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Le banche riducono i grandi rischi. In crescita l’erogazione di credito

L’attività di credito è proseguita in aprile con una crescita di prestiti e depositi coerente con il ciclo (i maggiori previsori indicano anche per il secondo trimestre un Pil in aumento attorno allo 0,3% nonostante i segnali di rallentamento) mentre le banche proseguivano lungo il sentiero della riduzione delle esposizioni a rischio come i crediti deteriorati e l’ammontare dei titoli di debito pubblico in portafoglio. Nel mese, secondo le ultime statistiche di Bankitalia pubblicate in “Banca e Moneta”, i prestiti al settore privato, corretti per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, sono cresciuti del 3% su base annua (2,4% in marzo) sospinti in particolare dagli impieghi alle aziende (+2,2% per le società non finanziarie, contro il +1,2% di marzo), mentre i prestiti alle famiglie sono cresciuti del 2,9%, più o meno in linea con il mese precedente.
Dall’inizio del 2018 – è stato segnalato nella Relazione annuale pubblicata due settimane fa – i finanziamenti alle imprese hanno registrato un’accelerazione particolare nei gruppi manifatturieri o dei servizi di maggiore dimensione impegnati in nuovi investimenti, anche grazie agli incentivi all’offerta di credito previsti dalle operazioni di rifinanziamento mirate dell’Eurosistema. Vale ricordare che nel 2017 i presiti complessivi sono aumentati dell’1,4%, nonostante il calo di nuovi crediti alla Pa, mentre quelli ai residenti sono arrivati attorno a 1.800 miliardi, un livello prossimo a quello del 2008 ma ancora di 16 punti al di sotto del picco del 2012.

Tornando alle statistiche diffuse ieri c’è da segnalare anche la buona progressione dei depositi del settore privato (+4,2% su base annua dopo il + 6% del mese precedente), mentre la raccolta obbligazionaria è diminuita del 17,7% (-17,1% nel mese precedente). Le sofferenze – precisa la Banca d’Italia – sono invece diminuite del 10,7% su base annua (erano diminuite del 10,9 per cento in marzo). Sul fronte degli Npl il calo delle consistenze dovrebbe proseguire quest’anno con cessioni previste nell’ordine di 65 miliardi per l’intero sistema(35 miliardi nel 2017) ed entro il 2020, stando ai piani presentati a marzo al Meccanismo di vigilanza unico, l’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei prestiti dovrebbe toccare il 5%.
Si diceva dell’alleggerimento del portafoglio dei titoli pubblici delle banche, una dimensione dell’attivo cui guarda il mercato nonostante non siano previste ponderazioni del rischio di questi titoli: a fine aprile i BoT, BtP, CCT e CtZ detenuti erano pari a 341,8 miliardi (contro i 338 miliardi di marzo), vale a dire 53 miliardi in meno rispetto al picco dell’aprile 2012, mentre il calo messo a segno nel corso del 2017 è stato del 12,5%. A fine dicembre 2017 la quota di titoli pubblici sul totale degli attivi era pari al 9,1%.

Infine le condizioni del mercato. I tassi di interesse sui prestiti bancari erogati nel mese di aprile alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, sono stati pari al 2,20% (2,24 in marzo); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo all’8,34 per cento. Sui livelli minimi anche i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie, che in aprile hanno viaggiato attorno all’1,47 per cento (1,54 in marzo). Più in particolare, i tassi sui sui nuovi prestiti di importo fino a 1 milione di euro sono stati pari all’1,96 per cento, quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia all’1,00 per cento. Infine i tassi passivi sul complesso dei depositi in essere: sono stati pari allo 0,40 per cento.


Autore: Davide Colombo
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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