Scelti per voi

Deutsche Bank, via all’aumento a 11,65 euro

Parte oggi l’aumento di capitale da 8 miliardi di euro di Deutsche Bank. L’operazione, che si chiuderà il 6 aprile, si avvantaggia di condizioni di mercato più favorevoli, anche se permangono alcune incertezze sul futuro andamento della banca. Il rapporto annuale pubblicato ieri mattina sostiene che nel 2017 i ricavi resteranno pressoché piatti rispetto ai 30 miliardi di euro circa dello scorso anno e che, nel periodo fino a metà marzo, hanno accusato una leggera flessione, salvo per il miglioramento del settore obbligazionario.
La più grande banca tedesca, che nel 2016 ha accusato una perdita di 1,4 miliardi di euro dopo quella di 6,8 miliardi nel 2015, si presenta agli azionisti per la terza volta negli ultimi anni e alla fine di questo aumento avrà raccolto complessivamente dal mercato 30 miliardi di euro, più della sua attuale capitalizzazione di Borsa. Da oggi, offre agli azionisti una nuova azione ogni due possedute, al prezzo di 11,65 euro con uno sconto del 35% rispetto alla chiusura di venerdì (il recente aumento di Unicredit, per lo stesso importo, presentava uno sconto del 38%). Il titolo ha perso ieri il 3,72%, a 17,20 euro. L’operazione è sottoscritta da un consorzio di 30 banche. Due dei principali azionisti, due fondi del Qatar che controllano complessivamente il 10% circa, e la cinese Hna, che possiede il 3%, avrebbero già confermato la loro adesione, secondo informazioni di mercato. Un altro grande azionista, il colosso dei fondi d’investimento BlackRock, sarebbe a sua volta orientato a partecipare. In genere, l’atteggiamento degli investitori nei confronti delle banche europee è più favorevole negli ultimi mesi, come dimostrato dal successo dell’operazione Unicredit.
L’aumento è favorito dal miglioramento delle circostanze esterne, delle quali per ora Deutsche Bank ha però approfittato meno delle concorrenti, soprattutto americane: il lento rialzo dei tassi d’interesse e una curva dei rendimenti più ripida dovrebbero aiutare la redditività delle banche; i mercati azionari sono in rialzo, mentre cresce bene l’economia tedesca, dove Deutsche Bank intende aumentare la presenza sul mercato al dettaglio con l’integrazione di Postbank, la cui cessione non è andata in porto per mancanza di acquirenti, uno dei molti cambiamenti di strategia di questi anni.
Con questa operazione, l’istituto di Francoforte punta a dissipare i dubbi sulla propria solidità patrimoniale, messi in luce anche dagli esami della vigilanza della Banca centrale europea. Il capitale primario Cet1, all’11,9% a fine 2016, dovrebbe salire al 14,1% e Deutsche Bank conta di tenerlo stabilmente sopra il 13 percento.
Il rapporto annuale rivela che il piano di riduzione del personale, che originariamente prevedeva la eliminazione di 9mila posti di lavoro, un numero che la banca ha detto di voler alzare, procede a rilento. L’anno scorso, sono stati tagliati drasticamente i bonus da 2,4 miliardi di euro a 546 milioni e il totale dei compensi è sceso da 10,5 a 8,9 miliardi di euro. La divisione di asset management, di cui il gruppo ha in programma di vendere una quota di minoranza, ha continuato a perdere ricavi.
Deutsche Bank ha anche reso noto che il ministero della Giustizia degli Stati Uniti ha chiuso l’inchiesta pensale a suo carico per la manipolazione dei tassi di cambio, anche se le autorità di altri Paesi continuano a indagare. Alla fine dello scorso anno la banca aveva chiuso un’altra vicenda giudiziaria negli Usa, accettando di pagare una multa da 7,2 miliardi di dollari per il collocamento scorretto di titoli cartolarizzati. Il rapporto sostiene che ora la maggior parte degli scandali o dei casi giudiziari più importanti sono chiusi o in via di conclusione, come aveva promesso Cryan.


Autore: Alessandro Merli
Fonte:

Il Sole 24 Ore

aumento di capitaledeutsche bank

Credit Village è oggi il punto di incontro e riferimento - attraverso le sue tre aree, web, editoria, eventi - di professionisti, manager, imprenditori e operatori della gestione del credito. Nasce nel 2002 con l’intento di diffondere anche in Italia, così come avveniva nel mondo anglosassone, la cultura del Credit e Collection Management.