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Anno record di vendite di Utp e per il mercato del restructuring in Italia

Anno record di vendite di Utp e per il mercato del restructuring in Italia. Con un’abbondante pipeline di vendite, l’Italia vedrà ancora volta un anno eccezionale per le dismissioni di crediti problematici. Ma anche l’attività di M&A di piattaforme di servicers e piattaforme di gestione di NPL raggiunge numeri record. Il mercato italiano di distressed e ristrutturazioni è più attivo che mai, con attività particolarmente intense nel settore dell’edilizia.

Ad affermarlo sono i nuovi dati del Debtwire ABS NPL Database presentati oggi al Debtwire’s Italian Restructuring Forum a Milano, che dimostrano che l’Italia sarà ancora una volta il maggiore mercato di crediti problematici in Europa nel 2019. In Italia a metà maggio erano state chiuse vendite di nove portafogli di crediti per un totale di 5 miliardi di euro, mentre 13 transazioni per 29,9 miliardi di euro sono tuttora in corso. Di queste, l’80%, per 24 miliardi di euro, consiste di cosiddetti crediti Unlikely-to Pay (UTP), rispetto all’8% sul totale delle vendite nel 2018.

Il volume è influenzato dalla transazione principale in corso tra Intesa Sanpaolo e Prelios che potrebbe raggiungere un totale di 11 miliardi di euro di UTP entro giugno. «Dalle parole degli anni scorsi si sta passando ai fatti e il 2019 si sta chiaramente delineando come l’anno degli UTP in Italia, anche per il calo del volume di cartolarizzazioni con la garanzia statale GACS», ha detto Alessia Pirolo, Head of NPL Coverage, Debtwire.

Nel 2018, l’Italia ha avuto un numero record di vendite di NPL per 101,3 miliardi di euro, sul totale di 205 milardi di euro in Europa. Le cartolarizzazioni nell’ambito del programma di garanzia statale GACS sono state la spinta maggiore alla pulizia dei bilanci dell banche. Dall’avvio del programma nel 2016 le banche italiane hanno chiuso 22 cartolarizzazioni per un volume totale di 75,2 miliardi di euro, di cui 15 per 52,7 miliardi di euro nel 2018.

Quest’anno le uniche due transazioni già chiuse che hanno superato il miliardo di euro sono state fatte attraverso M&A. La fusione di BPER e Unipol e l’acquisizione da parte di Banca IFIS del servicer FBS hanno comportato trasferimenti per un miliardo di euro ciascuna. Con un mercato bancario frammentario e attività dei servicer in forte aumento, gli M&A sono stati un trend in consistente crescita nel mercato italiano e sud europeo.

Gli investitori si stanno espandendo a livello internazionale e il mercato sta diventando sempre più pan-europeo. In Italia nel 2018, 11 tra piattaforme bancarie di gestione di NPL e servicer sono stati oggetto di acquisizioni per un prezzi totali di 722,8 milioni, in crescita rispetto alle 10 acquisizioni per 555,5 milioni nel 2018. Nel 2019 una transazione chiusa e un’altra in corso per ora raggiungono un prezzo totale di 159 milioni di euro, mentre sono attese altre vendite e IPO nel settore.

Il mercato italiano di distressed e ristrutturazioni è rimasto attivo per tutto lo scorso anno, con picchi di attività nell’ultimo trimestre del 2018 e il primo del 2019. Il settore costruzioni ha continuato a essere quello più in difficolta, con numerose compagnie costrette a iniziare processi di ristrutturazioni, evidenziando una necessità impellente di consolidamento nell’industria.
Secondo Salvatore Lombardo, Partner di PwC, «il settore costruzioni è quello più in sofferenza nella fase attuale del mercato, principalmente a causa della mancanza di investimenti in infrastrutture pubbliche e un mercato real estate ancora stagnante con l’eccezione della città di Milano. Malgrado le numerosi situazioni di crisi in corso (Astaldi, Condotte, CMC, GLF, per citarne alcune), il mercato offre opportunità di investimento e crescita per operatori con capacità finanziarie solide e una chiara strategia di mercato».

Per Giuseppe De Palma, Managing Partner di Clifford Chance “Nel corso del 2019 vedremo sul mercato un numero crescente di portafogli e ‘single assets’ Utp, più dei tradizionali Npl. Alcune di queste posizioni saranno smobilizzate tramite cessione a piattaforme con licenza bancaria o autorizzate a concedere finanziamenti, altre saranno date in gestione a piattaforme pur rimanendo sui libri delle banche, il tutto sotto la crescente pressione dei regolatori e dei nuovi principi contabili che impongono una valutazione della posizione al valore di realizzo, anche quando classificata ad Utp e non a sofferenza. Questa tendenza continuerà nel corso dell’anno prossimo ma, se la congiuntura non migliorerà, il 2020 sarà anche l’anno in cui assisteremo all’emersione di nuove situazioni di crisi, sotto la spinta delle nuove disposizioni contenute nel codice della crisi e, soprattutto, in prossimità della maturity di uno stock significativo di debito high yield e bancario. In questo ambito alcune novità introdotte dal nuovo codice potranno aiutare – ad esempio saranno più fruibili gli accordi di ristrutturazione, grazie ai meccanismi introdotti (cosiddetti accordi agevolati e ad efficacia estesa) – ma alcune criticità e complessità – da un punto di vista di un creditore intenzionato ad investire in distressed debt – non sembrano superate”.

Nel 2018 la metà circa delle cartolarizzazioni italiane di Npl è stata realizzata con la garanzia statale Gacs: 14 operazioni per almeno 44,8 miliardi di euro. La maggioranza delle banche ha mantenuto le tranche senior garantite dallo Stato. ”Dalla nascita della Gacs, nel 2016, siamo a 18 operazioni, 13 delle quali gestite da Prelios” ha affermato Riccardo Serrini, Ceo di Prelios. “La Gacs impone di restituire le tranche senior nell’arco di un business plan di 10 anni. Prelios in meno di un anno ha già restituito 500 milioni di euro su circa 4 miliardi di senior notes da noi gestite. Abbiamo così liberato lo Stato di una prima consistente quota di garanzie” ha ricordato Serrini.

Per Alberto Angeloni, Partner di DLA Piper: «Le procedure di ristrutturazioni previste dalla legge fallimentare italiana non appaiono sempre efficaci per risolvere la crisi che sta colpendo il settore costruzioni. In particolare, la mancanza di coordinazione tra la legge fallimentare, il codice degli appalti e la legislazione sul welfare è spesso all’origine di complessità e ritardi superflui. Un intervento urgente in materia del legislatore sarebbe auspicabile». Il settore shipping e retail sono tra gli altri ad avere fornito abbondanza di opportunità agli investitori distressed, soprattutto sotto forma di contributo di nuova finanza.

«L’Italia resta in cima alla lista di priorità per gli investitori distressed, anche se problemi di lunga data in relazione alla governance di aziende in crisi e rischi legali rendono questo tipo di investimenti difficili da eseguire. D’altro lato, il mercato offre molteplici opportunità, e potenzialmente ritorni considerevoli sulla nuova finanza fornita ad aziende in ristrutturazione», spiega Chiara Elisei, Co-Deputy Editor, Debtwire.


Autore: Carlo Festa
Fonte: Il Sole 24 Ore 

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