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Carige cede Npl per 938 milioni

Carige mette a segno la cartolarizzazione, da tempo annunciata, di una prima tranche di non performing loans e si assicura un’altra giornata positiva in Borsa, anche se non con i numeri degli ultimi giorni. Ieri il titolo, dopo una partenza molto positiva a piazza Affari, si è assestato, per chiudere a 0,253 euro, con un aumento dello 0,24%.

Prima dell’apertura dei mercati il gruppo guidato del neo ad, Paolo Fiorentino, ha comunicato di aver ceduto il 16 giugno scorso, nel quadro del processo di dismissione di Npl in corso di esecuzione, «un portafoglio di crediti in sofferenza per circa euro 938,3 milioni di valore lordo, alla data di cut-off, al veicolo di cartolarizzazione Brisca securitisation». Quest’ultimo ha emesso, in data 5 luglio, «tre classi di titoli Abs: classe senior, per un ammontare totale di circa 267,4 milioni, cui è stato assegnato rating investment grade Bbb(high)/A3 (rispettivamente da Dbrs e Moody’s); classe mezzanine, per un ammontare totale di circa euro 30,5 milioni, cui è stato assegnato rating B(low)/B3 (rispettivamente da Dbrs e Moody’s); classe junior pari a euro 11,8 milioni, cui non è stato assegnato rating».

«Le note – chiarisce Carige – sono state integralmente sottoscritte dal gruppo al loro valore nominale di circa 309,7 milioni, pari a circa 33% del valore lordo dei crediti ceduti». Valore nettamente superiore, quindi, a quello che era stata proposto, nel marzo 2016, dal fondo Apollo, che però era pronto ad acquisire circa 3,5 miliardi di Npl, per i quali offriva un valore pari a circa il 17,6% di quello nominale.

«I titoli junior e mezzanine – prosegue la nota di Carige – saranno collocati sul mercato, allo scopo di ottenere il deconsolidamento del portafoglio di crediti ceduti e richiedere la garanzia statale (Gacs)». Arranger dell’operazione e placement agent dei titoli è Banca Imi (gruppo Intesa Sanpaolo), mentre il servicing è stato affidato a Prelios credit servicing. Hanno collaborato alla gestione dell’operazione lo studio Chiomenti, Pwc legal, Securitisation services, Bnp Paribas e Zenith service.

Come si è accennato, la Borsa ha premiato la mossa di Carige anche se la grande riscossa del titolo, arrivato a essere scambiato, tra il 27 e il 28 giugno, ai minimi storici (giungendo a toccare 0,172 euro) si è avuta mentre si delineavano i tratti del nuovo piano strategico, varato dal cda 3 luglio. Nell’arco di cinque sedute, il titolo è cresciuto di oltre il 40%. Ma anche il volume degli scambi è stato elevatissimo: a fronte di una media giornaliera, nell’ultimo mese, di 12 milioni di pezzi circa, lunedì sono passati 18 milioni di pezzi, martedì 64,8 milioni, mercoledì 92,6 milioni e ieri 46 milioni (pari a al 5,5% del capitale). Tanto che alcuni report, nei giorni scorsi, hanno parlato addirittura di una possibile scalata. Altri operatori, invece, ritengono che sia un effetto della positiva reazione del mercato al piano targato Fiorentino.

Piano che si è concentrato sulla patrimonializzazione della banca, attraverso un aumento di capitale di 500 milioni, al quale si affianca la cessione di diversi asset dell’istituto genovese, per un valore di circa 200 milioni. In primis alcuni immobili di pregio, quali le sedi di Carige a Milano, Roma che, secondo fondi vicine al dossier, potrebbero garantire una plusvalenza intorno ai 100 milioni. Poi l’alienazione della società di credito al consumo Creditis, che potrebbe portare altri 100 milioni circa.

Forte anche l’impegno, manifestato anche a Bce, per la cessione degli Npl. Carige ha un portafoglio di circa 7 miliardi di Npe (non performing exposures); Bce gli ha chiesto di diminuirlo a 5,5 miliardi entro il 2017; di portarlo a 4,6 entro il 2018 e a 3,7 entro il 2019. Con la prima tranche di cartolarizzazioni tramite Gacs chiusa ieri, Carige si è liberata di quasi un miliardo di Npl. Il piano prevede che altri 1,2 miliardi circa siano oggetto di ulteriori dismissioni da parte della banca. Mentre altri 1,2 miliardi dovrebbero rientrare nella cessione (prevista dal piano Fiorentino) del ramo d’azienda relativo alla piattaforma di recupero dei crediti in sofferenza. Lo schema prevederebbe il passaggio del pacchetto a una società terza con soggetti specializzati nella gestione delle sofferenze. Ma alcuni dei passaggi del piano saranno approfonditi nel prossimo cda dell’11 luglio, che potrebbe anche affrontare la questione della richiesta dell’azionista Gabriele Volpi (6%) di reintegrare due consiglieri della sua lista, visto che altri due si sono dimessi in disaccordo col consiglio, quando questo ha votato la sfiducia all’ex ad Guido Bastianini.


Autore: Raoul de Forcade
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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