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Banche ok, per analisti anche nuove regole su Npl spingeranno M&A

Settore bancario ancora sotto i riflettori a Piazza Affari, che scommette su possibili nuove operazioni di M&A dopo il via libera alle nozze tra Banco Popolare e Bpm. Un’ulteriore spinta al consolidamento, spiegano in una nota odierna gli analisti di Equita Sim, potrebbe arrivare in vista dell’introduzione del principio contabile Ifrs9 in sostituzione dell’attuale Ias39, prevista per il 2018.

Recentemente la Banca dei Regolamenti Internazionali, spiega Equita, ha proposto «un’introduzione graduale se l’effetto sul capitale si rivelasse “non modesto”». Gli analisti ritengono tuttavia che «anche un eventuale phase-in, come nel caso di Basilea3, non distoglierebbe il focus sugli effetti a regime che verrebbero immediatamente incorporati nelle valutazioni». La novità principale per le banche riguarda la distinzione del portafoglio di crediti performing in due panieri distinti, ovvero ad alto e basso rischio». I crediti performing ad alto rischio, aggiunge Equita, «saranno valutati utilizzando la ben maggiore perdita attesa lifetime e non quella su un orizzonte di 12 mesi come per i crediti a basso rischio». Meccanismo che non potrà che portare a un aumento degli accantonamenti necessari. Equita stima quindi tre effetti: «Un’ulteriore disaffezione verso le banche perché le rettifiche su crediti e gli utili diventano più volatili e i business model complicati e governati da algoritmi, una pressione per il consolidamento, perché l’implementazione e il mantenimento dei sistemi necessari al funzionamento del modello» richiedono investimenti in IT e personale, e infine un impatto diretto sugli indicatori di bilancio, pari a -20 punti base di Cet1 (con Ubi, Mps e Credem tra le più colpite) e +13 punti base di costo del rischio (gli effetti maggiori in questo caso si vedranno su Mps, Intesa Sanpaolo e Bper).

A Piazza Affari gli ordini di acquisto continuano a premiare Bper (+3,98%) e Creval (+4,18%), già ieri sugli scudi perché considerati i maggiori indiziati per un’aggregazione, ma salgono anche Ubi Banca (+2,41%), UniCredit (+1,86%), Intesa Sanpaolo (+1,6%) e la Popolare di Sondrio (+1,4%). Quanto a Banco Popolare (+2,88%) e Bpm (+2,02%), continua a ridursi la forchetta tra il concambio espresso dai corsi di Borsa e quello previsto dal progetto di fusione, ormai quasi allineato: la differenza tra le due valutazioni (venerdì al 5,8% e ieri scesa al 2,2%) è ora pari all’1,4%.


Autore: Paolo Paronetto
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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