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Parlamento Ue: regole uguali per i servicer europei

La commissione economica del Parlamento Ue spinge per regole per i servicer europei più rigide di quelle proposte dalla Commissione Ue, ma uguali in tutti i Paesi (a differenza di quanto chiesto dal Consiglio, che vorrebbe concedere opzioni nazionali). L’obiettivo è evitare che si possa ottenere un’autorizzazione a operare nell’Ue in Stati con regolamentazione più morbida. È questo uno dei punti principali contenuti nella bozza di relazione (preparata dagli eurodeputati Roberto Gualtieri ed Esther De Lange) sul mercato secondario dei crediti deteriorati, che è stata presentata ieri alla commissione economica del Parlamento Ue. La bozza «affronta le molte criticità rimaste irrisolte nella proposta di direttiva della Commissione, evitando la proliferazione di soggetti non sufficientemente regolamentati che metterebbero a rischio non solo la tutela dei consumatori e delle piccole e medie imprese, ma anche la stabilità finanziaria complessiva», ha detto Gualtieri, che presiede la commissione economica. «Un vero mercato unico per i crediti deteriorati può nascere solo se ci sono regole chiare per gli operatori e norme rigorose a tutela di consumatori e piccole e medie imprese». Il testo del Parlamento, riguardo all’autorizzazione per le società di gestione di npl, ha mantenuto l’impostazione della Commissione sull’omogeneità dei requisiti tra Paesi, ma ha anche aumentato gli standard qualitativi richiesti ai servicer: dovranno garantire adeguati fondi propri e liquidità, una governance efficiente, la tutela del debitore, misure di mitigazione dei rischi. La proposta della Commissione Ue prevedeva inoltre l’obbligo per l’acquirente del credito deteriorato di nominare un servicer (o un’altra istituzione regolamentata) soltanto in caso di prestiti verso consumatori. La bozza del Parlamento estende l’obbligo a qualsiasi tipo di credito, a prescindere dal debitore: così saranno tutelate per esempio anche le piccole e medie imprese (numerose in Italia), i cui crediti faranno capo a società di gestione regolamentate. Un’altra modifica inserita nel testo parlamentare riguarda il campo di applicazione della direttiva, che per Commissione e Consiglio si dovrebbe applicare a tutti i crediti. Il Parlamento invece limita il perimetro a quelli deteriorati, in modo da non favorire il modello «originate-to-distribute»: secondo gli eurodeputati il rischio è che lo sviluppo del mercato secondario per tutti i crediti possa incentivare le banche a concedere prestiti facili e a trasferire poi i rischi altrove, come avvenuto con i mutui subprime negli Usa. Dopo la presentazione della bozza di relazione, la commissione economica voterà il testo (probabilmente a inizio aprile, se non emergeranno divergenze nei gruppi parlamentari). Restano da verificare anche le posizioni dei governi nel Consiglio. L’obiettivo è arrivare a un accordo politico sulla direttiva prima della fine della legislatura europea. L’intesa sarebbe poi ratificata dal prossimo Parlamento. In dirittura d’arrivo invece il regolamento sugli accantonamenti prudenziali minimi sugli npl (stessi relatori, Gualtieri e De Lange): in questo ambito l’accordo politico già c’è e giovedì ci sarà il voto finale dell’assemblea plenaria del Parlamento.


Autore: Francesco Ninfole
Fonte:

Milano Finanza

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