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La Borsa crede alla svolta sugli Npl

Il tema dei crediti deteriorati bancari continua a rimanere al centro del confronto europeo. E non smette di alimentare le attenzioni del mercato, che confida nell’implementazione di misure che possano agevolare la vendita degli Npl.

Il motivo dei rialzi

Ieri a riaccendere i riflettori sul nodo sono stati in particolare due elementi. Il primo è legato alla notizia, anticipata ieri dal Sole 24Ore, della proposta del Parlamento Ue relativa alla nuova normativa dell’industria bancaria (la Crr2 e la Crd5). Tra le novità più rilevanti della bozza firmata dal parlamentare tedesco Peter Simon c’è la sterilizzazione degli impatti generati dalle cessioni massicce di crediti deteriorati sui bilanci delle banche. Il tema è tecnico, ma ha un effetto pratico importante per riportare fiducia sul settore. La proposta prevede la sterilizzazione degli effetti delle maxi-cessioni sulle serie storiche che sono alla base delle cosiddette loss given default (lgd), ovvero le stime di perdita in caso di insolvenza del debitore previste dai modelli interni. Così facendo, si eviterebbe l’assorbimento di nuovo capitale di vigilanza in caso di vendite rilevanti di Npl. E a catena si favorirebbe una maggiore erogazione del credito e un miglioramento della redditività delle banche, altro tema caro a Francoforte. In teoria, se confermata – la riforma normativa deve arrivare in porto il prossimo anno a Bruxelles -si tratta di un’ottima notizia in particolare per le banche italiane, su cui grava uno dei fardelli più pesanti di Npl in Europa. Non a caso sono stati proprio gli istituti italiani, e in particolare quelli medi, ad aver messo ieri le ali in borsa: Banco Bpm ha guadagnato il 4,81%, Bper Banca il 5,86% e Ubi Banca il 2,51%.

L’Italia del resto presenta un rapporto di Npl sul totale dei prestiti pari al 10%, contro il 4,5% della media europea di giugno 2017, come evidenziato ieri dal decimo rapporto sui rischi e vulnerabilità accompagnato dal transparency exercise su 132 banche europee. Ma lo sforzo fatto dalle banche domestiche non è indifferente: nei primi nove mesi del 2017 le banche hanno ceduto e cancellato dai bilanci crediti in sofferenza per circa 26 miliardi, al lordo delle rettifiche, contro i 4 miliardi nello stesso periodo del 2016, come indicato ieri dal Rapporto sulla stabilità finanziaria di Banca d’Italia.

Il richiamo della Nouy

Tuttavia, e qua interviene il secondo elemento che ha contrassegnato la giornata di ieri, tutto questo alla Bce non basta. Tanto che ieri è nuovamente intervenuta sul tema la responsabile della Vigilanza, Danièle Nouy. Che ha ribadito che è «urgente risolvere il problema degli Npl, in alcune parti del settore bancario vediamo ancora elevati stock di sofferenze». L’obiettivo di Francoforte, del resto, è far sì che la dismissione di Npl sia la più ampia e rapida possibile, e che si realizzi prima dello scoppio della prossima recessione. «Alla luce del miglioramento dell’economia, mi verrebbe da dire: se non ora, quando?», ha sottolineato la funzionaria francese, secondo cui «diverse banche devono fare molto di più» per affrontare il problema. Un invito che si è allargato anche ai Governi, che dovrebbero fare la loro parte per velocizzare le procedure sugli Npl nei tribunali perché in alcuni Paesi ci vuole «molto più tempo» che in altri.

Le dichiarazioni della numero uno della Vigilanza si inseriscono nel quadro del confronto con le istituzioni europee relative all’addendum Bce, che punta ad azzerare il valore dei crediti deteriorati in sette anni in caso di presenza di una garanzia e in due se non garantiti. Su questo fronte la Nouy ha precisato che «l’addendum» specifica «ciò che ci attendiamo dalle banche in termini di accantonamenti sulle future sofferenze» e che non si parla di «azioni automatiche» contro gli istituti di credito. «La guida fornisce una base di dialogo con ogni singola banca», è stata la precisazione.

Resta il fatto che la preoccupazione del settore sul tema rimane evidente. Le regole dell’addendum, se confermate, andranno ad aggiungersi ai piani di smaltimento che le banche stanno concordando con Francoforte in queste settimane. Sul tema, Nouy ha reso noto che la Bce «ha esaminato i piani messi a punto dalle banche sugli Npl ed ha iniziato a fornire feedback». Certo è che «la situazione è molto diversa e quindi va valutato caso per caso e poi occorre trovare la soluzione più adatta per ogni singola banca».


Autore: Luca Davi
Fonte:

il sole 24 ore

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