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«In arrivo la cessione di sofferenze per 30 miliardi »

Entro la fine del 2017 verranno ceduti crediti in sofferenza per un valore lordo di 30 miliardi, contribuendo a ridurre in modo significativo il rapporto con il totale degli impieghi e avvicinandolo alla media europea. Il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, conferma l’ottimismo già espresso nei mesi scorsi a proposito della capacità del sistema bancario di ridurre lo stock degli Npl.

«Entro l’anno le banche italiane realizzeranno cessioni di portafogli di crediti deteriorati per circa 80 miliardi di euro», ha detto Sabatini nel suo intervento di apertura di “Credito al credito 2017”, ricordando come Sabatini ha ricordato come fino a ora si siano realizzate operazioni per 50 miliardi di euro cui si aggiungeranno altri 30 miliardi da qui a fine anno. Questi i numeri relativi alla cessioni. Le sofferenze nette, in ogni caso, a fine agosto si attestavano a 65 miliardi. Il trend avviato, secondo Sabatini, porterà il rapporto sofferenze lorde/impieghi, grazie anche alla crescita del denominatore dei prestiti, «sotto il 10%, prima di quanto stimavano un anno fa». A fine settembre infatti il totale dei finanziamenti delle banche (tra prestiti alle famiglie e alle imprese) segnava un aumento dell’1,4% sull’anno precedente, a 1.763 miliardi. Parlando a proposito delle prospettive future per il credito, il dg ha sottolineato come i mutui “green” dedicati agli immobili ad alto risparmio energetico potrebbero lanciare la rivoluzione del mercato della casa in Italia. Così come lo stock immobiliare italiano «potrebbe rappresentare un campo di prova importante, accelerando sul fronte dei finanziamenti finalizzati alla ristrutturazione dei moltissimi palazzi del secondo dopoguerra che sicuramente necessitano di interventi di efficientamento energetico». L’Abi ieri ha segnalato come dal 2009 le moratorie sulle rate abbiano interessato 459.757 Pmi e, tra marzo 2015 e agosto 2017, 15.557 famiglie.

Luke Brucato, Head of Business Development di Prelios Valuations, in occasione del convegno ha spiegato di ritenere che «la tecnologia e i dati rappresentino un’opportunità per sostenere la ripartenza del mercato dei mutui ipotecari secondo logiche innovative e più cautelative di prima. Stiamo incoraggiando le banche ad iniziare a guardare gli immobili posti a garanzia dei crediti con la stessa attenzione con la quale analizzano il merito di credito del debitore. Per questo abbiamo incorporato oltre 300 categorie di big data socio demografici per esprimere un indicatore di rischio legato ad ogni singolo immobile analizzato e abbiamo estrapolato oltre 50 anni di serie storiche di prezzi e transazioni per proiettare i valori futuri di questi immobili»

 


Fonte:

il sole 24 ore

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