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BancoBpm, pronto un nuovo socio

La prospettiva è quantomeno interessante perché non si tratta di diventare solo il nuovo principale partner assicurativo di BancoBpm, la terza banca italiana, ma anche uno dei suoi azionisti di rilievo. Sarebbe infatti questa, a quanto risulta al Sole 24Ore, la doppia posta in gioco nella gara che si sta disputando principalmente tra Cattolica e Covéa per diventare il nuovo partner dell’istituto nelle joint-venture assicurative. Un passaggio, questo, diventato indispensabile dopo che la banca e i due (oramai ex) compagni di business, Unipol e Aviva, hanno deciso di non rinnovare i loro accordi, in scadenza a fine dicembre.
Nel quadro della presentazione delle offerte commerciali – la cui scadenza è fissata per il 12 settembre, ma i cui termini stando alle ultime indicazioni potrebbero slittare di un paio di settimane – si sarebbe dunque inserita un’altra variabile chiave: una riflessione sulla costruzione di una partecipazione azionaria da parte del futuro socio assicurativo. A quanto risulta, sia Cattolica che Covéa stanno considerando l’ipotesi di mettere piede nel capitale dell’istituto, ovviamente in parallelo alla definizione della partnership di bancassurance. Al momento il tema non sarebbe ancora stato affrontato formalmente ma le riflessioni sarebbero comunque in corso. Nei contatti avuti tra le parti la questione non sarebbe stata posta come un tassello indispensabile per il buon esito della trattativa, tuttavia l’impegno economico teorico sarebbe tale da imporre fin da subito una valutazione approfondita. BancoBpm, il cui titolo ha guadagnato il 37% negli ultimi sei mesi, vanta oggi un capitalizzazione di 4,8 miliardi di euro. Ai valori odierni, una quota compresa tra il 3 e il 5% del capitale varrebbe circa tra i 140 e i 240 milioni di euro.
Insomma, se il tema è sul tavolo, a ragionare, nel contempo, è anche la banca. L’esame delle offerte vincolanti, che dovrà concludersi entro l’anno e a cui potrebbero comunque prendere parte anche altri soggetti come Generali e Allianz, certo non potrà prescindere dall’aspetto economico. In Piazza Meda, come il caso Anima ha già dimostrato – vista la cessione di Aletti Sgr ad Anima per quasi un miliardo di euro, ben oltre le attese – il principio-guida seguito dall’a.d. Giuseppe Castagna è quello della massimizzazione del ritorno. Nel caso dell’accordo di bancassurance, l’asticella minima sarebbe fissata attorno ai 700 milioni. Non foss’altro perché quando l’allora Fondiaria sai sottoscrisse nel 2007 l’intesa con la popolare versò oltre 500 milioni. Ragion per cui è difficile immaginare che Unipol possa ora accettare una cifra inferiore per il proprio 50% di Popolare Vita. Il confronto sul prezzo, nel caso in cui la banca e il gruppo guidato da Carlo Cimbri non dovessero trovare un accordo, sarà risolto da un collegio arbitrale.
Ma tornando alla partita per la ricerca di un nuovo partner, oltre che sotto un profilo puramente finanziario l’operazione potrebbe però essere valutata anche per i suoi potenziali effetti sulla geografia dell’azionariato. E anche in questo senso dovrà essere trovato il punto ottimale. Da una parte, l’ingresso di un nuovo azionista di lungo periodo permetterebbe di stabilizzare una compagine azionaria frammentata, che al momento vede spiccare solo fondi internazionali, come Norges Bank (3,15%) e Invesco (3,13%). Dall’altro lato, l’accordo fisserebbe un baricentro importante anche dal punto di vista dei delicati equilibri interni della banca, che poggiano sulla direttrice Milano-Verona. I francesi di Covèa – tra i leader di mercato nell’assicurazione danni in Francia, con oltre 11 milioni di clienti assicurati e 17,2 miliardi di premi raccolti – da tempo vantano un rapporto consolidato con l’a.d. Castagna, vista la partnership già avviata nel ramo vita. Dall’altra parte c’è Cattolica, la cui concorrenza si prospetta agguerrita, soprattutto dopo che è tramontata l’intesa con Popolare Vicenza. Cattolica, il cui quartiere generale è nella stessa città dove è ben radicata l’altra metà di Banco Bpm, sta studiando con molta attenzione il dossier. Per entrambe potrebbe essere una buona opportunità di crescita: geograficamente le due realtà si sovrappongono quasi alla perfezione e l’una potrebbe fare da volano alla crescita dell’altro. In più Cattolica sarebbe pronta ad assicurare piena autonomia a un asset chiave come Gestielle. Il nuovo Ceo, Alberto Minali, punterebbe molto sull’accordo tanto più in un’ottica di definizione del nuovo piano industriale. Molto in ogni caso dipenderà anche da quale sarà l’ammontare del potenziale esborso finale.


Autore: Luca Davi, Laura Galvagni
Fonte:

Il Sole 24 ore

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