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Carige cartolarizza 964 mln di npl al 22% del valore lordo

Fiammata in apertura (+6,6%), poi il rialzo è stato annullato e quindi il cedimento speculare (-6,6% a 0,0014%) per Banca Carige, guidata dall’ad Fabio Innocenzi, con il titolo che ha poi continuato a oscillare fra 0 e -6,6%. Ieri sera la banca ha fornito le specifiche di un’importante cessione di crediti deteriorati attraverso un veicolo di cartolarizzazione.

Il gruppo ligure ha infatto comunicato di avere concluso l’operazione di cartolarizzazione di sofferenze Riviera Npl, secondo il piano di derisking, per 964 milioni di euro ad un valore lordo di libro (gross book value) del 22%, segnale che in tempi di spread alto la cessione di npl a prezzi più in sintonia delle banche (attorno al 30%) può diventare un affare complesso.

Il pacchetto da 964 milioni (la data di cut off è del 31/12/2017) è composto da crediti secured per il 48% e da crediti unsecured per il 52%, ceduto al veicolo di cartolarizzazione con la conseguente emissione di tre diverse classi di titoli per un totale di 215 milioni: una tranche senior, pari a 175 milioni, corrispondente al 18,2% del valore lordo contabile, alla quale sono stati attribuiti i rating investment grade Baa3 da Moody’s e BBB- da Scope Ratings; una tranche mezzanine di 30 milioni e una tranche junior per 10 milioni.

Mediobanca Securities ricorda oggi che il monte Npl della banca è sceso a 3,5 miliardi dopo questa operazione, raggiungendo così il target imposto dalla Bce di 3,7 miliardi (o inferiore) con un anno di anticipo. Gli analisti calcolano che ora l’Npe ratio (il complesso più ampio dei crediti deteriorati) resta più alto del 20% contro il 27,5% registrato nei nome mesi del 2018.

Una nota inizio dicembre di Mediobanca dedicata sl sistema finanziario europeo, mette in luce che le ultime riunioni del Consiglio e dell’Eurogruppo di hanno raggiunto un accordo sulla riforma dello European Stability Mechanism e sulla condivisione parziale dei rischi dei Paesi in relazione ai propri istituti di credito. In base ai punti concordati, il term sheet prevede che gli Stati abbiano realizzato “progressi sufficienti” nei confronti di una serie di parametri di riduzione del rischio. E fra questi vi è l’obiettivo del 5% di Npl lordi e del 2,5% di Npl netti. Un obiettivo piuttosto complicato per le banche italiane, una realtà per gli istituti del Nord Europa più esposti sui derivati.

I titoli senior di Carige hanno cedola pari all’Euribor 6M + 65 punti base e saranno sottoscritti dalla stessa Carige  e per questi verrà chiesta la garanzia statale Gacs. Il 95% delle tranche mezzanine e junior sarà collocato presso investitori istituzionali e il termine del processo è previsto già in settimana.

Intanto, come ricorda Banca Akros oggi, sabato 22 dicembre Carige  deve approvare l’aumento di capitale da 400 milioni di euro, che equivale a 4,8 volte la capitalizzazione di mercato del gruppo ligure (oggi a 88 milioni di euro). Il rating del broker resta per ora sospeso. In merito all’operazione di rafforzamento patrimoniale, i proxy adivsor Iss e Glass Lewis raccomandano agli azionisti di Carige il voto favorevole. La ricapitalizzazione “è una componente fondamentale del piano di consolidamento del capitale dell’istituto che è la chiave per la sopravvivenza della banca nel lungo termine. Per tanto riteniamo che l’approvazione sia nel migliore interesse degli azionisti” si legge nel report di Glass Lewis a proposito del terzo punto all’ordine del giorno, ovvero la delega di 18 mesi al cda per la ricapitalizzazione. Sulla stessa linea l’analisi di Iss secondo cui l’operazione è fondamentale per garantire una prosecuzione sostenibile delle attività della banca.

E pensare che nel 2007 Carige  capitalizzava 4,81 miliardi di euro per 27,4 miliardi di attivi, contro 88 milioni di oggi e 24,9 miliardi di attivi. Secondo il databse di Bloomberg, nel 2008 i ricavi netti erano di 1,780 miliardi, a fine 2017 erano pari a 473,3 milioni di euro, mentre l’utile rettificato prima delle imposte era di 442,7 milioni di euro, a fine 2017 si è registrata invece una perdita di 717,8 milioni

Nella cessione di Npl, JP Morgan e Banca Imi hanno svolto il ruolo di Arranger; Securitisation Services (Banca Finint) il ruolo di Back-up Master Servicer, Calculation Agent, Corporate Services Provider e Representative of the Noteholders; Credito Fondiario e Italfondiario sono state nominate Special Servicer e Credito Fondiario Master Servicer. La consulenza legale è stata affidata agli studi Allen & Overy (per l’Arranger) e Orrik, Herrington & Sutcliffe (per l’Originator).


Autore: Elena Dal Maso
Fonte:

Milano Finanza

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