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Mps, Enria (Eba) apre agli aiuti di Stato

ll problema dei crediti deteriorati va risolto con rapidità e se gli aiuti di Stato possono essere parte della soluzione “se ne faccia uso”. Così il presidente dell’Eba, Andrea Enria, che in un’intervista apre a un possibile intervento pubblico per Banca Monte dei Paschi di Siena nel caso in cui il piano di JP Morgan e Atlante per la banca senese non funzioni.

Enria ha poi sottolineato che “le regole europee garantiscono un certo grado di flessibilità”, per poi aggiungere che “anche soluzioni private possono essere utili”. Sul tema del bail-in, ha osservato che il principio è giusto e che deve essere gestito in maniera attiva dalle banche anche con esercizi di ricomposizione delle proprie passività. “Se si vuole evitare le conseguenze agli obbligazionisti al dettaglio, le banche possono sempre riacquistare i titoli e collocarne di nuovi presso la clientela istituzionale”, ha concluso il numero uno dell’Eba.

Mps è la banca europea uscita peggio dagli ultimi stress test dell’Eba e sta lavorando a un aumento di capitale da 5 miliardi di euro che però finora sembra aver attirato scarso interesse da parte degli investitori privati. Per questo, come anticipato ieri da Mf-Milano Finanza e ribadito oggi, il salvataggio di Mps procede su un doppio binario: da un lato si dà priorità all’operazione di mercato orchestrata dagli advisor JP Morgan e Mediobanca , che prevede l’individuazione degli anchor investor e il successivo aumento di capitale senza diritto di opzione, dall’altro lato si fanno sempre più insistenti le voci su un possibile intervento pubblico di ultima istanza.

Infatti, secondo quanto risulta a Mf-Milano Finanza, negli ultimi giorni in tema di una garanzia pubblica sull’operazione di rafforzamento patrimoniale, il cui importo dovrebbe comunque essere inferiore ai 5 miliardi di euro preventivati inizialmente, sarebbe tornato d’attualità in ambienti vicini al governo. L’ipotesi di un backstop, peraltro conforme a quanto previsto dall’Unione Bancaria, era già emersa all’inizio dell’estate subito dopo la divulgazione della famigerata lettera della Bce.

Trattative formali in tal senso erano state avviate dall’esecutivo con le autorità di Bruxelles, pur senza dare nell’immediato i frutti sperati. Ora le dichiarazioni di Enria aprono uno spiraglio e a Piazza Affari il titolo Mps recupera un altro +1,30% a 0,1943 euro. Ieri il neo-ad, Marco Morelli, non ha commentato sui tempi e i contenuti del piano industriale della banca: “Quando saremo pronti parliamo”, si è limitato a dire, mentre il presidente dimissionario, Massimo Tononi, ha precisato che si sta ragionando sui tempi per la messa a punto del piano industriale, non commentando però le voci stampa su 5.000 esuberi.

L’intenzione del management di Mps è concludere l’aumento di capitale entro fine anno a prescindere dal referendum, confidando nel contributo decisivo di investitori istituzionali. Il rafforzamento patrimoniale da 5 miliardi di euro potrebbe contemplare: la conversione dei bond subordinati in azioni fino a 2 miliardi, un aumento di capitale senza diritto di opzione per 2 miliardi e l’arrivo di un socio stabile con 1 miliardo.


Autore: Francesco Gerosa
Fonte:

Milano Finanza

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