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Carige: aumento per gestire sofferenze, non per coprire buco

L’assemblea degli azionisti di Banca Carige  ha approvato a grande maggioranza il bilancio civilistico e consolidato 2016, chiusosi con una perdita consolidata di 297,3 milioni di euro. L’assemblea è chiamata anche ad approvare l’azione di responsabilità nei confronti dei vertici delle passate gestioni (una contro l’ex presidente Berneschi, l’altra contro l’ex ad Piero Montani e l’ex presidente Cesare Castelbarco) e la nomina del collegio sindacale. L’azione di responsabilità contro Montani e Castelbarco riguarda lo scontro con il fondo americano Apollo per la vendita del ramo assicurativo e una successiva crisi di liquidità della banca genovese. In assemblea è presente, in proprio o per delega, il 31,4% del capitale (419 azionisti). Più nel dettaglio, Malacalza Investimenti, primo socio dell’istituto ligure, risulta detenere dalla lettura del libro soci il 17,588% del

“Visto che ha superato la soglia del 10%”, ha spiegato il notaio, Lorenzo Anselmi, “Malacalza investimenti ha richiesto le autorizzazioni ed effettuato le comunicazioni” previste dalla legge. Anselmi ha indirettamente risposto alle rilevazioni fatte da Apollo nella domanda, rigettata dal Tribunale di Genova, di congelamento dei diritti di voto della quota di Malacalza. Inoltre a libro soci risulta che Gabriele Volpi è presente con il 6,001% del capitale, la Fondazione Carige  con il 2% e i fondi di investimento con l’1,4%. Il patto Malacalza-Fondazione è stabile al 19,5%, mentre il patto composto da Coop Liguria, Talea, Fondazione Cr Carrara e Fondazione De Mari raccoglie il 4,1% del capitale.

I 297,3 milioni di euro di rosso nel bilancio 2016 di Banca Carige  “vanno valutati tenendo conto che quasi totalmente si riferiscono a rettifiche per crediti pregressi”, ha spiegato il presidente dell’istituto ligure, Giuseppe Tesauro, nel corso dell’assemblea. “I risultati positivi che speriamo e ci sforziamo di realizzare”, ha aggiunto, “siano di speranza e di soddisfazione dopo anni di delusioni e sacrifici. Invito a guadare il futuro che si prospetta, almeno negli sforzi e nelle speranze del cda e di noi tutti, come prospettiva positiva. Siamo impegnati al massimo delle nostre forze e del nostro entusiasmo. La gestione corrente va valutata con attenzione depurandola dagli esiti del passato. Anche certi numeri che possono spaventare se riferiti solo a quest’anno di gestione in realtà, se valutati correttamente, anche in funzione del passato, possono addolcirne la delusione”.

Anche il costincome dell’istituto, migliorato dall’84,4% all’81%, “deve continuare a migliorare”, ha auspicato il ceo, Guido Bastianini, annunciando una revisione del modello commerciale e la volontà di valorizzare e dare maggior attenzione ai clienti più piccoli. “L’obiettivo è lavorare nel settore small business e dei piccoli operatori economici, lavorare quindi non come la banca ha fatto, forse in maniera eccessiva, negli anni passati, con clientela molto grande istituzionale, ma puntare moltissimo e lavorare con la clientela medio piccola”, ha detto.

Quanto al tema della liquidità e dei depositi, oggetto della controversia che contrappone Carige  ad Apollo, Bastianini ha ricordato che a dicembre dello scorso anno la banca ha perso 1 miliardo di euro di liquidità di cui 500 milioni da un solo soggetto. “L’Lcr a fine anno era comunque al 124%, un dato decisamente superiore a quello che ci attribuisce la Bce pari al 90%”, ha precisato.

In assemblea Malacalza Investimenti ha annunciato “voto positivo” sul bilancio 2016 “nella speranza che sia un primo passo di inversione del percorso, iniziato anche con il cambio manageriale un anno fa, che ora entra nel vivo”, ha dichiarato il professore, Claudio Consoli, in rappresentanza di Malacalza Investimenti. “Crediamo”, ha proseguito il delegato, “che nel corso degli ultimi 12 mesi, che rappresentano il primo anno di lavoro del nuovo consiglio di amministrazione, sia stato impostato un buon lavoro che pone le basi per riportare Banca Carige  fuori dal continuo stato di assillo e preoccupazione e quindi a ricondurla a un ruolo consono nel contesto bancario italiano. Siamo altresì consapevoli che sarà necessario molto ulteriore lavoro”. Malacalza Investimenti ha quindi ribadito l’impegno come socio: “Continuiamo ad avere una volontà di difesa, consolidamento e rilancio della banca del territorio ligure anche se i tempi sono duri e la situazione economica generale desta preoccupazioni”.

Come preannunciato a febbraio, Banca Carige  si appresta ad aumentare il capitale “non per tappare i buchi del passato, ma per gestire meglio i temi dei crediti problematici”, ha motivato Bastianini. “Si sta pensando di risolvere il tema delle sofferenze una volta per tutte” ed è all’oggetto dell’attenzione del consiglio se “includere” nell’operazione “anche le sofferenze in corso di cartolarizzazione, per un ammontare complessivo dell’ordine di 3,3 miliardi”.

Questo consente “di gestire queste sofferenze e di non svenderle”, piuttosto che procedere con singole operazioni di cessione che sarebbero state delle “vendite forzate”. Per questo è stata trovata una soluzione alternativa, per massimizzare il recupero delle sofferenze e grazie a quest’iniziativa, che sarà soggetta a un’altra assemblea, “dovremmo centrare i target al 2019”, ha assicurato Bastianini. Naturalmente, per portare avanti quest’iniziativa “serve nuovo capitale che abbiamo individuato in una cifra fino a 450 milioni”.

Banca Carige  opererà uno scorporo proporzionale dei crediti in sofferenza attraverso la creazione di un veicolo ad hoc che avrà inizialmente come azionisti gli stessi della banca. L’operazione dovrebbe essere realizzata entro la fine dell’anno, secondo quanto annunciato in occasione dell’aggiornamento del piano al 2020. “La scissione degli Npl sarà proporzionale, quindi non ci sarà nessun danno per nessuna categoria di azionisti”, ha puntualizzato Bastianini, annunciando anche la cessione della componente non core del patrimonio immobiliare del gruppo e non escludendo che possa avvenire anche tramite fondi immobiliari.

Mentre il management non ha intenzione di cedere la quota del 20% detenuta nel capitale di Autostrada dei Fiori. “Banca Carige  non ha nessuna prospettiva a breve di cessione della quota di Autofiori”, ha concluso l’ad, osservando che si tratta di una società “gestita molto bene. Siamo molto soddisfatti di come è gestita”. La banca sta intanto iniziando a commercializzare Pir con la società Arca.


Autore: Francesca Gerosa
Fonte:

Milano Finanza

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