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Carige, focus sulla cessione di immobili

Carige serra le file per arrivare all’approvazione del piano industriale aggiornato entro la metà di settembre, periodo in cui si svolgerà una riunione del cda per approvarlo, in vista dell’assemblea degli azionisti, convocata per il 28 settembre. Emerge, intanto, che sono una trentina (in aumento rispetto alle 22 manifestazioni di interesse dei primi d’agosto) i soggetti che attualmente stanno partecipando alla data room per la cessione di 1,4 miliardi di non performing loans della banca e della sua piattaforma di gestione degli Npl . Secondo fonti finanziarie, le offerte vere e proprie, che saranno oggetto di una selezione, sono attese nella prima metà di settembre.

Ma i vertici della banca hanno un appuntamento anche più imminente: il cda fissato per domani, nel corso del quale si tratteranno alcuni argomenti che il consiglio aveva lasciato indietro nella precedente riunione del 3 agosto, durante la quale era stata perfezionata l’operazione di cessione di una tranche di 938 milioni di Npl, tramite Gacs (garanzia statale), ed erano stati approvati i risultati semestrali dell’istituto di credito genovese. Risultati che segnano un rosso di quasi 155 milioni tra gennaio e giugno, con una perdita, nel secondo trimestre, di 113,8 milioni.

Nel prossimo cda, peraltro, si farà il punto sulla dismissione degli immobili di Carige. L’istituto di credito genovese (coadiuvato da Jones Lang LaSalle), a quanto risulta, sta valutando, in particolare, 4-5 offerte per la sede di Corso Vittorio Emanuele a Milano, l’asset più prestigioso fra gli otto immobili che l’ad di Carige, Paolo Fiorentino, intende cedere entro la fine dell’anno. A essere interessati all’affare sono fondi italiani e internazionali e grandi retailer (è circolato anche il nome di Inditex). Nei primi giorni di settembre, la banca dovrebbe operare una selezione fra le offerte: per l’edificio milanese si parla di una cifra superiore ai 100 milioni di euro.

Gli altri immobili in corso di cessione sono la sede romana di Carige, in via Bissolati, per la quale l’attesa è superiore ai 20 milioni, e quella londinese di Kensington, valutata oltre 2 milioni. Il portafoglio di immobili già sul mercato comprende anche tre cespiti a Milano e due a Genova. Sul piatto, poi, la vendita della società di credito al consumo, Creditis.

Dalla cessione degli asset, la banca attende un impatto positivo sul patrimonio di circa 200 milioni. È chiaro, peraltro, che la dismissione degli Npl comporterà che questi escano dal conto economico della banca.

Per quanto riguarda l’aggiornamento del piano industriale al 2019 dell’istituto, questo, come si è accennato, dovrebbe andare al voto del cda a metà settembre e dovrebbe comprendere, tra l’altro, un ridimensionamento dell’organico di Carige nell’ordine delle 400-500 unità.

Il presidente dell’istituto, Giuseppe Tesauro, e l’ad Fiorentino presenteranno dunque agli azionisti, il 28 settembre prossimo, il nuovo piano completo e chiederanno all’assemblea di approvare un aumento di capitale per complessivi 560 milioni di euro, dei quali una tranche, dell’importo massimo di 60 milioni, «eventualmente riservata ai destinatari di una possibile operazione di liability management».

 


Autore: Raoul de Forcade
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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