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Un fondo cinese valuta l’ingresso nel capitale di Mps

Spunta anche un fondo cinese tra i cosiddetti anchor investor che stanno valutando l’ingresso in Mps nell’ambito del maxi aumento di capitale da 5 miliardi che la banca punta a chiudere entro giovedì 22 dicembre. Le trattative con i grandi investitori, che complessivamente potrebbero sottoscrivere fino a 1,5 miliardi, sono tanto frenetiche quanto riservate. E coinvolgono, come nel caso del fondo sovrano del Qatar, non solo i banchieri di JP Morgan e Mediobanca (che assistono Mps nella ricerca degli investitori) ma anche il Ministero dell’Economia del Governo italiano. Stando alle indiscrezioni delle ultime ore, maturate dopo un week end di intenso lavoro per tutti i bankers coinvolti nel tentativo di salvataggio “privato” del Monte, il fondo cinese si sarebbe fatto avanti nel corso dell’ultima settimana dando una disponibilità’ a investire tra i 300 e i 500 milioni.

Massimo riserbo sull’identità dell’investitore, che insieme al fondo sovrano del Qatar (800-1.000 milioni) e il fondo del finanziere Usa George Soros (300-400 milioni) sarebbero i tre candidati finali al ruolo di anchor investor che dovranno decidere nelle prossime ore se trasformare l’interesse preliminare in investimento effettivo.

Pur tra mille difficoltà, il tentativo di salvataggio privato di Mps andrà avanti fino a giovedì quando l’operazione sul mercato si concluderà formalmente lasciando il posto, in caso di insuccesso, all’intervento pubblico attraverso un decreto del Governo che dovrebbe stanziare fino a 15 miliardi per la ricapitalizzazione delle banche in crisi.

Tra i nodi ancora aperti per il salvataggio privato di Mps, che ufficialmente tutti auspicano, c’è l’adesione dei risparmiatori al piano di conversione dei bond subordinati in azioni per oltre due miliardi (che si concluderà mercoledì). Ma soprattutto manca ancora la firma del fondo Atlante, partecipato dal sistema bancario e assicurativo italiano, per l’acquisto della tranche equity degli Npl. Sarebbe paradossale se il fondo del sistema privato nato per aiutare a risolvere il nodo degli Npl delle banche italiane, si tirasse indietro dal dossier Mps all’ultimo minuto.


Autore: Alessandro Graziani
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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