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Equita: proposte Bruxelles vantaggiose per Cerved e DoBank

Per sviluppare veicoli nazionali dedicati alla gestione degli Npl saranno necessarie partnership con operatori industriali per supportare l’attività di recupero. Ciò sarebbe positivo per i servicers come Cerved e DoBank. Per Equita le proposte della Commissione Ue sono più soft di quelle della Bce.

La Commissione europea ha presentato ieri un pacchetto di proposte per rilanciare il negoziato sull’Unione bancaria e completare il progetto entro la fine del 2018. Tra le altre cose, Bruxelles ha proposto nuove misure per ridurre e contrastare le sofferenze bancarie, tra cui:

– Uno schema in vista della nascita di veicoli nazionali dedicati alla gestione dei crediti inesigibili;
– Misure legislative per promuovere mercati secondari su cui negoziare titoli di credito di cattiva qualità;
– L’introduzione di iniziative che aumentino l’efficacia delle procedure fallimentari.

“Riteniamo che, per sviluppare in maniera efficace dei veicoli nazionali dedicati alla gestione dei non performing loans, saranno necessarie delle partnership con operatori industriali per supportare l’attività di recupero”, sostengono in una nota di oggi gli analisti di Equita. In quest’ottica, “l’eventuale nascita di questi veicoli sarebbe positiva per i servicers come Cerved  e DoBank . Tuttavia”, tengono a precisare gli analisti di Equita, per rendere efficace la proposta, bisognerà valutare a che prezzo verranno ceduti i non performing loans, chi finanzierà tali veicoli e se si elimina veramente il rischio Npl per le banche. Equita ha ribadito il rating hold e il target price a 10,5 euro sul titolo Cerved  che al momento in borsa cede lo 0,48% a quota 10,46 euro, invece DoBank  avanza dello 0,32% a 12,43 euro.

 

La Commissione Ue ha pubblicato ieri un documento nel quale vengono presentate proposte per favorire una maggior armonizzazione delle business practice nel settore bancario: queste iniziative dovrebbero essere presentate nel primo trimestre 2018 e approvate poi dal parlamento europeo. Le principali novità riguardano un alleggerimento del calendar provisioning e l’introduzione di strumenti per favorire il recupero delle garanzie sui crediti secured.

Nel dettaglio, è prevista l’introduzione di livelli minimi di copertura per le nuove esposizioni non performanti generate dai nuovi impieghi. La proposta, che sembra rispecchiare quanto emerso dall’addendum della Bce (coverage al 100% per i prestiti unsecured dopo 2 anni e 7 anni per quelli secured), “ha un ambito di applicazione molto più ristretto perché non vale per le Npe generate dallo stock di crediti in essere. In base ai nostri calcoli, questa formulazione più soft del calendar provisioning comporterebbe un aumento non significativo, meno di 5bps, delle rettifiche su crediti nel 2018-2019: 1,3 miliardi e 2,6 miliardi, 11 e 20bps, rispettivamente, nel 2018 e nel 2019 nella proposta della Bce”, calcolano gli analisti di Equita.

Anche la Commissione Ue, comunque, ha richiamato la necessità di accelerare lo smaltimento dello stock di Npe. “Il documento della Commissione europea, se introdotto in questi termini, riduce le minacce sul settore rispetto a quanto emerso la settimana scorsa con l’addendum della Bce sulle Npe”, concludono gli analisti di Equita per i quali resta, in ogni caso, evidente il rischio, nei casi di banche più esposte alle Npe, che una richiesta di accelerazione nel derisking/aumento della copertura si traduca in impatti significativi sul capitale. Sullo sfondo rimane, infatti, l’incertezza legata alle misure annunciate dalla Bce, previste per il primo trimestre 2018, sulle coperture degli stock.


Autore: Francesca Gerosa
Fonte:

Milano Finanza

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