Credito e consumatori Dalla Redazione

Italiani tornano formiche: cresce la propensione al risparmio ed il potere d’acquisto

Migliora la situazione finanziaria delle famiglie italiane, che tornano anche a risparmiare. Questa la fotografia dell’Italia che appare tenendo conto dei dati dell’ultima rilevazione Istat, comprendente le analisi del terzo trimestre 2017, ove si evidenzia appunto che la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è aumentata di 0,5 punti percentuali, salendo all’8,2%. Si potrebbe parlare di un’ inversione di trend, si pone infatti fine ad un periodo di quattro cali consecutivi, ovvero si torna a parlare di risparmi dopo un anno di magra per i salvadanai degli italiani.

L’Istat fornisce altresì un’altra buona nuova,
relativo al reddito disponibile delle famiglie consumatrici che risulta aumentato nel terzo trimestre del 2017 dello 0,7% e del 2,1% su base annua. Una crescita, che a livello statistico, per gli esperti dell’Istat è certamente significativa. Anche il potere d’acquisto è salito dello 0,8% sul rispetto al trimestre precedente e dell’1,1% in termini tendenziali. Resta da segnalare anche il rovescio della medaglia, se da un lato gli italiani hanno assunto un atteggiamento da formichine, dall’altro i consumi sono rimasti pressoché stazionari, con una crescita dello 0,2% trimestrale.

Analisi sociologica, quale il sentire ‘comune’ soggettivo rispetto ai dati diffusi dall’Istat?

 Facendo un’analisi che esula dalla statistica pura ed oggettiva, ma analizzando anche il ‘sentire’ e dunque gli aspetti sociologici, si osserva un miglioramento anche del clima di fiducia degli italiani. Il 2017 può essere ricordato come l’anno, finalmente, del ‘lento riavvio verso la normalità’. La paura e le preoccupazioni hanno lasciato spazio ad un atteggiamento maggiormente ottimista nei confronti di ciò che riserverà il futuro. Sebbene permangano delle differenze significative tra Nord e Sud, maggiori qui le famiglie in difficoltà economica, Le famiglie colpite direttamente dalla crisi sono meno di una su quattro. Il numero dei fiduciosi sul miglioramento della propria situazione personale è nettamente superiore a quello degli sfiduciati, con un saldo positivo di 10 punti in linea con quello dell’anno scorso. Il maggior recupero di fiducia si segnala nella classe di età compresa tra i 28 e i 42 anni. La soddisfazione per la propria situazione economica si colloca ai massimi degli ultimi 15 anni: i soddisfatti salgono al 53% contro il 41% di insoddisfatti. Un 7% dichiara un miglioramento della propria situazione economica, mentre sono in aumento di 3 punti quanti dichiarano di aver mantenuto con facilità il proprio tenore di vita. Si riduce altresì la percentuale di quanti dichiarano di avere sperimentato qualche difficoltà nel mantenere il proprio tenore di vita. Prosegue, per fortuna, ancora il calo della quota di famiglie che segnalano difficoltà importanti a mantenere il proprio tenore di vita.

Diminuzione del saldo negativo di risparmio

Il numero degli italiani propensi al risparmio rimane elevato e si attesta circa all’ l’86%, la quota di coloro che preferiscono godersi la vita senza risparmiare torna ai livelli pre crisi e si attesta al 12%, Diminuiscono le famiglie in saldo negativo di risparmio: dal 25% del 2016 al 21% attuale, perché decresce il numero di coloro che intaccano il risparmio accumulato e diminuisce lievemente anche chi ricorre a prestiti (sono il 5% contro il 6% del 2016).

Tra coloro che hanno risparmiato di più nel 2017 ci sono i giovani (il 41%), forse per l’effetto della lunga permanenza in famiglia che consente loro di non avere affitti e spese a loro carico, mentre le persone fra 31 e 44 anni hanno risparmiato meno. Ricordiamo che in Italia la transizione alla vita adulta avviene in tarda età e che dunque il dato potrebbe riferirsi semplicemente al fatto che i giovani adulti sono usciti dalla casa di origine ed hanno ora il gravame delle spese da gestire.

La preferenza per la liquidità è sempre elevata e riguarda più di 2 italiani su 3; chi investe, evidenziano i dati, lo fa solo con una parte minoritaria dei propri risparmi. Non esiste più l’investimento ideale. Gli italiani si dividono in 3 gruppi:

  • il 33% ritiene che proprio non ci sia,
  • il 31% lo indica negli immobili,
  • il 29% indica gli investimenti finanziari reputati più sicuri, ultimi,
  • con il 7%, sono coloro che indicano come ideali gli strumenti finanziari più rischiosi. In decisa crescita i depositi bancari, mentre si conferma la diminuzione della raccolta tramite obbligazioni.