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Quattro mesi per la gacs Carige

È partito il cantiere per la seconda cartolarizzazione con garanzia pubblica (gacs) di crediti deteriorati, quello aperto da Banca Carige. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il servicer Prelios Credit Servicing avrebbe appena iniziato la due diligence sull’intero portafoglio di non performing loans che ammonta a circa 1,8 miliardi lordi. Il perimetro dell’operazione sarà definito solo alla fine dell’esame e dunque non è ancora chiaro se la banca ligure deconsoliderà subito l’intero importo o se procederà in più tranche, come ventilato nelle scorse settimane. Se tutto andrà come previsto, il rating delle agenzie, cioè la tappa principale del processo, dovrebbe arrivare nel giro di quattro mesi, quindi presumibilmente intorno a febbraio. A quel punto potrà partire la cartolarizzazione, in cui il ruolo di collocatore sarà svolto da Banca Imi, che è stata anche advisor nel processo di smaltimento delle sofferenze. La scelta di ricorrere a una gacs è stata annunciata mercoledì 12, anche se era nell’aria ormai da qualche settimana alla luce degli elementi di convenienza dell’operazione. Come noto, lo Stato garantisce infatti le tranche più sicure (senior), cioè quelle che sopportano per ultime le eventuali perdite (derivanti da recuperi sulle sofferenze inferiori alle attese). Tali garanzie possono essere richieste dalle banche a fronte del pagamento di una commissione periodica al Tesoro. L’altra faccia della medaglia è che occorre un lavoro scrupoloso sui portafogli, su cui devono esprimersi le agenzie di rating. Ecco perché risulta decisivo il lavoro dei servicer, soprattutto degli special servicer che si prendono in carico la gestione e il recupero dei crediti in sofferenza. In ogni caso la gacs mostra indubbi elementi di convenienza in termini di prezzo. Nella recente operazione allestita da Prelios e Jp Morgan per la Popolare di Bari, ad esempio, i crediti sono stati ceduti al 30% del loro valore nominale, un prezzo superiore alla media di mercato. Proprio Bari starebbe ora ragionando su una seconda cartolarizzazione di importo inferiore a quella precedente, mentre altri istituti avrebbero iniziato a studiare l’ipotesi di una gacs. Il mercato dei crediti deteriorati è insomma in fase espansiva, anche se l’attenzione è concentrata soprattutto sui due cantieri Mps e Unicredit. Se a Siena potrebbe presto tagliare il traguardo la gara per la piattaforma di gestione Juliet (che vedrebbe Cerved in vantaggio sugli altri pretendenti), in piazza Gas Aulenti ferve il lavoro attorno al progetto Fino (Failure Is Not an Option) che, stando alle indiscrezioni, prevederebbe il coinvolgimento dei giganti Pimco, Fortress e Cerberus in una società ad hoc con quote di minoranza.


Fonte:

Milano Finanza

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