Dalla Redazione Investor, servicer e debt buyer

Intervista a Francesco Fedele, Managing Director di B2Kapital

Ci fa una breve presentazione del gruppo, illustrando l’head office, il numero delle risorse, elencando i paesi in cui siete presenti o quotati, precisando chi sono i vostri shareholder principali, quali sono stati i volumi d’affari del 2017 a livello di gruppo e quali i trend del 2018?

F.F. B2 Holding è un gruppo norvegese con sede ad Oslo e quotato dal giugno 2016 alla borsa della stessa città. Gli azionisti totali sono oltre 3000, principalmente basati nei paesi scandinavi e in UK. B2H è stata fondata nel 2011 oggi è presente in 23 paesi in Europa. Il Gruppo conta circa 3000 persone distribuite in più di 50 società. A marzo 2018 gli AuM totali erano superiori ai 13 miliardi di Euro.

Che tipo di attività svolgete oltre all’acquisto dei crediti? Offrite anche servizi di recupero conto terzi?

F.F. A livello Europeo il ventaglio di attività è altamente diversificato, includendo anche il recupero conto terzi , credit information, oltre all’acquisto crediti.

Su che tipi di portafogli ed asset class vi siete focalizzati a livello internazionale?

F.F. La vocazione del Gruppo è quella di acquistare e gestire portafogli principalmente unsecured small ticket; il nostro approccio al mercato italiano è invece stato più a 360°, permettendoci di focalizzarsi su diverse tipologie di asset class: dai finanziamenti bancari ai leasing, dai portafogli secured a quelli unsecured, siano essi corporate o retail. Abbiamo inoltre comprato un portafoglio di UTP che gestiamo da Gennaio 2018, oltre che aver concluso alcuni contratti di forward flow pluriennali.

Come mai vi siete interessati al mercato italiano dei crediti deteriorati?

F.F. In un’ottica di sviluppo e di diversificazione della presenza del Gruppo, focalizzato ultimamente sull’area del Sud Europa. Inutile evidenziare che l’Italia rappresenta comunque il primo mercato europeo in ambito NPE ed un Gruppo come B2Holding non poteva non essere interessato a sfruttarne le potenzialità.

Negli ultimi due anni c’è stata un’intensa attività di M&A nel mercato italiano, ma a quanto ci risulta voi non avete effettuato nessuna operazione di acquisizione. Strategia o difficoltà nell’individuare l’azienda target?

F.F. Dopo un periodo di valutazione delle possibilità e delle alternative, abbiamo optato per la creazione di una nostra piattaforma, e ad oggi siamo molto contenti della scelta. Crediamo oltretutto che il nostro business stia al momento esprimendo dei multipli poco realistici. Continuiamo ovviamente a monitorare il mercato ma in un’ottica opportunistica. Ad oggi siamo più che organizzati per sostenere la crescita degli investimenti, che ad oggi hanno portato B2K a raggiungere un Asset under Management di circa 1BN di Euro.

Quali sono i modelli e processi operativi che adottate per riuscire ad impattare i portafogli di crediti acquisiti e le differenti asset class? Avete sviluppato una struttura interna di collection o esternalizzate la gestione?

F.F. Inizialmente ci affidavamo quasi totalmente a servicers terzi (sempre più d’uno per quanto riguarda i portafogli unsecured). Lo sviluppo della piattaforma interna, sia per la gestione dei crediti unsecured che di quelli secured, ci ha consentito di spostare la gestione all’interno. Ad oggi la grande maggioranza dei nostri crediti è gestita internamente.

In Italia oltre all’acquisito svolgete altri servizi?

F.F. In Italia nei primi 12 mesi di attività ci siamo concentrati sulle attività di acquisto di portafogli e sullo sviluppo della piattaforma di recupero, che abbiamo creato da zero sfruttando le competenze e le esperienze pregresse del nostro management. Da qualche mese abbiamo iniziato a sondare il mercato per mettere a disposizione la piattaforma anche a strutture terze, attraverso attività di servicing e di servizi di Real Estate tramite la controllata B2 Kapital RE.

Differenziate i processi di recupero a seconda del Paese di origine?

F.F. Ovviamente sì, facendo leva sulle specificità di ciascun paese e sulle capacità del management locale. Cerchiamo poi di condividere in tutti i paesi ove siamo presenti quei processi che si sono dimostrati delle “best practices”, ovviamente dove applicabili nei singoli paesi. Il motto del Gruppo “Making each other better” non è casuale.

Quali differenze registrate nel recupero crediti dei vari Paesi?

F.F. In primis, ovviamente, a livello culturale. I debitori non sono uguali in ogni paese. Una grande differenza è poi relativa alle differenti legislazioni dei vB2Kapitaari paesi, che possono cambiare radicalmente l’approccio alle attività di recupero (basti pensare a costi/ tempistiche delle procedure legali).