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Intervista alla Senatrice Lucrezia Ricchiuti, prima firmataria del DDL sul recupero crediti nella PA che apre nuove prospettive per le casse dei Comuni

 

A quanto ammontano i debiti della Pubblica Amministrazione? Un’enorme mole di denaro che giace nei cassetti degli uffici di tutta Italia o si perde nei meandri di Equitalia e Tribunali già ingolfati da miliardi di cause. Prendiamo ad esempio i Comuni, sempre più schiacciati da tagli, politiche di austerità e strette di bilancio. Perché se un’azienda privata ha un debito, piccolo che sia, si affida ad un professionista per recuperarlo, mentre i Comuni devono fare i conti con pacchetti di crediti considerati inesigibili che minano la loro stessa sopravvivenza?
E’ come se avessero le mani legate di fronte a chi non paga i debiti, a discapito dei cittadini onesti cui non vengono garantiti i servizi adeguati. Eppure non c’è nessun divieto che impedisce alle Amministrazioni di affidarsi a società esterne per rendere il processo più veloce ed efficace con effetti positivi sulle nostre strade, sui nostri ospedali e sulle nostre scuole. Lo fanno solo pochi Comuni virtuosi con risultati ottimi in termini riduzione dei tempi di gestione delle posizioni, incremento delle performance di recupero, riduzione dei crediti iscritti a ruolo e, non meno importante, con un impatto sociale positivo per il cittadino che viene sensibilizzato al pagamento tempestivo dei tributi. Uno studio di KPMG ha stimato in più di 5 miliardi il beneficio che deriverebbe da un modello di riscossione dei crediti condiviso, flessibile e misto mano pubblica/operatori privati. Una liquidità che darebbe un po’ di respiro alle casse dei nostri Comuni anche alla luce della riforma contabile che da gennaio 2015 richiede agli Enti locali di accantonare progressivamente i fondi destinati a copertura dei crediti di dubbia esigibilità.
Credit Village, il più grande incubatore degli operatori della gestione del credito, affronterà il tema durante il Credit Village Day di quest’anno, in programma il 16 novembre a Milano. Giunto alla sua decima edizione, il Credit Village Day analizzerà con i principali esperti del settore le recenti sentenze del TAR Puglia e Lazio che affermano come le società di recupero crediti possono fornire un supporto agli enti locali nella gestione della riscossione delle entrate, sia tributarie che extratributarie, anche se non iscritte all’albo ministeriale, purché non effettuino maneggio di denaro pubblico. Una vera rivoluzione che cambierà il concetto tradizionale di riscossione del credito ed aprirà scenari fino ad ora sconosciuti anche agli addetti ai lavori.

E non è solo una questione di “addetti ai lavori”: il cambiamento riguarda tutto il Paese, tanto che si è mossa anche la politica: a marzo la senatrice Lucrezia Ricchiuti (PD) ha presentato il disegno di legge “Misure per il recupero dei crediti insoluti nella pubblica amministrazioneche si prefigge di trasformare in una regola certa l’esternalizzazione della fase stragiudiziale del recupero crediti da parte degli enti locali. Il DDL sposta l’iter su una fase stragiudiziale, cioè tra la scadenza dei crediti e il recupero coattivo, affidando a società private il patto conciliativo con i cittadini. Intervenendo in anticipo si andrebbe a ridurre drasticamente il numero di posizioni debitorie da iscrivere a ruolo. Con enorme beneficio per i nostri Comuni che finalmente potranno dedicarsi a quella che è la loro principale attività: offrire servizi al cittadino.
“La mia proposta di legge è finalizzata a far recuperare in modo celere le entrate di enti locali, Province e società partecipate, che si trovano con tanti debiti di piccoli importi, dall’affitto di immobili comunali alla Tari, che messi insieme fanno una grande cifra – afferma la Senatrice Ricchiuti intervistata da Credit Village – La maggior parte degli uffici pubblici non ha personale specializzato nella riscossione e al massimo manda una lettera prima di passare il debito a ruolo. Il mio provvedimento si inserisce in questo vuoto di competenze, offrendo questo servizio prima che il debito venga iscritto a ruolo. Inoltre c’è un discorso di equità verso i cittadini che pagano le tasse, e si offre una strada più umana a chi si trova momentaneamente in una situazione di difficoltà: invece che vivere con la spada di Damocle della lettera di ingiunzione avrà un contatto diretto con una persona con cui potrà discutere e trovare soluzioni personalizzate”.
Sono in corso le audizioni sul DDL in Commissione Finanze del Senato e Credit Village ha fatto il punto sull’iter parlamentare con la Senatrice Ricchiuti. “Nei giorni scorsi abbiamo ascoltato l’Anci che è favorevolissima al disegno di legge, anzi lo aspettava da tempo visto che i Comuni sono in crisi di liquidità. Sono state sentite anche le Associazioni dei consumatori che non hanno espresso particolari obiezioni a parte quella di specificare cosa si intende per “debito di modesta entità” e di non addebitare a carico del cittadino nessuna spesa per il servizio di riscossione che deve restare in capo all’ente. Sono entrambe richieste ragionevoli su cui abbiamo avviato un confronto”.
“C’è stata anche l’audizione con Equitalia la quale non ha avanzato grandi perplessità sul DDL anche perché attualmente fornisce questo servizio a pochissimi Comuni (appena 400 su 8000) e con scarsi risultati. Inoltre Equitalia individua il debitore attraverso il codice fiscale e gli chiede l’intero ammontare dei suoi debiti. Per il cittadino questo rappresenta un problema, infatti non sempre ce la fa a pagare. E c’è un altro punto dirimente: a differenza di Equitalia le società di recupero crediti non maneggiano denaro e la riscossione va direttamente nelle casse del Comune”.

L’ultima audizione è in programma il 28 settembre con UNIREC che, in qualità di Associazione di categoria delle imprese a tutela del credito, è fortemente favorevole a questa iniziativa legislativa che va nella direzione di introdurre nuovi strumenti per migliorare la capacità di recupero dei crediti da parte della PA ed instaurare – contemporaneamente – un rapporto con il Cittadino/Debitore improntato al dialogo e alla negoziazione, contribuendo inoltre a creare nuovi posti e professionalità specializzate che lavorano nel rispetto di codici etici e deontologici.

“Con l’iniziativa legislativa della Senatrice Ricchiuti, che spero possa trovare un vasto consenso ed una celere approvazione dal Parlamento, vengono a cadere tutti gli alibi per migliorare la capacità degli Enti Locali a gestire efficacemente il proprio credito, dando un sostanziale contributo all’equità fiscale nel Paese Italia” commenta il Presidente di Unirec Marco Pasini.
“Credo che questa legge possa essere approvata in tempi brevi, anche perché non prevede costi per lo Stato anzi cerca di far arrivare più soldi nelle casse dei nostri Comuni – conclude la Senatrice – Quelli che fin’ora non si sono affidati a società esterne, perché mancava una norma di riferimento, saranno liberi di sfruttare questa possibilità”.


Fonte:

Credit Village

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