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Pioggia di soldi alle banche europee: la Bce stanzia 233,5 miliardi. Le italiane fanno il pieno

Le banche dell’eurozona hanno chiesto alla Banca centrale europea liquidità per 233,5 miliardi di euro, nella quarta e ultima operazione cosiddetta Tltro-2, che punta a incentivare le banche a impiegare i fondi nell’economia reale. Più di un quarto della liquidità assegnata è andata alle principali banche italiane, che hanno incamerato 62,8 miliardi. Le richieste soddisfatte dalla Bce sono venute da 474 banche e sono andate al di là della maggior parte delle attese dei mercati. Le banche hanno approfittato dell’ultima occasione per ottenere dalla banca centrale fondi a 4 anni a tasso zero, che può diventare addirittura negativo se il volume del credito concesso a imprese e famiglie supererà certi parametri. In tal caso, la Bce potrebbe corrispondere alle banche fino a 40 punti base.

A spingere la domanda è stata anche l’aspettativa che, nel prossimo futuro, la Bce possa alzare i tassi d’interesse e quindi la liquidità per le banche diventerebe più cara. Per ora, l’istituto di Francoforte sostiene che alzerà i tassi solo dopo la conclusione dell’acquisto titoli, il Qe, prevista non prima del 2018, ma sui mercati alcuni operatori ritengono che il rialzo dei tassi possa essere anticipato.

La Bce ha finora ottenuto risultati relativamente modesti nello spingere le banche a estendere credito all’economia reale e per questo ha varato, nel giugno 2016, le Tltro2, a condizioni nettamente più vantaggiose delle Tltro, iniezioni di liquidità quadriennale già utilizzate nei due anni precedenti. La prima Tltro-2 raccolse domanda netta per 368 miliardi di euro, la seconda per 45, la terza per 62.

Secondo una prima stima di Pictet, se la ripartizione per sistema bancario nazionale della quarta operazione dovesse seguire la suddivisione di quelle precedenti, l’importo complessivo maggiore andrebbe alle banche italiane, per 251 miliardi di euro, seguite da quelle spagnole per 194 miliardi, e poi da quelle francesi, tedesche e portoghesi.


Autore: Alessandro Merli
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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