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Per le banche Usa stress test meno severi

La strada di Stati Uniti ed Europa appare sempre più divergente. Mentre in Europa si sta approvando una regolamentazione più stringente per i mercati finanziari con un focus in particolare sulle banche. La Fed, lasciata la crisi alle spalle, va in direzione opposta in sintonia con quanto peraltro promesso dal presidente Donald Trump in campagna elettorale. Infatti la Federal Reserve ha proposto di rivedere le regole sul capitale e gli stress test annuali delle grandi banche e società finanziarie degli Usa. Si tratterebbe del più grande cambiamento di tale portata dell’era Trump.

La Fed ha detto che i cambiamenti potrebbero semplificare le regole per le grandi banche, come JP Morgan Chase e Wells Fargo, senza mettere a repentaglio il sistema finanziario. I cambiamenti proposti ridurrebbero la possibilità che le banche falliscano gli stress test annuali della Fed, che esamina la possibilità che gli istituti continuino a prestare soldi durante gravi recessioni. Ma le grandi banche ritengono che questi cambiamenti renderebbero stabili o innalzerebbero requisiti a loro avviso già troppo stringenti in materia di credito.

Per 8 grandi banche Usa (JP Morgan, Wells Fargo, Citigroup, Goldman Sachs Group, Morgan Stanley, Bank of America, State Street e Bank of New York Mellon) considerate di “importanza sistemica” per il sistema finanziario globale, queste proposte manterrebbero o, in pochi casi, innalzerebbero i requisiti di capitale, ha detto la Fed, senza specificare quali banche potrebbero essere interessate. Per le altre banche non di importanza sistemica, la Fed ha detto che i requisiti di capitale non cambieranno o calerebbero lievemente.

Alcuni dei cambiamenti proposti renderebbero più facile passare gli stress test e le grandi banche potrebbero progettare il taglio del pagamento dei dividendi e la restrizione del bilancio come conseguenza di una situazione di stress. Non sarebbe più solo un criterio “quantitativo” sul capitale proprio a determinare il fallimento o meno del test, cosa che impedisce di aumentare la quota di capitale da riservare agli azionisti. A orientare sarebbero criteri “qualitativi”, per esempio l’individuazione, da parte della Fed, di lacune nella gestione dei rischi da parte della banca.

I requisiti di capitale potrebbero essere ridotti da 24 a 14, ha aggiunto la Fed. Al contempo i risultati degli stress test sarebbero utilizzati per calcolare un requisito di capitale cuscinetto da stress, che le banche dovrebbero poi soddisfare negli anni successivi. Nel caso in cui una banca dovesse scendere sotto questo livello, andrebbe incontro a limitazioni sulla distribuzione di capitale o sui pagamenti di bonus.

Per molti manager esecutivi delle banche gli stress test 2018, che immaginano una disoccupazione al 10% e un calo del mercato azionario del 65%, non sono realistici. Le nuove regole potrebbero essere applicate ai test 2019. Se si allarga lo sguardo dall’America al resto del mondo l’approccio verso un ripensamento della regolamentazione verso una maggiore semplificazione è meno netto. In particolare in uno studio pubblicato da Goldman Sachs, ma alcuni mesi fa ricordava l’Europa è ancora alle prese con l’implementazione delle regole nate in risposta alla crisi finanziaria.

Si sottolineava come nel settore finanziario il processo di riforma sia stato più lento e complesso rispetto a quanto avvenuto negli Usa, con 41 nuove normative rispetto a una sola legge negli Stati Uniti. Il report sottolineava che una maggiore certezza sulle norme è importante per le banche per poter rivolgere la loro attenzione dal rafforzamento patrimoniale allo sviluppo del credito, che fa bene sia alle imprese sia ai consumatori. Il recupero del mercato del credito Usa è stato più forte sia dal punto di vista dell’offerta che della domanda, ora l’Europa dovrebbe recuperare il terreno perso anche per dare più sostanza alla ripresa economica.


Autore: Roberta Castellarin
Fonte:

Milano Finanza

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