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Npl, cala all’8,2% lo stock sul totale prestiti

Il rafforzamento congiunturale continua a dare fiato all’erogazione del credito a famiglie e imprese e ad alleggerire i tassi di deterioramento del credito, tornati ormai ai valori pre-crisi. La conferma arriva dal Bollettino economico della Banca d’Italia diffuso ieri.

Negli ultimi mesi sono aumentati i prestiti, eccezion fatta per il comparto delle costruzioni. E il flusso dei nuovi crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti è sceso al 2% in termini tendenziali, un valore in linea con quello medio del biennio precedente l’avvio della crisi finanziaria globale.

Migliora anche il peso del vecchio stock dei crediti deteriorati sul totale dei prestiti, che è sceso al 8,2% nel secondo trimestre, al netto delle rettifiche di valore; era al 9,2% nel primo trimestre. Quest’ultimo dato è riferito in particolare alle banche maggiori (significant ai fini della Vigilanza Bce) per le quali l’incidenza è ulteriormente diminuita anche al lordo delle rettifiche (16,5%, dal 17,5% del primo trimestre). Dietro il calo c’è la cessione degli Npl di Unicredit ma anche la liquidazione ordinata della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, con il successivo trasferimento degli attivi deteriorati alla Sga del ministero dell’Economia. Il calo degli Npl, si legge nel Bollettino, proseguirà nei prossimi mesi grazie a una serie di operazioni di cessione in corso, mentre il tasso di copertura delle esposizioni deteriorate (ossia il rapporto tra le rettifiche e la consistenza dei prestiti deteriorati) ha continuato a crescere (55,3%, dal 52,8%).

I miglioramenti in corso sulla qualità degli attivi bancari si sono riflessi anche sui corsi di Borsa. Negli ultimi dodici mesi i bancari italiani sono cresciuti del 51%, più di quanto sono cresciuti quelli delle altre banche dell’eurozona. Crescita interrotta nell’ultima fase, dopo l’annuncio, il 4 ottobre, dell’avvio della consultazione pubblica della Bce sull’integrazione alle linee guida per la gestione dei crediti deteriorati che farebbe scattare, dal gennaio prossimo, la svalutazione integrale dei nuovi crediti deteriorati al più tardi dopo due anni per la parte non garantita e dopo sette per quella garantita.

Migliorano anche le performance delle banche less significant, che nei primi sei mesi hanno realizzato un risultato di gestione netto in crescita del 10,2% rispetto ai primi sei mesi del 2016, mentre a fine giugno per le banche maggiori il capitale di migliore qualità (common equity tier 1, Cet1) era pari all’11,8% delle attività ponderate per il rischio, in crescita di quattro decimali rispetto alla fine di marzo. Considerando la ricapitalizzazione precauzionale di Mps di agosto il Cet1 ratio delle banche significative salirebbe al 12,6%.


Autore: Davide Colombo
Fonte:

il sole 24 ore

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