Dalla Redazione Fintech

Fintech e Insurtech, crescono i servizi assicurativi ma gli utenti chiedono trasparenza negli investimenti, velocità nelle operazioni e possibilità di incontri di persona nei casi più complessi

Undici milioni di italiani, pari al 25% della popolazione fra i 18 e i 74 anni, hanno provato almeno un servizio Fintech: il Mobile Payment è quello più usato, con il 16%, ma non se la cavano male i servizi per gestire il proprio budget personale o familiare (15%) o per trasferimenti istantanei di denaro tra privati (12%). Più tiepido l’entusiasmo per social lending (voto medio 7,6 su 10), crowdfunding e chatbot (entrambi a 7,7). Crescono molto i servizi Fintech & Insurtech: tra i più apprezzati la possibilità di gestire i sinistri da smartphone, l’attivazione di assicurazione istantanee e l’accesso a un finanziamento da smartphone o Pc. Le piccole e medie imprese, sebbene si affidino ancora a modalità tradizionali per acquistare coperture assicurative, dichiarano (per l’80%) che potrebbero già gestire tutti i servizi assicurativi di base con sistemi digitali. Ad oggi, però, solo il 5% delle PMI ha già utilizzato metodi di finanziamento alternativi come Minibond, P2P lending, Crowdfunding, soluzioni di Supply Chain Finance. Sono i principali risultati della ricerca dell’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano, presentata qualche giorno fa al convegno “Fintech & Insurtech: l’Italia spiega le vele”, che ha analizzato le principali spinte digitali che stanno modificando gli istituti finanziari, bancari e assicurativi.
Il 2018 ha registrato un boom di startup Fintech & Insurtech: se ne contano 1.210 a livello globale con almeno 1 milione di dollari di finanziamento, capaci di raccogliere 43,7 miliardi di dollari, contro i 25,7 del 2017 (+70%). Oltre metà delle startup (51%) offre servizi di banking, una su quattro (23%) di investment service, il 17% si divide fra soluzioni di marketing, big data, security e altri, il 9% propone servizi assicurativi. Quest’ultima categoria comprende 107 startup e mostra il tasso di crescita più elevato (+174%).
“Nonostante chi ha utilizzato i servizi Fintech e Insurtech li promuova a pieni voti, dagli utenti arrivano anche chiare richieste di miglioramento dell’offerta di servizi finanziari – rileva Marco Giorgino, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Fintech & Insurtech – per il 67% sono fondamentali servizi di base gratuiti, circa metà chiedono trasparenza negli investimenti, velocità nelle operazioni o la possibilità di incontri di persona nei casi più complessi.”.
Per l’offerta assicurativa via internet, le funzioni più importanti indicate dagli utenti sono la segnalazione della scadenza della polizza (51%), la possibilità di controllare le informazioni relative alle coperture (44%) e la gestione degli eventuali sinistri (39%). Per i prodotti assicurativi la preferenza degli italiani è netta: ben il 78% si affiderebbe e società assicurative per il ramo salute. Ma tra i giovani, il 14% sceglierebbe le banche, il 13% le associazioni di categoria, il 9% i servizi postali o le Big Tech o le startup, il 5% gli operatori di telefonia, il 4% i siti di eCommerce e l’1% i produttori di smartphone o le catene di supermercati.
Il fenomeno della Blockchain, che è alla base dei servizi Fintech, è quindi esploso più che mai: da un lato le banche ne hanno compreso l’importanza tanto che negli ultimi 3 anni hanno promosso 275 servizi basati su queste tecnologie, dall’altro lato cresce il numero di utenti che affiderebbe la gestione dei propri risparmi alle startup (12%), dove sono già oltre 140 i Robo Advisor censiti a livello mondiale, piattaforme di investimento automatizzate che quest’ultimo anno però danno maggiore rilevanza alla presenza umana.
“Il mercato è più maturo e consapevole, con un maggior numero e qualità dei progetti – analizza Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Distribuited Ledger – Anche gli istituti finanziari e le compagnie assicurative italiane stanno iniziando a investire nelle tecnologie Blockchain e Distributed Ledger, sia partecipando a soluzioni di sistema, che con progettualità individuali. Esistono ancora attori ‘scettici’ sui vantaggi, ma sono meno numerosi dei ‘pragmatici’ che investono nelle aree già riconosciute a maggiore opportunità e dei ‘leader’ che aumentano costantemente gli sforzi e gli investimenti per approfittare dei benefici della Blockchain”.