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Banche, Padoan: sofferenze in forte riduzione, siamo a punto di svolta

Lo stock di sofferenze bancarie si sta riducendo e il tasso di formazione di nuove sta rallentando e questo anche grazie agli interventi del governo, che ha introdotto le garanzie per la cartolarizzazione dei crediti e ha varato tre provvedimenti per migliorare le procedure concorsuali e accelerare il recupero dei crediti. «Siamo sulla buona strada, a un punto di svolta, anche se il cammino resta ancora lungo». È la sintesi che ha tracciato il ministro per l’Economia, Pier Carlo Padoan, in occasione del convegno organizzato dalla Business School della Luiss “The italian banking conference 2017”. Padoan ha colto l’occasione per ripercorrere i tre interventi avvenuti in Italia per salvare le banche. Dal caso dei quattro istituti salvati a inizio 2016, alla ricapitalizzazione di Mps fino alla cessione a IntesaSanPaolo delle due banche venete, Popolare Vicenza e Veneto Banca.

Padoan: sofferenze in calo, siamo a punto svolta
«Aver fatto fronte a problemi specifici con soluzione specifiche è stata la chiave del successo di queste operazioni», ha chiosato Padoan, il quale ha ricordato come in ogni caso sono state adottate ricette su misura (costituzione di una bad bank e cessione delle quattro banche nel primo caso; ricapitalizzazione precauzionale, con apporto di fondi pubblici, per far fronte al rischio di uno scenario avverso evidenziato dagli stress test per Mps; liquidazione assistita da fondi pubblici con cessione degli attivi e dei passivi a Intesa per le due venete). «I casi italiani hanno evidenziato come il quadro normativo europeo abbia dimostrato di avere al suo interno la necessaria flessibilità, visto che in nessun caso è stato fatto ricorso al bail in ed è stata evitata la distruzione di valore – ha detto il ministro -. Ma al tempo stesso sono stati messe in luce le criticità della costruzione europea che vanno affrontate nel quadro del completamento dell’Unione bancaria».

Padoan ha indicato, per ogni salvataggio, le criticità rivelate dalla normativa europea: nel caso delle quattro banche è emersa una contraddizione tra Brrd, la direttiva sul bail in, e le regole sugli aiuti di Stato, visto che una linea interpretativa della Dg Competition ha impedito il ricorso preventivo al fondo interno di risoluzione delle crisi bancarie, che pure essendo alimentato da fondi privati (il sistema bancario nazionale ha innestato 4,7 miliardi per intervenire sulle 4 banche), è stato equiparato da un sostegno pubblico. Il ministro ha puntato il dito sui tanti soggetti che entrano in campo a livello europeo nel caso di crisi bancarie, tra Bce e Direzione concorrenza. «L’applicazione della ricapitalizzazione preventiva di Mps ha mostrato – ha detto – che la direttiva Brrd richiedeva una attività interpretativa integrativa da parte della Bce e ha richiesto una continua interazione tra le autorità coinvolte che non sempre hanno espresso posizioni coordinate».

«Completare l’unione bancaria»
Padoan ha ricordato inoltre come «diverse voci a livello europeo richiedono oggi un intervento restrittivo sulla ricapitalizzazione precauzionale, ma io ritengo che questo strumento debba restare disponibile. Le condizioni di accesso sono già estremamente restrittive. Il caso delle due banche venete ha confermato che le condizioni di accesso alla ricapitalizzazione preventiva sono stringenti e per questo motivo in quel contesto non è stata applicata». Padoan è tornato a insistere sulla necessità di completare l’unione bancaria. «Serve l’introduzione del fiscal backstop e la garanzia europea sui depositi», ha detto.

Angeloni: in Italia salto netto ma non sedersi
«La strada che le banche europee e italiane in particolare stanno percorrendo è quella giusta. Le banche italiane hanno fatto un percorso notevole, c’è stato un miglioramento netto, ma non bisogna sedersi sugli allori» ha evidenziato invece alla Luiss Ignazio Angeloni, membro del consiglio di vigilanza Bce. «Sui crediti deteriorati è stato fatto un salto notevole, ma ancora c’è molto da fare» ha aggiunto. In tema di sofferenze bancarie, ieri Angeloni ha affermato che le banche italiane hanno fatto un progresso notevole nell’ultimo anno, riducendo lo stock delle sofferenze lorde dal 15 al 12 per cento rispetto allo stock totale, e dall’8 al 6 per cento nel caso delle sofferenze nette. «Devo però ricordare che la media europea sulle sofferenze lorde è pari al 6 per cento, per quelle nette del 3 per cento. C’è ancora molto da fare e non bisogna sedersi sugli allori», ha chiosato.


Autore: Laura Serafini
Fonte:

il sole 24 ore

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