Dalla Redazione

Goldman Sachs giudica le banche italiane: promossi e bocciati

Le banche italiane hanno compiuto un balzo in avanti in ambito di qualità del credito erogato. A dirlo è la banca d’affari americana Goldman Sachs che, tuttavia, avverte: attenzione alle esposizioni. Il miglioramento del credito tricolore paga dazio in termini di perdita aggregata. Secondo il report di Goldman, le banche italiane hanno registrato un’elevata perdita aggregata nel 2016 soprattutto da parte di Unicredit e di Banca Monte dei Paschi di Siena. La situazione è stata così fotografata: “la qualità del credito è migliorata; lo stock di esposizioni non performanti delle banche italiane è sceso per il quinto trimestre consecutivo, -7% su base trimestrale, ma rimane elevato per molti istituti”.

Per accelerare cessioni future, Unicredit ha registrato importanti svalutazioni nell’ottica di cedere oltre 18 miliardi di euro dal 2017, mentre Mps ha aumentato le riserve in previsione di una simile importante operazione. Nell’ambito aggregato, gli analisti rivelano come la copertura delle esposizioni non performanti delle banche italiane è aumentata del 2% nel quarto trimestre dello scorso anno, giungendo a quota 49,7%, nonostante la cessione di gran parte di NPL non garantiti, e quindi coperti, sia molto di più.

Gli analisti, inoltre, notano che la redditività core delle banche italiane resta sotto pressione. I ricavi core sono scesi del 5% su base annua in forma aggregata, a causa della debole performance del net interest income (-9%). Mentre i costi sottostanti sono diminuiti del 4% e l’utile core prima degli accantonamenti è calato del 5%. Da segnalare che solo Intesa Sanpaolo e Banco Bpm si sono mosse in controtendenza avvalendosi di solide commissioni e sovraperformance leader nel comparto.

Capitolo outlook: con i prestiti ora in crescita, i tassi di interesse che hanno toccato il fondo e con il 2016 che ha mostrato una base bassa per le commissioni, le banche in generale hanno previsto un 2017 migliore. In ogni caso gli analisti hanno tagliato le stime di utile per azione 2017-2020 in media dell’11% (ex Mps e Banco Bpm) dopo i risultati del quarto trimestre 2016, principalmente a causa di stime più alte per quanto riguarda gli accantonamenti per perdite su crediti.

Rispetto ai tassi di recupero delle esposizioni non performanti, Goldman evidenzia in base alle proprie analisi un allungamento dei tempi di “collection”. E, sempre secondo la banca americana, questo aumento delle tempistiche provoca un’ulteriore riduzione dei valori. Di conseguenza Goldman ha tolto Bper Banca dalla sua Conviction buy list, abbassando il rating da “buy” a “neutral” e il target price da 6,7 a 5 euro. D’altra parte la loro tesi originale “si basava su un eventuale consolidamento e su forti risorse di capitale per assorbire gli accantonamenti per perdite su crediti”. Tuttavia, la performance operativa di Bper, come quella dei competitor, è andata peggio delle aspettative di Goldman, mentre la formazione di NPL non è calata così velocemente come le altre banche, ritardando il recupero della redditività dell’istituto emiliano.

Gli esperti, invece, consigliano l’acquisto di Unicredit (target price rivisto da 16,79 a 19 euro dopo la revisione delle stime di eps) e di Banco Bpm (target price rivisto da 2,70 a 3,10 euro). “La valutazione di Unicredit è interessante alla luce dei suoi nuovi obiettivi, che offrono significativi upside a livello di bilancio”, spiegano alla banca d’affari. Il rating è sospeso su Mps, visto che il titolo continua a non scambiare in borsa. Mentre il rating su Intesa resta “neutral” (target price da 2,90 a 2,70 euro) come su Ubi Banca (target price da 3,60 a 3,40 euro).

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