, insomma, è di dieci punti abbondanti. Prevalentemente, si tratta di procedure avviate tra il 2016 (219) e il 2017 (189). Prendendo a riferimento gli anni precedenti, si capisce che sono numeri elevati, se consideriamo che il prezzo di aggiudicazione è stato di 97,3 milioni nel 2017 e di 40,6 milioni nel 2016.

Così Roberta Zorloni, presidente dell’associazione concorsualisti di Milano, spiega: «Nonostante l’introduzione del portale delle vendite telematiche, le vendite al tribunale fallimentare di Milano non si sono arrestate ma anzi sono aumentate rispetto al 2017, che era già stato un anno buono. Il trend è positivo e non si è fermato». Gli operatori, in sostanza, hanno assorbito bene la novità.

A minimizzarne l’impatto, secondo quanto racconta Zorloni, è stata anche una scelta del tribunale: «La sezione fallimentare di Milano ha deciso di introdurre in modo temperato la novità. Anziché puntare sulle modalità esclusivamente telematica, è stata data la possibilità di utilizzare le vendite miste. Quindi, se l’acquirente vuole mantenere il cartaceo e non vuole passare tramite il portale ha la possibilità di farlo». Durante le aste, allora, ci sono soggetti collegati online e acquirenti presenti fisicamente.

I numeri, infatti, dicono che le vendite telematiche pure rappresentano ancora la minoranza: in termini di valore a base d’asta, siamo a poco più di 3 milioni di euro. E nelle procedure miste prevalgono ancora gli aggiudicatari tradizionali. «Questo sistema misto sta andando avanti ancora adesso – prosegue Zorloni -. E se non fosse stata data la possibilità di comprare ancora in modo tradizionale, l’impatto sul mercato sarebbe stato molto diverso. La mentalità dell’acquisto telematico su un bene come un immobile non si è ancora diffusa: chi compra un appartamento non lo fa su un portale».

Ultima nota sul fronte dei costi. Con le nuove modalità i costi per le procedure restano sotto controllo: l’analisi dice che, tra atti notarili, pubblicità legale e gestione della vendita telematica, l’incidenza è di poco superiore all’1% sul valore dei lotti. In linea con il passato.


Autore: Giuseppe Latour
Fonte: Il Sole 24 Ore